Il voto anticipato tiene in ostaggio Piazza Affari, si salva Fiat
Di Francesca Gerosa
Niente da fare. Il calo della disoccupazione negli Stati Uniti e la fiducia del governo greco sul fatto che l'offerta di riacquisto dei titoli di Stato in mano agli investitori avrà successo non hanno risollevato le sorti di Piazza Affari, anche oggi azzoppata dalla crisi politica.
Il Ftse Mib ha perso lo 0,86% scivolando a quota 15.699 punti.
Magra consolazione: sul finale anche le altre piazze europee hanno perso smalto. Londra e Parigi sono salite rispettivamente dello 0,11% e dello 0,03%. Francoforte ha lasciato sul parterre lo 0,45% e Madrid lo 0,92%. Tutte appesantite dall'indice sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan, sceso a dicembre a 74,5 da 82,7 del mese precedente (le stime lo indicavano a 82), e dall'economia tedesca in frenata: la produzione industriale in Germania a ottobre è scesa del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2011 e la Buba ha tagliato le previsioni sul pil del Paese nel 2012 e nel 2013.
Ciliegina sulla torta è sempre stallo nei negoziati tra Casa Bianca e Congresso americano per evitare a inizio 2013 il fiscal cliff, vale a dire l'aumento automatico di tasse e tagli alla spesa. "La telefonata col presidente Obama è stata piacevole, ma siamo rimasti allo stesso punto", ha detto oggi lo speaker della Camera, John Boehner, aggiungendo che "è ora che il presidente Obama si presenti da noi con una proposta seria e ragionevole".
La tensione si è riflessa sullo spread Btp/Bund, tornato sui livelli di ieri sera a quota 324 punti base, dopo un picco questa mattina a 332.
Il rendimento del Btp decennale si è portato al 4,54%, dal minimo del 4,41% di tre giorni fa, con l'incubo elezioni anticipate.
Oggi il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha infatti dichiarato finita l'esperienza del governo Monti.
Il Pdl si adopererà comunque per una conclusione "ordinata" della legislatura, il che vuol dire che le Camere approveranno la Legge di Stabilità. Secondo le ultime indiscrezioni, Silvio Berlusconi punta a elezioni anticipate il 10 marzo, la stessa data delle elezioni regionali in Lombardia. "Voto a marzo dopo la legge di stabilità? Penso di sì perché la legge di stabilità l'abbiamo riscritta noi visto che quella del governo non era buona", ha previsto oggi Renato Brunetta.
Il voto prima possibile e poi un nuovo governo, sorretto da una grande colazione è la strada che ha indicato l'economista Giacomo Vaciago. L'attuale governo, ha spiegato il professore della Cattolica, con il sostegno della più grande coalizione della storia d'Italia, ha governato l'emergenza nell'ultimo anno e stava iniziando a produrre rusultati positivi in prospettiva.
Poi, l'avvicinarsi delle elezioni ha fatto venir meno la convenienza alla grande coalizione. Vaciago ha parlato di una sceneggiatura già scritta. "L'abbiamo sempre saputo. La maggioranza si rompe avvicinandosi al voto, ogni partito diventa concorrente". Per questo, in questa prospettiva, bisognava prevederlo, mettere in sicurezza il Paese rapidamente e andare a votare il prima possibile.
Ora, comunque, il prossimo governo deve essere in ogni caso di grande coalizione: sia che a guidarlo sia Monti, Bersani o Berlusconi.
Ma con lo spread in tensione anche oggi hanno sofferto le banche: Unicredit è scesa dell'1,30% a 3,64 euro, Intesa Sanpaolo dello 0,93% a 1,28 euro, Mediobanca del 2,33% a 4,19 euro e Mps dell'1,11% a 0,20 euro. Persino la Popolare dell'Emilia Romagna, che ha sottoscritto ieri il contratto di cessione ad Igi, Iniziativa gestione investimenti Sgr, dell'intero capitale sociale della controllata Arca impresa gestioni, ha perso l'1,26% a 4,69 euro.
La nuova formulazione dei Monti bond, secondo MF, dovrebbe essere introdotta in un nuovo decreto del Governo e prevederebbe profondi cambiamenti rispetto a quella originaria dell'estate scorsa. "Crediamo che le nuove caratteristiche dei Monti bond potrebbero essere approvate a gennaio 2013", hanno commentato gli analisti di Banca Imi. Ieri il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha dichiarato che l'entrata dello Stato nel capitale della banca non è considerata un'ipotesi realistica.
"Le parole di Grilli ci portano a credere che l'ipotesi più accreditata sia il pagamento delle cedole 2012 con i nuovi Monti bond, che potrebbe aumentare l'esposizione di Mps agli aiuti governativi a circa 4,1 miliardi di euro", hanno aggiunto gli esperti, confermando sull'azione sell e il target price a 0,18 euro.
Male anche le assicurazioni: Generali (-1% a 12,99 euro), Unipol (-2,27% a 1,51 euro), Fondiaria -Sai (-0,43% a 0,93 euro) e Mediolanum, in calo del 3% a 3,64 euro. Pesanti pure Eni (-0,17% a 17,81 euro) e di nuovo Saipem (-2,79% a 29,74 euro) che nelle ultime tre sedute ha perso oltre il 10%, dopo la notizia del coinvolgimento in un'inchiesta su presunta corruzione in Algeria e delle dimissioni dell'ad, Pietro Franco Tali.
Giù Mediaset (-3,13%) su cui sono scattati i realizzi dopo i forti guadagni delle ultime sedute. Non sono mancati comunque alcuni titoli che si sono mossi contro corrente come Impregilo (+3,41% a 3,27 euro), premiata a seguito della presentazione del nuovo piano industriale, Parmalat (+0,40% a 1,76 euro), Campari (+0,62% a 5,64 euro) e Fiat (+0,84% a 3,61 euro) la cui divisione polacca conta di licenziare 1.500 lavoratori, circa un terzo della sua forza lavoro, a seguito del calo della domanda di auto in Europa.
La produzione della divisione polacca non raggiungerà le 350.000 unità quest'anno e scenderà al di sotto di quota 300.000 nel 2013 rispetto alle 600.000 prodotte nel 2009. A fine ottobre nello stabilimento di Tychi, nel Sud della Polonia, lavoravano 4.967 persone. Il numero delle persone che perderanno il posto si conoscerà intorno a metà gennaio, al termine delle trattative con i sindacati iniziate oggi.
Lo stabilimento polacco produce ancora, oltre alla 500, anche la versione tradizionale della Panda che cesserà con la fine dell'anno.
Dal 2013 tutta la produzione di Fiat Panda sarà quindi concentrata nello stabilimento campano di Pomigliano che dovrebbe aumentare il livello di utilizzo degli impianti. Nell'impianto polacco Fiat produce anche la Lancia Ypsilon (dopo la chiusura di Termini Imerese).
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