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Autore Discussione: WALTER SITI. - Il senso della vita, quando la speranza è l'unica musa  (Letto 2139 volte)
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« inserito:: Aprile 10, 2011, 04:58:20 pm »

Spettacoli

10/04/2011 - LA FINESTRA SUL NIENTE

Il senso della vita, quando la speranza è l'unica musa

WALTER SITI

Non è puntigliosamente anarchico come Piroso, né competitivo-scolastico come la Bignardi; non ha il tratto monellesco-autoritario di Chiambretti né quello camp-familistico di Signorini; tanto meno quello impegnato-incontrovertibile della Dandini e di Fazio.
Bonolis trionfa nei piani d’ascolto: ride di cuore, si appassiona ai racconti, incita l’ospite con gli occhi e se lo cova come una mamma mentre il figlio recita la poesia di Natale. È lo spettatore-tipo, l’italiano alla Sordi. Semmai, proprio come Sordi, può sforare dal quotidiano verso il surreale (e lì lo aiuta Laurenti con la sua aria da Forrest Gump: insieme evocano il surrealismo di Totò e Peppino: «non tutti i calcoli portano al rene»).

Nella puntata del Senso della vita di domenica scorsa, il matematico Odifreddi ha disegnato sulla lavagna il «paradosso del gelataio» (due gelatai su una spiaggia si dispongono all’inizio nel modo più razionale perché ogni frequentatore della spiaggia debba fare il minor percorso possibile, ma poi presi ciascuno dal desiderio di fregare l’altro si spostano irresistibilmente verso il centro fino a coincidere rendendo superflua la loro dualità); nelle intenzioni di Odifreddi era un apologo contro la voglia di centro della sinistra, ma nella trasmissione è diventato uno scherzo sull’inutilità della politica: tra gli schierati ai due poli, Bonolis si candida a occupare il luogo finale dei due gelatai. Il programma oscilla tra opzioni diverse; ci sono gli attori amati dalla Dandini, l’artigiana col marito morto di crepacuore come nei Fatti vostri di Magalli, il giapponese folle citato da YouTube come in (ah)iPiroso, lo psicologo del Cicap scippato a Piero Angela.

Ma c’è anche un musicista bravo come Stefano Di Battista, e la bella abitudine che gli ospiti vadano senza promozioni e marchette (Noemi invece che l’ultimo suo hit canta, sia pure tagliandola, Bugiardo e incosciente di Mina); si riconosce uno sforzo per uscire dalla solita compagnia di giro (un Cerami in ottima forma racconta episodi divertenti della propria biografia e risponde, con snobismo un po’ perfido, alla domanda sul senso della vita con una definizione che circola su Facebook: «la vita è un passatempo»).

Trovare le ragioni per cui vale la pena di vivere è diventata una mania universale, gli elenchi di Fazio-Saviano sono diventati contagiosi: anche Proietti, domenica da Bonolis, portava una busta con «le dieci cose che mi hanno fatto più ridere». Almeno lui le barzellette le sa raccontare.

A parte le sfumature di schieramento, la speranza sembra diventata l’unica musa del format «interviste più musica»: gli ospiti sono chiamati a testimoniare che la vita è bella nonostante tutto. «Con l’agile speme precorre l’evento», scriveva Manzoni del popolo che attende una liberazione dall’esterno, «sognando la fine del duro servir».

Ma combattere sul terreno dei sogni uno che dice «ho comprato una villa» quando ha solo pensato di comprarla, è come sfidare Usain Bolt sui cento metri piani.

da - lastampa.it/spettacoli
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