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Autore Discussione: La Lega: "Non sono come Yoghi" - (per forza è il partito dei cacciatori).  (Letto 2477 volte)
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« inserito:: Marzo 21, 2011, 05:37:09 pm »

IL CASO

"Catturate l'orso ribelle" in Trentino scoppia la polemica

In crescita le razzie negli allevamenti e gli avvistamenti nei centri dei paesi.

Il presidente della Provincia Dellai: "Troppi rischi, ora basta".


La Lega: "Non sono come Yoghi"

di ANDREA SELVA


TRENTO - Tutta colpa della pecora del parroco. Se l'orsa trentina Dj3 (figlia di Daniza e di Joze) non si fosse avventurata, di notte, nel pieno centro di Roncone per sbranare la pecora di don Igor ora potrebbe uscire dal letargo a cuor leggero: invece sarà catturata e finirà in un recinto per "orsi problematici" a pochi chilometri da Trento. Proprio come accadde cinque anni fa a Jurka, un'altra orsa trentina, pure lei troppo ribelle. L'ordine di cattura è già pronto, firmato dal governatore Lorenzo Dellai nonostante l'altolà del ministero: troppe incursioni nei paesi delle vallate trentine, troppi alveari saccheggiati, troppi animali sbranati, troppe proteste, troppa paura.

Il governatore (che una decina di anni fa ereditò controvoglia il progetto di riportare gli orsi in Trentino) la mette giù così: "Mi sono preso la responsabilità di decidere nonostante il parere giunto da Roma perché siamo noi i gestori di questo progetto". Il ministero aveva posto una condizione: via l'orsa trentina purché ne arrivasse un'altra dalla Slovenia. Apriti cielo: "In prima linea ci siamo noi" ha spiegato Dellai. "Di importare altri orsi non se ne parla. Il consenso della comunità è decisivo, e oggi notiamo segnali di insofferenza di una larga parte dell'opinione pubblica. Serve buon senso e per questo abbiamo affidato uno studio tecnico per riflettere su quanti esemplari sono sostenibili in un territorio antropizzato come il nostro".

Gli ambientalisti sono sul piede di guerra, ma lassù - nei paesi ai piedi delle Dolomiti di Brenta - dicono che è facile essere amici degli orsi quando si vive giù in città. Così la Lega cavalca la protesta con interrogazioni e conferenze stampa ("Dove è stato Dellai in questi anni in cui l'orso si è moltiplicato? Pensava forse che fossero tutti come l'orso Yoghi dei fumetti?" afferma Maurizio Fugatti, onorevole e segretario politico della Lega Nord Trentino), dando voce alla gente che getta i rifiuti nei cassonetti blindati (i cosiddetti bidoni "anti orso") e agli allevatori che al mattino contano le pecore e i polli morti ammazzati. Avvistamenti tanti. Fotografie suggestive anche. E investimenti con l'auto pure (un'orsa è morta così, un'altra rimase ferita mentre attraversava l'autostrada del Brennero). Ma aggressioni mai: nessuno ha mai riferito di essere stato attaccato dall'orso bruno delle Dolomiti. Un animale - sostengono i forestali - pericoloso solo sulla carta. Eppure la paura nelle valli trentine cresce, mentre i turisti - per contrasto - talvolta chiedono di organizzare pericolosi (e sconsigliatissimi) "safari" per avvistare gli orsi bruni.

I dieci plantigradi importati dalla Slovenia all'inizio degli anni Duemila sono diventati una trentina. Troppi? Ancora troppo pochi dicono i responsabili del progetto, che vedono a rischio la sopravvivenza dei plantigradi. Alla fine dell'Ottocento nei boschi del Trentino gli orsi erano centinaia, ma finirono sterminati a fucilate dai cacciatori intenzionati a riprendersi i boschi e pascoli. Una convivenza difficile, quella tra uomini e orsi. Era il 2006 quando Jurka (famosa perché d'inverno, invece di andare in letargo, andava a spasso lungo le piste di Campiglio) venne catturata e portata in recinto. Tempo due mesi e in Baviera la gendarmeria uccise Bruno - il figlio di Jurka - che come la madre amava frequentare pollai e allevamenti. Due anni dopo furono gli Svizzeri a farsi giustizia, abbattendo Jj3, il secondo cucciolo di Jurka: due orsi che avevano imparato dalla madre a frequentare i luoghi dell'uomo (fonte di cibo comodo) e che hanno pagato cara la fiducia negli umani. Ora tocca a Dj3, con una possibilità di salvezza: se nel frattempo avrà dei cuccioli sarà lasciata libera. Per accudirli. Non è bastata la legge provinciale che prevede il pagamento di tutti i danni provocati dai plantigradi. L'anno scorso furono oltre 100 mila euro. Quest'anno siamo solo all'inizio. L'ultima notizia l'altra sera dalle valli Giudicarie: vittime 22 galline.

(21 marzo 2011) © Riproduzione riservata
da - repubblica.it/cronaca
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