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Autore Discussione: MASOLINO D'AMICO. Il terremoto non ci sarà ma potrebbe anche esserci  (Letto 2761 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Maggio 10, 2011, 10:30:36 pm »

10/5/2011

Il terremoto non ci sarà ma potrebbe anche esserci

MASOLINO D'AMICO

Il giorno in cui fu annunciato il premio Nobel a Dario Fo mi telefonò qualcuno dalla Bbc - amico di amico di amici - per avere qualche ragguaglio sul personaggio; e proprio mentre stavo parlando con Londra la mia scrivania romana girò, non troppo lentamente ma con decisione, verso destra, spostandosi di diversi centimetri (un po’ come uno che si spenzoli dal balcone, ma lateralmente) per poi riassumere senza fretta la posizione originaria. Intanto il lampadario oscillava, e qualche libro infilato male cadeva dagli scaffali. Un terremoto! Sì, ma che si fa in questi casi? Il mio riflesso istintivo fu di evitare la Brutta Figura con l’interlocutore lontano, e quindi continuai a discorrere in inglese senza fare commenti.

Il punto sulla situazione lo feci solo a conversazione finita, quando la stanza aveva smesso di muoversi già da un bel po’ (era stata la rifrazione lontana del sisma rovinoso in Umbria). Cosa voglio dire con questo?

Primo, che una certa dimestichezza almeno con l’idea del terremoto noi abitanti della Penisola ce l’abbiamo tutti, e quindi non drammatizziamo facilmente. (Quando si sentì di notte, sempre a Roma, un’altra ondata gagliarda, quella dell’Aquila che tanto entusiasmò certi aspiranti ricostruttori, un mio amico si limitò a borbottare alla moglie dormiente accanto a lui, «Smetti di tirare calci!»).

Secondo, che se il terremoto arriva, quando arriva l’unica è aspettare che passi. Certo, l’attesa sarebbe più tranquilla se sapessimo che almeno nelle aree a maggior rischio gli edifici hanno rispettato i criteri opportuni. Ma nell’immediato altro da fare non c’è. Lo sanno bene le autorità, che davanti a una peraltro modesta psicosi come l’attuale attesa millenaristica di una catastrofe hanno confermato la validità di Achille Campanile come massimo interprete dell’Italia moderna.

Lasciate in pace Monsieur de la Palice. Dichiarare contemporaneamente che un terremoto a Roma il giorno 11 maggio è impossibile, ma che allo stesso tempo la cosa non può essere esclusa del tutto (come si può escludere qualcosa che non si può prevedere?) mira più in alto, verso l’autore dell’«Inventore del cavallo» e della tragedia in due battute «Guerra» (Il generale alla prima cannonata nemica: «Be’, ma se cominciamo con le cannonate, è finita!»).

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