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Autore Discussione: Mina Welby - Eminenza, non le serbo rancore  (Letto 2509 volte)
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« inserito:: Settembre 06, 2007, 05:39:33 pm »

Eminenza, non le serbo rancore

Mina Welby


Eminenza Reverendissima,

che Lei sia tornata a parlare della vicenda dolorosa di Welby mi fa pensare che si trova ad affrontare una profonda crisi interiore, dovuta probabilmente alle continue rimostranze da molte parti anche dell’ambiente ecclesiastico che non hanno approvato la Sua decisione di non far celebrare il funerale religioso. Io voglio unicamente pensare che era stata una decisione affrettata. Purtroppo le notizie si accavallarono con le più svariate opinioni che vennero manifestate in quel periodo, e mancava la chiarezza. La richiesta di Piergiorgio fu semplicemente quella di non infierire oltre con la terapia ventilatoria che gli procurava grandissima sofferenza.

La sua patologia, la distrofia muscolare aveva oramai raggiunto il suo culmine, e la ventilazione artificiale che certamente non poteva guarirlo, e questo lo aveva saputo già quando la aveva accettata nel 1997, ora era nemmeno più una cura di sostegno, bensì era diventata una tortura.

L’articolo 2278 del Catechismo della nostra Chiesa Cattolica ci dice chiaramente: «L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’“accanimento terapeutico”. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente».

Le vicende umane su questa terra rischiano sempre equivoci e storture, l’importanza è quella dell’onestà intellettuale e di poter dare chiarezza alle nostre azioni.

Per il modo come Piergiorgio ci ha lasciati, cioè in pace con tutti dopo una vita spesa per gli altri, sono sicura che Dio misericordioso lo abbia accolto.

Vorrei chiudere questo doloroso capitolo e dire a tutti che errare è umano e credo sia giusto che anch’io come cattolica convinta non serbi rancore verso nessuno. In questo, ne sono sicura, interpreto anche lo spirito di Piergiorgio Welby.

Pubblicato il: 06.09.07
Modificato il: 06.09.07 alle ore 9.54   
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