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Autore Discussione: Francia, i super-ricchi a Sarkozy: “Tassaci”  (Letto 2350 volte)
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« inserito:: Agosto 27, 2011, 04:26:53 pm »

Francia, i super-ricchi a Sarkozy: “Tassaci”

«Tassaci». E’ il titolo perentorio, sorprendentemente masochistico, di un «manifesto» lanciato da un nugolo di «super ricchi» francesi. Un appello a Nicolas Sarkozy: invocano una nuova imposta di solidarietà, applicata a chi davvero i soldi ce li ha. Dopo le parole sulla medesima lunghezza d’onda da parte del miliadario (e speculatore) Warren Buffett sull’altra sponda dell’Atlantico e dopo la versione nostrana dello stesso messaggio di Montezemolo, anche in Francia si erano già levate voci simili, ma isolate. Stavolta, invece, si tratta di un appello comune, di un gruppo organizzato.

Il manifesto sarà pubblicato domani sul settimanale Nouvel Observateur. Ma scampoli del testo sono già disponibili in rete. E non è un caso: oggi a Parigi Sarkozy si riunisce con i suoi ministri per definire gli ultimi dettagli della manovra aggiuntiva che anche la Francia deve varare per frenare l’avanzata del deficit pubblico e riproporsi più salda a livello internazionale, in primis al test della fiducia dei mercati. Stasera alle 20, sul canale Tf1, il premier François Fillon illustrerà le misure «lacrime e sangue» che Parigi prenderà, sacrifici comunque ridotti rispetto a quelli che aspettano gli italiani.

In questo contesto, per assicurare che farà la sua parte, si fa vivo il gotha della finanza parigina. Sono sedici tra ricchissimi (vedi l’anziana proprietaria di L’Oréal, Liliane Bettencourt) e influenti manager (come Frédéric Oudéa, alla guida della banca Société Générale, assai bersagliata in Borsa dagli speculatori negli ultimi tempi). A loro si stanno man mano aggiungendo altri componenti del club dei ricchissimi di Francia.

«Nel momento in cui il deficit di bilancio e le prospettive di peggioramento del debito pubblico minacciano il futuro della Francia e dell’Europa – scrivono i nostri – e nel momento in cui il Governo chiede a tutti uno sforzo di solidarietà, ci sembra necessario contribuire». « Siamo consapevoli – precisano – di avere pienamente beneficiato del modello di sviluppo francese e dell’Europa, ai quali siamo fedeli. Tale contributo non è una soluzione in sé: deve far parte di un più ampio sforzo di riforma, sia sul fronte delle spese che su quello delle entrate». Ovviamente i super ricchi chiedono che il loro contributo sia calcolato «sulla base di proporzioni ragionevoli» cosi’ da evitare «effetti economici indesiderabili, come la fuga dei capitali o la crescita dell’evasione fiscale».

Subito per stemperare tanto buonismo, alcune osservazioni. Mentre l’aliquota dell’Irpef francese, applicata ai più abbienti, è del 41% (già inferiore a quella di altri Paesi europei per la stessa categoria di reddito), secondo i dati dell’Insee, l’organismo statistico pubblico, lo 0,01% più ricco della popolazione paga appena il 15%, approfittando di svariate «nicchie fiscali» (come vengono chiamati gli sgravi concessi a categorie professionali e situazioni particolari dal fisco francese), che Sarkozy sta da tempo cercando di limitare per battere cassa. Insomma, i margini per far pagare di più i miliardari ci sono, eccome. Inoltre, per quanto riguarda Liliane Bettencourt, uno dei firmatari, bisognerebbe forse ricordare che l’anno scorso è stata al centro di uno scandalo, che fra le altre cose ha fatto emergere evasioni fiscali a suo carico ed enormi proprietà non dichiarate all’estero (compresa un’isola delle Seychelles). Deve già restituire una trentina di milioni di euro allo Stato francese.

Detto questo, è chiaro che qualcosa sta cambiando a Parigi. Mentre lo stesso Sarkozy, che di certo non è un progressista e tantomeno un rivoluzionario, vista la situazione, non esita più ad «attaccare» la categoria dei super ricchi, che costituiscono il nucleo centrale dei finanziatori delle sue campagne elettorali e una parte del proprio elettorato. Subito dopo la sua elezione, nel 2007, aveva introdotto un’iniqua regola, per cui si limitava al 50% massimo il prelievo fiscale (compreso non solo l’Irpef, ma anche tutto il resto) per ogni cittadino francese: una norma, ovviamente, che favoriva i più abbienti. Al tempo stesso aveva cominciato a dire che avrebbe eliiminato la patrimoniale, in Francia imposta dai tempi di Mitterrand. La primavera scorsa, però, inversione di rotta: la regola del tetto del 50% è stata fatta fuori. E per la patrimoniale è stato aumentato il livello minimo di applicazione (da 800mila euro a 1,3 milioni), ma la tassa non è stata sopressa.

Intanto, fra le misure che saranno annunciate oggi, dovrebbe esserci una nuova tassa dell’1 o del 2% da applicare alle 30mila famiglie più facoltose del Paese. Sarà calcolata sul «reddito fiscale di riferimento», quello imponibile sommato alle plusvalenze mobiliari e immobiliari e ai redditi percepiti all’estero. L’obiettivo del Governo è una manovra aggiuntiva di quattro miliardi quest’anno e di una decina l’anno prossimo. Briciole rispetto all’Italia. Ma bisogna agire in fretta. A pagare saranno soprattutto i più ricchi? Certo. E la questione non sembra ormai scandalizzare più nessuno. Neppure i (rassegnati) diretti interessati.

da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/24/francia-i-super-ricchi-a-sarkozy-tassaci/153207/
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 28, 2011, 10:11:20 am »

Francia, polemiche sulla tassa per i super-ricchi: “Troppo bassa”

La manovra è stata presentata mercoledì. La nuova imposta sui ricchissimi francesi c'è, ma è molto esigua. A denunciarlo per primo Claude Perdriel firmatario qualche giorno fa dell'appello 'Tassaci' rivolto a Nicolas Sarkozy. Si tratta di un'imposta del 3% sui redditi che nop sarà sborsata da più di 10mila famiglie e che non porterà più di 200mila euro annui nelle casse dello Stato


Claude Perdriel è uno dei ricchissimi francesi che ha firmato un appello rivolto a Nicolas Sarkozy, intitolato “Tassaci” (leggi). Ebbene, il premier François Fillon ha presentato mercoledì sera la manovra, anzi, una manovrina rispetto a quella che attende gli italiani, ma comunque riguardante la “modica” cifra di 12 miliardi. La nuova tassa per i super-ricchi c’è. Ma è molto più ridotta del previsto. Perdriel è il primo a dirsi deluso. Ha definito quell’imposta “simpatica, meglio di niente, ma francamente ridicola”.

Piovono tante critiche su Sarkozy, dopo che in molti avevano creduto a un nuovo trend, quello di un Presidente conservatore, che ha sempre favorito i milionari (e soprattutto i miliardari suoi amici). Ma che, obbligato dalla contingenza (vedi i mercati sempre più diffidenti nei confronti dei bond francesi), si era dovuto ravvedere. E battere cassa presso i suoi connazionali più abbienti. In realtà lo fa con un’imposta del 3 per cento sui redditi, compresi quelli in arrivo dal capitale e dalle plusvalenze immobiliari, superiori ai 500mila euro annui. Il calcolo, però, non sarà effettuato sulla base del nucleo familiare ma singolarmente. Significa che per una coppia con due figli a carico (in Francia contano fiscalmente una persona) la nuova tassa scatterà solo a partire da 1,5 milioni.

In sostanza non saranno più di 10mila famiglie a sborsarla. E ogni anno porterà non oltre 200mila euro nelle casse dello Stato, davvero poca cosa rispetto al miliardo previsto dalla manovra per il 2011 e soprattutto ai 12 dell’anno successivo. Senza contare che l’imposta verrà eliminata dal momento in cui la quota del deficit pubblico sul Pil ritornerà sotto il 3 per cento, che è appunto l’obiettivo a fine 2013 con questa «manovrina» d’agosto. E dire che nei giorni che hanno preceduto l’annuncio delle misure era tutto un parlare della supertassa dei ricchi. Tutto un vortice di dichiarazioni dei vari ministri dell’Esecutivo sui redditi «stravaganti» – così sono stati definiti – di alcuni francesi: come dire, scandalosi. Il sito del settimanale Challenges scrive ora di «puro marketing politico in un anno elettorale», quello che precede le presidenziali, fissate per la primavera 2012.

Perdriel, classe 1926, personaggio particolare, imprenditore nel settore dei trituratori per Wc e al tempo stesso animatore culturale e patron di giornali – compreso il Nouvel Observateur, che contribuì a fondare – ha subito espresso la sua delusione. Aggiungendo che «se si fossero aumentate del 5 per cento le imposte che interessano davvero l’1 per cento più ricco della popolazione, si sarebbero ottenuti 5 miliardi di euro in più all’anno per l’erario. Senza grandi riflessi sulla crescita economica o sui consumi».

Insomma, la nuova supertassa appare sempre più fumo negli occhi, per far dimenticare gli altri sacrifici che colpiscono in primis le imprese, ma indirettamente anche il ceto medio, come l’eliminazione di una serie di sgravi per incoraggiare gli straordinari in azienda, le tassazioni aggiuntive sulle plusvalenze immobiliari o l’aumento dei contributi sociali in un Paese dove la disoccupazione è più alta che in Italia. In luglio è aumentata per il terzo mese consecutivo: i senza lavoro hanno raggiunto un numero record da undici anni a questa parte, due milioni e 756mila.

Ritornando alla tassazione dei ricchi, va ricordato che Sarkozy sembrava invece aver imboccato la strada di una maggiore giustizia sociale. Nei mesi scorsi aveva finalmente eliminato l’iniqua regola introdotta nel 2007, dopo la sua elezione, che limitava al 50 per cento l’aliquota massima complessiva per tutte le imposte: un regalo soprattutto ai più facoltosi, suoi elettori preferiti. Al tempo stesso aveva deciso di non fare fuori come previsto, la patrimoniale, anche se ha aumentato la soglia minima di applicazione di questa tassa e ridotto le aliquote. «Il risultato è che l’Isf (Impot de solidarité sur la fortune) porterà due miliardi in meno all’anno di euro nelle casse dello Stato – ha sottolineato l’economista Thomas Piketty al giornale Le Monde -. Mentre la nuova tassa, introdotta dalla manovra, si traduce in un gettito di 200 milioni di euro. I ricchi, in ogni caso, ci guadagneranno sempre».

da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/26/francia-polemiche-sulla-tassaper-i-super-ricchi-troppo-bassa/153680/
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