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Autore Discussione: ROSARIA TALARICO. Assegni di reversibilità un tesoretto da 36 miliardi  (Letto 2165 volte)
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« inserito:: Agosto 27, 2011, 04:19:12 pm »

Politica

26/08/2011 - IL CASO

Assegni di reversibilità un tesoretto da 36 miliardi


ROSARIA TALARICO
ROMA

Con una sintesi forse un po’ brutale è stata chiamata norma «anti badanti», inserita nella manovra di luglio per mettere un argine ai matrimoni sul letto di morte dove più che l’amore eterno ci si augura che eterna sia la pensione. Quella reversibile, naturalmente. Ora la Lega torna alla carica e col ministro Calderoli chiede, se proprio si vuol intervenire sulla previdenza, di guardare alle «pensioni di chi non ha mai lavorato», mettendo mano alle «reversibilità eccessivamente alte». Il riferimento è agli assegni percepiti dal coniuge superstite in caso di morte della moglie o del marito. I superstiti Attualmente l’assegno equivale al 60% della pensione del coniuge defunto in caso di redditi complessivi a quattro volte il trattamento minimo, mentre la cumulabilità degli assegni scende al 50% per redditi superiori a cinque volte il trattamento minimo, mentre arriva fino al 75% per i redditi superiori a tre volte il minimo.

I calcoli cambiano in presenza di figli e dell’età di questi ultimi. Va anche detto che a percepire queste pensioni sono soprattutto le vedove (con una percentuale del 93%) perché le donne vivono più a lungo. Il trattamento di pensione ai superstiti prevede due casi: la pensione indiretta che spetta al nucleo familiare alla morte di un lavoratore assicurato e il trattamento di reversibilità se la persona deceduta era già titolare di pensione di anzianità, vecchiaia o inabilità. La pensione indiretta spetta solo se il lavoratore aveva accumulato almeno 15 anni di contribuzione oppure 5 anni di contributi, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la scomparsa. I numeri Vediamo quanto pesano le pensioni reversibili in termini economici. I dati Inps dicono che nel 2010 sono stati corrisposti quasi 4 milioni di assegni su un totale di 16 milioni (ovvero il 25,2% del totale, con una spesa di 27,5 miliardi di euro).

Ma l’importo medio annuo della reversibile non è granché essendo di circa 7 mila euro l’anno, 544 euro di media mensile. Nel caso dell’Inpdap (l’ente pensionistico dei dipendenti pubblici) l’importo annuo è più alto (poco più di 13 mila euro, ovvero 1005 euro di media). Gli assegni delle pensioni reversibili sono 637 mila un totale di 2,7 milioni. In termini percentuali è il 18% del totale, con una spesa 8,3 miliardi di euro. Un tesoretto che vale 35,8 miliardi di euro. Cosa prevede la manovra Nell’articolo che riguarda i tagli alle pensioni, si stabilisce che la pensione di reversibilità è decurtata quando il matrimonio è stato contratto dopo che l’anziano ha compiuto i 70 anni, e se la differenza di età è superiore a 20 anni. Il taglio sarà del 10% per ogni anno di matrimonio mancante rispetto al numero di 10. Se poi la quota di reversibile venisse abbassata dal 60 al 54%, il risparmio potrebbe essere di 1-1,5 miliardi di euro. Cifre ridicole secondo l’economista e deputato del Pdl, Giuliano Cazzola e assolutamente non in grado di incidere in maniera sostanziosa sui conti pubblici: «Molto più saggio sarebbe intervenire sulle pensioni di anzianità che valgono almeno quattro o cinque volte in più quelle di reversibilità».

La riforma In realtà una riforma della materia c’è già stata. Dal 1995 infatti le pensioni reversibili sono legate al reddito del beneficiario: più è alto, più la pensione subisce dei tagli in percentuale. La proposta leghista vorrebbe adeguare la situazione italiana alle legislazioni di paesi europei come Francia o Germania, dove la reversibilità è legata anche all’età anagrafica (45 anni minimo) del coniuge superstite. «La proposta leghista è una roba stupida - prosegue Cazzola - perché collega la pensione all’età in cui viene contratto il matrimonio. Il pregiudizio alla base è quello che dell’anziano che si fa abbindolare... Invece una giurisprudenza costituzionale consolidata ha sempre ribadito che legare la pensione alla durata del matrimonio o alla differenza di età tra i coniugi è illegittimo».

Nel 2008 le donne sotto i 60 anni a percepire una pensione reversibile sono state quasi il 10 per cento. Di queste, quasi la metà (4,1%) riguarda vedove under 50. Questi i dati diffusi da Manageritalia - l’associazione dei dirigenti del terziario privato - che alle pensioni di reversibilità ha dedicato uno studio dal titolo eloquente «Una sconfinata giovinezza».

da - http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/417003/
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