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Autore Discussione: GIUSEPPE CAPORALE. "Terremoto, ricostruzione perfetta" finta aquilana in tv...  (Letto 4537 volte)
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« inserito:: Marzo 28, 2011, 04:43:32 pm »

IL CASO

"Terremoto, ricostruzione perfetta" finta aquilana in tv, bufera su Forum

Figurante reclutata per raccontare il miracolo del governo. Subito smascherata in rete.

"Pagata trecento euro per leggere un copione".

Protesta il Comune

di GIUSEPPE CAPORALE


L'AQUILA - Mediaset manda in onda una finta terremotata pagata 300 euro. Pagata per leggere un copione scritto dagli autori del programma Forum, condotto da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. "L'Aquila è ricostruita"; "Ci sono case con giardini e garage"; "La vita è ricominciata"; chi si lamenta "lo fa per mangiare e dormire gratis". Per questo "ringraziamo il presidente..." . "Il governo... ", precisa la conduttrice.

Marina Villa, 50 anni, nella trasmissione di venerdì si dichiara "terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa" in separazione dal marito Gualtiero. Ed è lì in tv con il coniuge a discutere della separazione davanti al giudice del tribunale televisivo. Ma è tutto finto: lei non è dell'Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive: si chiama Antonio Di Prata e con lei gestisce un'agenzia funebre.

L'assessore alla Cultura dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha scritto una lettera a Rita Dalla Chiesa: "Nella sua trasmissione, persone che, mi risulta, non hanno nulla a che vedere con L'Aquila, hanno fatto un quadro distorto e assolutamente non veritiero". Quando scoppia la polemica anche su Facebook, non è difficile rintracciare Marina. "Ma che vogliono questi aquilani? Ma lo sanno tutti che è una trasmissione finta". Si dice, la signora Villa, molto sorpresa dalla rabbia dei terremotati:
"Ma che pretendono. Io non c'entro nulla. Ho chiesto di partecipare alla trasmissione e quando gli autori hanno saputo che ero abruzzese, mi hanno chiesto di interpretare quel ruolo. Mi hanno spiegato loro quello che avrei dovuto dire". Marina racconta di essere stata pagata: "Mi hanno dato 300 euro. Come agli altri attori. Anche Gualtiero, che nella puntata interpretava mio marito, recitava. Lui è un infermiere di Ortona. Hanno scelto un altro abruzzese per via del dialetto".

Ecco il copione di Marina in tv: "Hanno riaperto tutti l'attività. I giovani stanno tornando". Durante il terremoto "sembrava la fine del mondo, non riuscivo a capire se era la guerra, la casa girava. Si sono staccati i termosifoni dal muro". Ora invece è tutto a posto: "Vorrei ringraziare il presidente e il governo perché non ci hanno fatto mancare niente... Tutti hanno le case con i giardini e con i garage, tutti lavorano, le attività stanno riaprendo". Le fa eco la Dalla Chiesa: "Dovete ringraziare anche Bertolaso che ha fatto un grandissimo lavoro". E giù applausi. Mentre Marina aggiunge: "Quello volevo pure dire". "Inizialmente - continua il copione - hanno messo le tendopoli ma subito dopo hanno riconsegnato le case con giardino e garage. Sono rimasti 300-400 che sono ancora negli hotel e gli fa comodo". "Stanno lì a spese dello Stato: mangiano, bevono e non pagano, pure io ci vorrei andare". Ma lei non è dell'Aquila, la notte del 6 aprile 2009 era a casa a Popoli. È stata solo finta terremotata a pagamento per un giorno su Mediaset.

(28 marzo 2011) © Riproduzione riservata
da - repubblica.it/cronaca/2011/03/28
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 21, 2013, 04:40:20 pm »

Undicimila euro di vestiti mai pagati: ingiunzione di pagamento per Paola Pelino

La senatrice Pdl si era fatta consegnare gli abiti in albergo, ma non ha mai saldato il conto.

Ora è arrivata una prima sentenza (su cui pende un ricorso) che dice che dovrà pagare.

Lei si difende: "Ma non mi hanno mai fatto lo scontrino" 

di GIUSEPPE CAPORALE


PESCARA - La senatrice del Pdl Paola Pelino ha comprato 11 mila euro di abiti firmati in una boutique, ma non li ha mai pagati. Ed ora è stata condannata a saldare il dovuto, con tanto di spese legali. "Se li fece consegnare in albergo, assicurando che poi sarebbe passata per il saldo", raccontano i titolari del negozio by Gabrielli di Pescara che da tre anni rincorrono la Pelino per farsi pagare.

Prima i solleciti telefonici, poi le lettere dell'avvocato. Infine la causa in tribunale. Ora c'è una sentenza di primo grado che condanna la senatrice eletta in Abruzzo nelle fila del partito di Berlusconi a saldare il conto. Una sentenza provvisoriamente esecutiva, con tanto d'ingiunzione in Parlamento che le ha creato non pochi imbarazzi nel suo primo giorno a palazzo Madama.

Non solo, la vicenda imbarazza anche il gruppo imprenditoriale di famiglia dell'onorevole, l'azienda di confetti Pelino di Sulmona (nota in tutto il mondo).

Senatrice, come mai non ha saldato quel conto?
Guardi, è tutta una montatura dei giornali di sinistra e dei miei avversari politici in Abruzzo.

Ma c'è una sentenza...
Mi risulta che il mio avvocato abbia presentato ricorso in appello in quanto quel negozio non mi ha mai rilasciato lo scontrino.

Il negozio replica sostenendo che "le vendite alla senatrice sono avvenute in ossequio alla disciplina tributaria" e che lei solo oggi parla di mancata emissione degli scontrini fiscali, mentre nulla aveva mai eccepito a riguardo, nonostante i diversi solleciti che le erano stati avanzati "tutti ampiamente documentabili" sostengono.

Saprò replicare nella sede dovuta.

Quei vestiti però lei li ha presi. Perché non li ha pagati?
Ma questo cos'è, un interrogatorio? Che domande sono...

L'Espresso racconta che nella vicenda è rimasto coinvolto anche il senatore Gaetano Quagliariello.

Lasciate fuori da questa storia Quagliariello, non c'entra proprio nulla. E' stato tirato in ballo solo perché il giorno dell'inaugurazione del suo comitato elettorale a Pescara, la titolare del negozio mi è venuta incontro inveendo. Non l'aveva nemmeno riconosciuta.

Eppure i legali della boutique hanno dichiarato in un comunicato che il senatore Quagliariello si è recato nel negozio nel periodo pre-elettorale auspicando una composizione bonaria della vicenda.

Io sono una persona trasparente... Adesso però basta, dovete parlare con il mio avvocato.

(21 marzo 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/03/21/news/undicimila_euro_di_vestiti_mai_pagati_ingiunzione_di_pagamento_per_paola_pelino-55011326/
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« Risposta #2 inserito:: Aprile 23, 2014, 01:12:43 pm »

De Cecco scommette su Renzi e sull'Asia contro la crisi
Il presidente del gruppo italiano produttore di pasta dice: "Il premier è stata capace di infondere fiducia alle imprese, al Paese". I consumi sono in calo, ma i mercati emergenti sono un'opportunità: "Quello che qui si vende a 1,25 euro, li costa 4 euro"

Di GIUSEPPE CAPORALE

CHIETI - "Renzi? E' un grande... E' stato capace di infondere fiducia alle imprese, al Paese. Se realizzerà appena il 10 per cento di ciò che promette, sarà un successo per l'Italia". Sorride il cavalier Filippo Antonio De Cecco (70 anni), oggi per l'azienda di famiglia che guida da oltre 30 anni, prima come amministratore poi come presidente, è il giorno della presentazione ufficiale del bilancio ed i dati, nonostante la crisi, sono buoni.

"E' stato un 2013 molto importante per noi, malgrado i tanti problemi che hanno assillato l'industria del food e il mercato delle materie prime agricole. Abbiamo superato i 400 milioni di euro di fatturato, toccando quota 411 milioni contro i 373 dell'anno passato e prevediamo di salire 461 milioni a fine anno. Siamo al terzo posto nella classifica mondiale di vendite di pasta di grano duro. Mentre siamo primi nel segmento "Premium", quello dell'alta qualità".

"Don Filippo" come lo chiamano gli oltre 1.200 i dipendenti del pastificio è ancora oggi operativo: "Il grano che utilizziamo lo scelgo con le mie mani". D'altra parte è cresciuto in questa fabbrica abruzzese tra i simbolo del made in Italy e che gestisce assieme ai cugini, Giuseppe Aristide e Saturnino De Cecco anche loro amministratori del gruppo.

Il core business è lo spaghetto: 70.000 quintali venduti in Italia, 30.000 all'estero (sempre nel 2013): "Il nostro volume di vendita complessivo della pasta è di 2.317.000 quintali, in un mercato che vede in prima linea, oltre Italia, Stati Uniti d'America, Giappone, Russia, Francia, Germania, Regno Unito e Belgio. Il futuro potrebbe essere ancora più roseo: le previsioni indicano una crescita a quota 2.534.000 quintali".

Ma è l'Asia il vero obiettivo dell'imprenditore: "Il mercato asiatico per noi è molto conveniente. Un pacchetto di pasta che in Italia si vende a 1.25 euro, lì si vende a 4 euro. In Italia nel settore della pasta c'è una flessione del 3 per cento, noi abbiamo provato a rispondere offrendo un prodotto sempre di alta qualità ma a un prezzo più accessibile, grazie alla formula dei pacchi a un chilo".

E adesso per rilanciare i consumi al governo chiede "incentivi per investire. L'esenzione Irpef, come avvenne tra gli anni 80 e 90. Questo servirebbe. Ma lasciamo fare quel ragazzo, Renzi. E' lui che sta facendo tornare la voglia agli imprenditori italiani di investire nel sistema-Paese".

(16 aprile 2014) © Riproduzione riservata

Da - http://www.repubblica.it/economia/2014/04/16/news/de_cecco_pasta_crisi_governo-83774009/?ref=nrct-3
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« Risposta #3 inserito:: Gennaio 01, 2015, 03:55:21 pm »

L'Aquila, blitz contro terrorismo neofascista: 14 arresti in tutta Italia
Volevano uccidere politici e magistrati senza scorta, "dieci, undici nello stesso momento", e far saltare sedi Equitalia con il personale dentro. L'obiettivo era "sovvertire l'ordine democratico dello Stato". Pacifici: "No a mezze misure"

Di GIUSEPPE CAPORALE
22 dicembre 2014

L'AQUILA - L'eversione nera voleva uccidere magistrati e politici "senza scorta" con un'azione simultanea: "dieci, undici, insieme...". Voleva far saltare le sedi di Equitalia con il personale dentro. E non solo, tra gli obiettivi c'erano anche le stazioni, le prefetture e le questure. Erano questi i piani del gruppo terroristico arrestato questa mattina dai carabinieri del Ros tra L'Aquila, Montesilvano, Chieti, Ascoli Piceno, Milano, Torino, Gorizia, Padova, Udine, La Spezia, Venezia, Napoli, Roma, Varese, Como, Modena, Palermo e Pavia.

Quattordici le persone arrestate, quarantaquattro in tutto gli indagati. A firmare il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di L'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, a seguito di una inchiesta portata avanti dalla procura distrettuale antimafia dell'Aquila.

I reati contestati sono associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi nonché tentata rapina. I provvedimenti scaturiscono da un'attività investigativa (guidata dal procuratore dell'Aquila Fausto Cardella e dal pubblico ministero Antonietta Picardi) è stata avviata, nel 2013, dal R.O.S. nei confronti di un'associazione clandestina denominata "Avanguardia Ordinovista" che, "richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in continuità con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l'ordine democratico dello Stato".

In particolare, le indagini documentavano come il gruppo, guidato da Stefano Manni (uno dei leader del gruppo, ex carabiniere) avesse elaborato un piano volto a "minare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e Uffici di Equitalia e previsto, in un secondo momento, di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito". Il procuratore Cardella ha confermato che due carabinieri del Ros si erano infiltrati nell'organizzazione eversiva. Tra i progetti sfumati del gruppo anche quello di assassinare il noto ordinovista Marco Affatigato, ritenuto 'infame' poichè "asseritamente legato ai servizi segreti". Affatigato, esponente di Ordine Nuovo dal 1973 al 1976, è attualmente latitante in quanto accusato di "associazione sovversiva.

Il gruppo aveva avviato la ricerca di armi per la realizzazione degli scopi eversivi, recuperandone alcune sotterrate dopo l'ultima guerra mondiale, acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, già pianificata, di armi detenute da un collezionista. La rapina è poi stata sventata da uno stratagemma dei carabinieri. "L'associazione eversiva" scrivono i Ros "utilizzava il web, ed in particolare il social network Facebook, come strumento di propaganda eversiva, incitamento all'odio razziale e proselitismo comunicazione: uno attraverso un profilo pubblico, dove lanciava messaggi volti ad alimentare tensioni sociali e a suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore". Il gruppo eversivo aveva anche un 'luogo di culto' in una località della costa abruzzese sul quale gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.

Tra gli indagati anche Rutilio Sermonti, già appartenente al disciolto movimento politico "Ordine Nuovo", prolifico scrittore e artista è considerato una delle figure più note nel panorama degli intellettuali di estrema destra. Scrivono i Ros: "Sermonti fornisce sostegno ideologico alla struttura avendo inoltre redatto un documento denominato "Statuto della Repubblica dell'Italia Unita" che rappresenta una nuova Costituzione della Repubblica nella quale viene tracciato il nuovo ordine costituzionale della nazione esplicitamente ispirato all'epoca fascista. E incita i sodali del gruppo "all'offensiva".

Pacifici: "No a mezze misure". "La notizia dei 14 neofascisti arrestati in diverse regioni italiane è la dimostrazione di quanto le nostre istituzioni tengano alta la guardia contro ogni tentativo di rinascita di gruppi che si ispirano a ideologie antidemocratiche e che incitano alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".  Lo dichiara in una nota il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. "Per chi si ispira al fascismo non ci devono essere mezze misure. Purtroppo, anche a causa dell'uso distorto di strumenti online, i neofascismi in Italia e in Europa sono una realtà che non possiamo sottovalutare. Le forze di sicurezza del nostro paese lavorano ogni giorno per debellare definitivamente questo tumore con l'aiuto di strumenti tecnologici sofisticati. Vogliamo credere che questo immenso lavoro si possa al più presto concretizzare con sentenze esemplari".

© Riproduzione riservata 22 dicembre 2014

Da - http://www.repubblica.it/cronaca/2014/12/22/news/l_aquila_blitz_contro_terrorismo_neofascista_14_arresti_in_tutta_italia-103478723/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_22-12-2014
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