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Autore Discussione: Il Kazakistan vuole diventare co-operatore nel maxi giacimento  (Letto 2172 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Settembre 07, 2007, 12:39:03 pm »

7/9/2007 (8:21)

Eni, si apre la trattativa su Kashagan
 
Il primo ministro kazako Karim Masimov sta trattando con Eni per il giacimento petrolifero di Kashagan
 
Il Kazakistan vuole diventare co-operatore nel maxi giacimento

ARMANDO ZENI


MILANO
Pugno di ferro in guanto di velluto. Prima la richiesta (perentoria) da parte del governo kazako che la compagnia di stato petrolifera Kazmunaigaz assuma nel progetto di sfruttamento del giacimento di Kashagan il ruolo di co-operatore, affiancando l’Eni nella leadership del consorzio internazionale che, oltre a Eni e Kazmunaigaz, vede coinvolti Total, Exxon, Shell, Conoco e Inpex.

E poi l’invito, da parte del premier Karim Masimov, all’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni (e al commissario europeo per l’energia Andris Piebalgs) perchè si rechino ad Astana a discutere i problemi di Kashagan i cui lavori sono stati sospesi per tre mesi dal governo per i ritardi nell’avvio alla produzione (dal 2008 al 2010) e per il lievitare (da 57 a 136 miliardi di dollari) dei costi. Prosegue la trattativa tra il consorzio Agip Kco guidato da Eni e le autorità kazake, alternando da parte kazaka secondo un’abile regia mediatica minacce di rottura e profferte di ricucitura. Ieri, per esempio, il premier Masimov ribadendo che «l’equilibrio economico del progetto è stato spezzato a danno del governo kazako» ha confermato che «al momento sono in corso negoziazioni amichevoli» ma ha anche aggiunto che «se i partner del consorzio non accetteranno le nostre rivendicazioni, abbiamo un piano B».

Non una parola di più su questo fantomatico piano B da parte di Masimov ma, da alcune indiscrezioni, sembra di capire che potrebbe essere giocata la carta suggerita dai falchi del governo kazako e cioè la minaccia - in caso di insuccesso delle trattative che puntano dichiaratemente ad aumentare fino a quattro volte la percentuale di profitto (oggi stabilita nel 10%) per il Kazakistan - di escludere dal consorzio chi non accetti le nuove condizioni fino alla sostituzione dell’Eni nel ruolo di guida. E’ in questo contesto che è nata la decisione di pretendere il ruolo di co-leader per Kazmunaigaz che potrebbe aumentare la quota dell’8,33% in Agip Kco rilevando quote da uno o più tra gli altri componenti.

Ipotesi di rottura cui, al momento, non sembrano credere nè l’Eni nè il governo italiano. Dall’Eni, che ieri ha guadagnato l’1,88% in Borsa, è stata espressa «soddisfazione per il clima di fiducia e di collaborazione contenute nelle dichiarazioni di Masimov» ed è stata ribadita la «disponibilità ad affrontare tutti i temi proposti insieme a tutti i partner del consorzio». Mentre il ministro Pierluigi Bersani si è detto sicuro che si arriverà a un’intesa.

da lastampa.it
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