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Autore Discussione: DONALD KABERUKA. - In Nord Africa il futuro riparte dall'economia  (Letto 2076 volte)
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« inserito:: Maggio 15, 2011, 10:49:52 am »

15/5/2011

In Nord Africa il futuro riparte dall'economia

DONALD KABERUKA

Come un vulcano a lungo sopito che improvvisamente erutta, le rivoluzioni che hanno spazzato tutto il Nord Africa - in un contesto di forte crescita economica – hanno colto tutti di sorpresa. Prima dell’esplosione, la crescita media annua del Pil della regione si era tenuta attorno al 4,6% per un decennio, con forte miglioramento degli indicatori di sviluppo umano. Ma la crescita era ingannevole, perché mascherava i problemi che ribollivano sotto la superficie: la disoccupazione crescente, soprattutto tra i giovani della regione, e la repressione politica - le questioni che alla fine hanno fatto esplodere la situazione.

In Tunisia, la cui rivoluzione ha dato vita al fuoco del cambiamento che si è diffuso a macchia d’olio in tutta la regione, il 70% della disoccupazione totale riguarda i giovani. Le statistiche sono simili in Egitto e Libia. Il denominatore comune in tutta la regione è che, mentre l’economia cresceva, non si sviluppava la capacità di far nascere nuovi posti di lavoro. Questo ha creato una generazione di disillusi, giovani sotto-occupati o disoccupati, tra cui un gran numero di neolaureati. In definitiva, tutti i livelli della società, catalizzata dalle azioni di giovani insoddisfatti e privi dei diritti civili, si sono riuniti per chiedere cambiamento e riforme. In tutto il Nord Africa, le popolazioni hanno parlato clamorosamente con i fatti - e continuano a farlo.

C’è un grande impegno per garantire un dividendo democratico a questi Paesi, gestendone, naturalmente, le aspettative. Ma come dovrebbero rispondere esattamente i politici della regione? La situazione del Nord Africa ci ha insegnato che dobbiamo accettare con umiltà di non aver sempre potuto dare in passato risposte adeguate. Dobbiamo riconoscere la complessità delle questioni economiche che ci si presentano e ascoltare di più, nel progettare le risposte necessarie e appropriate. L’insegnamento di questi moti nordafricani è chiaro: è una rivoluzione, non di ideologia, ma di libertà, inclusione sociale, voce politica e responsabilità di governo. Ciò che stanno sperimentando i Paesi del Nord Africa è, si potrebbe sostenere, la classica trappola del Paese a reddito medio, con performance economiche limitate e minate dalla limitata trasformazione economica verso una maggiore produzione di valore aggiunto e insufficiente inclusione politica, sociale ed economica.

Gli eventi degli ultimi mesi hanno chiesto un pesante pedaggio economico a breve termine, ma hanno potenzialmente implicazioni a lungo termine di vasta portata. Le economie della regione hanno registrato cali negli introiti e nella produzione e nel commercio, a causa del forte calo delle entrate legate al turismo. Gli investimenti interni ed esteri potrebbero ulteriormente calare a causa dell’incertezza e i settori finanziari e i mercati azionari della regione potrebbero andare incontro a ulteriori stress. Tutto questo potrebbe avere un impatto significativo sui segmenti più poveri e vulnerabili della popolazione, aggravato da possibili aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari e da un ulteriore incremento della disoccupazione.

D’altra parte, possiamo contare sul fatto che gli effetti a lungo termine del cambiamento sociale e politico saranno positivi, grazie all’eliminazione del peso della corruzione predatoria e delle limitazioni alle libertà individuali ed economiche. Come istituzione leader in Africa nel finanziamento allo sviluppo, la Banca Africana di Sviluppo sosterrà i nostri soci del Nord Africa, rafforzando il governo e le istituzioni, dando impulso alle reti di sicurezza sociale, e ponendo le basi per una forte ripresa economica.

Così come finanziamo le infrastrutture e altri progetti nella regione, cercheremo di integrare le regioni deprivate e le aree rurali. Stiamo ampliando le nostre consultazioni con i governi e altri attori, stiamo collaborando più strettamente con le autorità nazionali e regionali, con i gruppi della società civile e i media, nonché con le istituzioni accademiche, i gruppi di studio, i sindacati e le associazioni industriali e settoriali.

Con le emergenti istituzioni democratiche abbiamo partner con i quali siamo in grado di impegnarci su questioni di governance.
Nessun Paese o regione, può veramente aspirare a una crescita economica piena, su base ampia senza coinvolgere tutti i segmenti della popolazione e senza dare voce a tutti. Ma il Nord Africa deve anche lavorare sull’integrazione economica regionale per potenziare l’efficacia delle politiche nazionali. Sempre più Paesi stanno realizzando questo attraverso lo sviluppo del settore privato.

Nel 2008 per esempio, il Maghreb Private Equity Fund ha ricevuto investimenti per quasi 20 milioni di euro dalla Banca africana di sviluppo, che ha rafforzato una serie di piccole e medie imprese selezionate in Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, trasformandole in attori più forti su scala regionale. Nel 2010, la Banca africana di sviluppo ha inoltre approvato un investimento in capitali di circa 20 milioni di euro in un fondo di infrastrutture che opera principalmente in Nord Africa. Se le nazioni del Nord Africa riusciranno a soddisfare le esigenze e le aspettative dei loro popoli, i politici devono trarre gli opportuni insegnamenti del passato - e cercare di far meglio questa volta. La creatività economica deve essere il passo successivo, nella primavera del Nord Africa.

* Presidente della Banca africana di sviluppo
Copyright: Project Syndicate, 2011
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