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Autore Discussione: Francesca GEROSA. -  (Letto 13103 volte)
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« Risposta #15 inserito:: Agosto 17, 2012, 06:40:46 pm »


Per evasione Italia in stato di guerra, sì a strumenti forti

Di Francesca Gerosa


L'Italia è in difficoltà soprattutto a causa del fenomeno dell'evasione fiscale (in primi 6 mesi 2012 +14% secondo Contribuenti.it) e il premier Mario Monti non usa mezzi termini nel definire la lotta all'evasione nel nostro Paese come uno "stato di guerra". Di fronte a questi presupposti, per il presidente del Consiglio è giustificato l'uso di "strumenti forti".

"La notorietà pubblica del nostro alto tasso di evasione contribuisce molto a indisporre nei confronti dell'Italia quei Paesi verso i quali di tanto in tanto potremmo aver bisogno di assistenza finanziaria", ha spiegato Monti, in un'intervista a un settimanale, citando i Paesi del Nord Europa.

Questi "dicono: l'Italia è un Paese molto ricco, però lo Stato ha un fortissimo debito pubblico che magari richiederà domani di aiutarla a rinnovare; eppure ci sono italiani ricchi o medi che sistematicamente non pagano le tasse". Insomma, l'evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del nostro Paese all'estero. Ci vuole, quindi, un'azione decisa.

"Io stesso, fino a poche settimane fa, quando sono stato anche ministro dell'Economia e delle Finanze e quindi responsabile dell'Agenzia dell'entrate e responsabile politico della Guardia di Finanza, ho sempre incoraggiato fortemente le persone che vi lavorano a fare una dura lotta all'evasione", ha ricordato il Professore.

La seria lotta all'evasione può comportare la necessità di momenti di visibilità che possono essere antipatici. Ma che hanno un forte effetto preventivo nei confronti degli altri cittadini. Una presa di posizione forte, quella di Monti, che però viene subito messa in discussione dal leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

''Fino ad oggi il governo Monti ha dichiarato guerra ai lavoratori, alle fasce sociali più deboli della popolazione, al ceto medio e alle imprese che investono in Italia: categorie massacrate da provvedimenti iniqui e inadeguati a rilanciare la crescita e l'economia del Paese", ha scritto su Facebook Di Pietro.

"Il presidente del Consiglio si impegni a contrastare realmente corruttori ed evasori, faccia davvero la guerra ai ladri di Stato, con i fatti e non con le parole'', ha aggiunto, ricordando che in Italia imperano evasione e corruzione: due piaghe che costano agli italiani 180 miliardi di euro ogni anno.

Il governo finora non ha fatto nulla per estirpare questi due mali che gravano sulle casse dello Stato. Anzi, l'Idv ha presentato da tempo provvedimenti che mirano a contrastare davvero l'evasione, ma le proposte giacciono nei cassetti delle commissioni parlamentari. "Sono state puntualmente ignorate. Ad esempio, ancora siamo in attesa dell'accordo con la Svizzera per i capitali illegalmente esportati", ha concluso il leader dell'Italia dei Valori.

La soluzione per il senatore Raffaele Lauro del Pdl, componente della commissione Finanze, è adottare l'unica misura veramente dissuasiva da applicare ai grandi evasori fiscali: il sequestro e la confisca del beni. Come ai mafiosi. Mentre pubblicare su un sito le foto di chi non ha pagato le tasse, come hanno deciso di fare in Inghilterra, è un'azione per il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, da "lasciare ad altri tempi, ad altri momenti storici".

da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201208171446023111&chkAgenzie=TMFI&titolo=Per%20evasione%20Italia%20in%20stato%20di%20guerra,%20s%C3%AC%20a%20strumenti%20forti
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« Risposta #16 inserito:: Ottobre 29, 2012, 10:48:13 pm »


Caldissime

Fiat deve affrontare due mal di testa strategici

Di Francesca Gerosa


Fiat sbanda a Piazza Affari alla vigilia dei conti. Perde il 3% e scivola a quota 4,02 euro. Domani sarà una giornata impegnativa per il Lingotto. Subito dopo il cda convocato per la trimestrale (il consenso degli analisti stima che nel terzo trimestre 2012 Fiat abbia registrato un trading profit a 910 milioni di euro, un risultato prima delle tasse di 515 milioni e un risultato netto di 250 milioni con un debito netto industriale a 6,5 miliardi), infatti l'ad Sergio Marchionne incontrerà i segretari di Cisl, Uil, Fismic, Ugl.

I sindacalisti sono consapevoli di non potersi aspettare più di tanto. A parte le sorprese che il top manager spesso riserva, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Roberto Di Maulo si attendono lo "scongelamento" degli investimenti prima avviati e poi bloccati a Mirafiori. Morgan Stanley ritiene che Fiat debba affrontare due mal di testa strategici: cosa fare con l'Europa e le modalità di accesso a Chrysler.

Per la banca d'affari ci può essere una soluzione comune per entrambi i problemi che potrebbe, in ultima analisi, sbloccare valore per gli azionisti Fiat. "Tuttavia non vediamo risposte rapide e la paura sul debito potrebbe sorprendere negativamente", precisano gli analisti di Morgan Stanley in un report di oggi in cui confermano il rating underweight e il target price a 3,90 euro sull'azione.

"Do it again, Sergio", incalzano gli analisti di Morgan Stanley che, sulla base di un mercato auto europeo ora senza dubbio peggiore del 2008, hanno tagliato le stime di utile per azione 2012-2014 da 0,51 a 0,33 euro, da 0,73 a 0,65 euro e da 1,25 a 1,19 euro per azione, scontando perdite più consistenti del previsto in Europa dal momento che i deboli volumi e prezzi persisteranno nel 2013.

Inoltre il broker si aspetta che i profitti in Brasile scendano nel prossimo anno anche se modestamente. Il debito netto di Fiat è infine atteso flat nel 2013 rispetto al 2012 (oltre 6 miliardi di euro). Nel solo terzo trimestre di quest'anno Morgan Stanley si attende un trading profit a 917 milioni di euro, un risultato netto di 347 milioni con un debito netto industriale a 7 miliardi.

"Pensiamo che sia più probabile un debito a 7 miliardi rispetto ai 6,5 miliardi attesi dal consenso vista la debole produzione in Europa attesa nel trimestre: -50mila trimestre su trimestre, solo parzialmente compensata dal Brasile: +25mila trimestre su trimestre", si legge nel report di MS.

"Dato poi che Fiat ha bruciato 2 miliardi di euro di cassa a fronte di un calo della produzione di 38mila nel terzo trimestre 2011, crediamo che sia probabile un free cash flow negativo per almeno 1,3 miliardi di euro nel terzo trimestre 2012", precisano gli analisti. "Aggiungendo una modesta cassa bruciata da Chrysler all’indebitamento netto di 5,4 miliardi del secondo trimestre si arriva a 7 miliardi nel terzo".

Con la produzione che verrà tagliata anche nel quarto trimestre, ma con gli investimenti che saranno ancora necessari per riattrezzare gli impianti italiani, "la guidance sul debito netto 2012-2013 potrebbe sorprendere negativamente". Se c'è comunque un amministratore delegato che può salvare Fiat, per Morgan Stanley questo è Sergio Marchionne.

"Un record impressionante di negoziazioni con i competitor, con i sindacati e i governi ci lascia fiduciosi che il ceo sarà aperto a tutte le opzioni, non importa quanto radicali", osservano gli analisti della banca secondo i quali la storia dimostra che un buon management ha un impatto massimo nei momenti di massimo stress.

Due problemi, una soluzione. Il piano A di Fiat appare quello di esportare la jeep dall'Italia ai mercati esteri. Questo ha senso per Morgan Stanley su più livelli. La capacità in Europa dovrebbe migliorare, spingendo la cassa verso Fiat che ne ha bisogno per il buy-out delle minorities di Chrysler.

Tuttavia ci vuole tempo e denaro. Fiat non ha ancora iniziato a riattrezzare gli stabilimenti italiani per costruire jeep, un processo che richiederà tanto tempo e investimenti.
Per cui è improbabile che si veda un impatto consistente di questa mossa almeno fino al 2014. E anche con una forte ripresa del mercato europeo e brasiliano nel 2013, avvertono gli analisti di Morgan Stanley, è improbabile che il buy-out delle minorities di Chrysler avvenga prima del 2014.


da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201210291107094753&chkAgenzie=TMFI&titolo=Fiat%20deve%20affrontare%20due%20mal%20di%20testa%20strategici
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« Risposta #17 inserito:: Novembre 21, 2012, 04:01:13 pm »

Caldissime

Exor può partecipare ad aumento di capitale di Fiat se tra 1,6 e 2,9 mld

Di Francesca Gerosa


Ubs ha falciato anche Exor. Di riflesso al downgrade di Fiat di oggi e di Fiat Industrial all'inizio di questo mese (da buy a neutral e target price da 10,70 a 8,50 euro), la banca svizzera ha abbassato anche il rating anche della holding di casa Agnelli sempre da buy a neutral, portando il target price da 22,40 a 20 euro. Oggi l'azione passa di mano a quota 18,38 euro (-3,77%).

Le valutazioni di Ubs riflettono le aspettative di un aumento di capitale da parte di Fiat al fine di acquisire Chrysler e, potenzialmente, accedere alla sua cassa. In particolare, gli analisti di Ubs stimano che l'importo dell'aumento di capitale possa essere compreso tra 1,6 miliardi e 2,9 miliardi di euro in modo tale che Exor possa essere in grado di parteciparvi (nel mese di aprile il cda della finanziaria ha autorizzato l'emissione di debito per un importo totale di un miliardo).

La scorsa settimana Exor ha pubblicato i risultato del terzo trimestre 2012 che gli esperti di Ubs giudicano un "non evento" con un indebitamento netto di 532 milioni di euro (+30 milioni di euro rispetto al secondo trimestre). Nel mese di ottobre, la società ha già emesso un bond da 150 milioni di euro su un totale di 1 miliardo con scadenza 2019 e cedola 4,75%.

Exor si aspetta un risultato positivo per la fine di quest'anno, anche se i numeri dipendono in larga misura dalle performance delle società controllate e collegate. Attualmente le azioni sono scambiate a Piazza Affari con uno sconto del 34% rispetto al target price di Ubs calcolato sulla base del net asset value e il 35% al di sotto del NAV (27,9 euro per azione) contro uno sconto medio degli ultimi tre anni del 42% e uno sconto minimo del 30% al tempo del de-merger di Fiat Industrial.

Attualmente Fiat Industrial (39,2%), SGS (25,4%) e Fiat SpA (17,1%) rappresentano oltre due terzi del net asset value totale di Exor. Al nuovo target price a 20 euro Ubs ha applicato uno sconto del 30% (inferiore alla media del settore) per riflettere il profilo di rischio più basso e il potenziale per realizzare valore nascosto.

da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?chkAgenzie=TMFI&id=201211201633598236
« Ultima modifica: Settembre 09, 2013, 09:30:50 am da Admin » Registrato
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« Risposta #18 inserito:: Dicembre 07, 2012, 11:10:08 pm »


Il voto anticipato tiene in ostaggio Piazza Affari, si salva Fiat

Di Francesca Gerosa


Niente da fare. Il calo della disoccupazione negli Stati Uniti e la fiducia del governo greco sul fatto che l'offerta di riacquisto dei titoli di Stato in mano agli investitori avrà successo non hanno risollevato le sorti di Piazza Affari, anche oggi azzoppata dalla crisi politica.
Il Ftse Mib ha perso lo 0,86% scivolando a quota 15.699 punti.

Magra consolazione: sul finale anche le altre piazze europee hanno perso smalto. Londra e Parigi sono salite rispettivamente dello 0,11% e dello 0,03%. Francoforte ha lasciato sul parterre lo 0,45% e Madrid lo 0,92%. Tutte appesantite dall'indice sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan, sceso a dicembre a 74,5 da 82,7 del mese precedente (le stime lo indicavano a 82), e dall'economia tedesca in frenata: la produzione industriale in Germania a ottobre è scesa del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2011 e la Buba ha tagliato le previsioni sul pil del Paese nel 2012 e nel 2013.

Ciliegina sulla torta è sempre stallo nei negoziati tra Casa Bianca e Congresso americano per evitare a inizio 2013 il fiscal cliff, vale a dire l'aumento automatico di tasse e tagli alla spesa. "La telefonata col presidente Obama è stata piacevole, ma siamo rimasti allo stesso punto", ha detto oggi lo speaker della Camera, John Boehner, aggiungendo che "è ora che il presidente Obama si presenti da noi con una proposta seria e ragionevole".

La tensione si è riflessa sullo spread Btp/Bund, tornato sui livelli di ieri sera a quota 324 punti base, dopo un picco questa mattina a 332.
Il rendimento del Btp decennale si è portato al 4,54%, dal minimo del 4,41% di tre giorni fa, con l'incubo elezioni anticipate.
Oggi il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha infatti dichiarato finita l'esperienza del governo Monti.

Il Pdl si adopererà comunque per una conclusione "ordinata" della legislatura, il che vuol dire che le Camere approveranno la Legge di Stabilità. Secondo le ultime indiscrezioni, Silvio Berlusconi punta a elezioni anticipate il 10 marzo, la stessa data delle elezioni regionali in Lombardia. "Voto a marzo dopo la legge di stabilità? Penso di sì perché la legge di stabilità l'abbiamo riscritta noi visto che quella del governo non era buona", ha previsto oggi Renato Brunetta.

Il voto prima possibile e poi un nuovo governo, sorretto da una grande colazione è la strada che ha indicato l'economista Giacomo Vaciago. L'attuale governo, ha spiegato il professore della Cattolica, con il sostegno della più grande coalizione della storia d'Italia, ha governato l'emergenza nell'ultimo anno e stava iniziando a produrre rusultati positivi in prospettiva.

Poi, l'avvicinarsi delle elezioni ha fatto venir meno la convenienza alla grande coalizione. Vaciago ha parlato di una sceneggiatura già scritta. "L'abbiamo sempre saputo. La maggioranza si rompe avvicinandosi al voto, ogni partito diventa concorrente". Per questo, in questa prospettiva, bisognava prevederlo, mettere in sicurezza il Paese rapidamente e andare a votare il prima possibile.

Ora, comunque, il prossimo governo deve essere in ogni caso di grande coalizione: sia che a guidarlo sia Monti, Bersani o Berlusconi.
Ma con lo spread in tensione anche oggi hanno sofferto le banche: Unicredit è scesa dell'1,30% a 3,64 euro, Intesa Sanpaolo dello 0,93% a 1,28 euro, Mediobanca del 2,33% a 4,19 euro e Mps dell'1,11% a 0,20 euro. Persino la Popolare dell'Emilia Romagna, che ha sottoscritto ieri il contratto di cessione ad Igi, Iniziativa gestione investimenti Sgr, dell'intero capitale sociale della controllata Arca impresa gestioni, ha perso l'1,26% a 4,69 euro.

La nuova formulazione dei Monti bond, secondo MF, dovrebbe essere introdotta in un nuovo decreto del Governo e prevederebbe profondi cambiamenti rispetto a quella originaria dell'estate scorsa. "Crediamo che le nuove caratteristiche dei Monti bond potrebbero essere approvate a gennaio 2013", hanno commentato gli analisti di Banca Imi. Ieri il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha dichiarato che l'entrata dello Stato nel capitale della banca non è considerata un'ipotesi realistica.

"Le parole di Grilli ci portano a credere che l'ipotesi più accreditata sia il pagamento delle cedole 2012 con i nuovi Monti bond, che potrebbe aumentare l'esposizione di Mps agli aiuti governativi a circa 4,1 miliardi di euro", hanno aggiunto gli esperti, confermando sull'azione sell e il target price a 0,18 euro.

Male anche le assicurazioni: Generali (-1% a 12,99 euro), Unipol (-2,27% a 1,51 euro), Fondiaria -Sai (-0,43% a 0,93 euro) e Mediolanum, in calo del 3% a 3,64 euro. Pesanti pure Eni (-0,17% a 17,81 euro) e di nuovo Saipem (-2,79% a 29,74 euro) che nelle ultime tre sedute ha perso oltre il 10%, dopo la notizia del coinvolgimento in un'inchiesta su presunta corruzione in Algeria e delle dimissioni dell'ad, Pietro Franco Tali.

Giù Mediaset (-3,13%) su cui sono scattati i realizzi dopo i forti guadagni delle ultime sedute. Non sono mancati comunque alcuni titoli che si sono mossi contro corrente come Impregilo (+3,41% a 3,27 euro), premiata a seguito della presentazione del nuovo piano industriale, Parmalat (+0,40% a 1,76 euro), Campari (+0,62% a 5,64 euro) e Fiat (+0,84% a 3,61 euro) la cui divisione polacca conta di licenziare 1.500 lavoratori, circa un terzo della sua forza lavoro, a seguito del calo della domanda di auto in Europa.

La produzione della divisione polacca non raggiungerà le 350.000 unità quest'anno e scenderà al di sotto di quota 300.000 nel 2013 rispetto alle 600.000 prodotte nel 2009. A fine ottobre nello stabilimento di Tychi, nel Sud della Polonia, lavoravano 4.967 persone. Il numero delle persone che perderanno il posto si conoscerà intorno a metà gennaio, al termine delle trattative con i sindacati iniziate oggi.

Lo stabilimento polacco produce ancora, oltre alla 500, anche la versione tradizionale della Panda che cesserà con la fine dell'anno.
Dal 2013 tutta la produzione di Fiat Panda sarà quindi concentrata nello stabilimento campano di Pomigliano che dovrebbe aumentare il livello di utilizzo degli impianti. Nell'impianto polacco Fiat produce anche la Lancia Ypsilon (dopo la chiusura di Termini Imerese).


da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201212071649016541&chkAgenzie=TMFI&titolo=Il%20voto%20anticipato%20tiene%20in%20ostaggio%20Piazza%20Affari,%20si%20salva%20Fiat
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« Risposta #19 inserito:: Dicembre 10, 2012, 07:31:15 pm »


Senza Monti niente austerity, spread oltre 350 punti

Di Francesca Gerosa

Italia, crisi: i rischi sul fronte economico


Partenza in rosso per le borse europee condizionate dalla crisi politica in Italia. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib cede il 2,47% a 15.312 punti e lo spread Btp/Bund sale a 356 punti base dopo che Mario Monti ha annunciato la volontà di dimettersi una volta che sarà approvata la legge di stabilità. La probabile data delle elezioni è fine febbraio. Venerdì scorso aveva chiuso a 323 punti. Il rendimento del Btp decennale è al 4,81%.

Lo spread sui Bonos spagnoli avanza da 416 a 438 punti, per un tasso del 5,64%. A soffrire sul listino milanese è il settore dei titoli bancari: Mps crolla del 5,85% e Intesa Sanpaolo del 5,23%. In forte calo anche Bpm (-4,88%), Banco Popolare (-4,99%) e Unicredit (-4,77%). Generali segna un calo del 3,08% e Mediolanum del 4,06%.

Per gli esperti di Equita si può dedurre che Monti è profondamente deluso dal comportamento di Berlusconi, si sente a questo punto svincolato dal patto di equidistanza dai vari partiti. Inoltre il Pdl è stato sorpreso dall'accelerazione della crisi politica tanto che vari esponenti del Pdl non sono d'accordo con la svolta "populista" impressa al partito.

Per Equita avere le elezioni il prima possibile è certamente positivo; l'atteggiamento anti-Monti di Berlusconi invece è destinato ad aumentare il premio per il rischio sugli asset italiani. "Dubitiamo però che gli investitori fossero così naif da aspettarsi una campagna elettorale tranquilla, quindi la volatilità è stata solo anticipata", precisano alla sim.

"Non va sottovalutata la possibilità che la svolta radicale di Berlusconi vada a rafforzare l'asse Pd-moderati e quindi un governo di coalizione che è quello che i mercati sperano", prevedono gli analisti che si aspettano quindi scosse di assestamento sui mercati, ma ritengono ancora, anzi forse a maggior ragione, che lo scenario centrale sia un governo di coalizione che porti avanti il programma di Monti".

Probabilmente quindi oggi si assisterà a un sell off sui titoli di Stato italiani, sottolinea anche Erik Nielsen, economista di Unicredit, aggiungendo che la pressione sulla carta governativa italiana potrebbe trasmettersi all'asta di Btp in calendario giovedì. "Comunque non sono seriamente preoccupato dalla direzione della politica in Italia".

Anzi, "se Monti dovesse prendere una chiara posizione alle elezioni, sospetto che il rally sui Btp potrebbe presto tornare". In effetti, una discesa in politica del presidente del Consiglio "sarebbe la strada migliore" per mantenere la credibilità guadagnata quest'anno dall'Italia, a detta di Fabio Fois e Giuseppe Maraffino, economisti di Barclays.

L'Italia deve infatti stare molto attenta a non erodere il capitale di credibilità accumulato dal premier Monti finora. "Al momento è difficile valutare se Monti entrerà nell'arena politica o meno, ma non lo escludiamo del tutto". Nel frattempo però per i due economisti di Barclays, i Btp saranno soggetti a volatilità: "il rischio politico, l'illiquidità del mercato a causa dell'avvicinarsi della fine dell'anno e le pressioni pre-asta in vista delle emissioni di dicembre, probabilmente alimenteranno le pressioni rialziste sui rendimenti dei Btp nei prossimi giorni", commentano gli esperti.

La percezione del mercato è che alle prossime elezioni politiche non ci sarà una chiara maggioranza in Parlamento che non sarà in grado di continuare con l'austerità introdotta negli ultimi 14 mesi da Monti. Per Annalisa Piazza, market strategist di Newedge, se l'ex-premier Silvio Berlusconi dovesse tornare alla guida del Paese, si tornerebbe a "uno scenario di non-austerità nel medio termine".

Lo stesso presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, vede come una minaccia per l'Italia e l'Europa il ritorno in campo di Silvio Berlusconi che è, ha detto il "contrario della stabilità". Parole bollate dal Cavaliere: "è assurdo e inaccettabile che il presidente del Parlamento europeo possa esprimere giudizi così sulla politica italiana".

Un botta e risposta a distanza che arriva in un'altra settimana chiave a Bruxelles, dove tra oggi e venerdì tutti i nodi, dalla Grecia alla supervisione bancaria, arriveranno sul tavolo dei 27, tra vertici e consigli straordinari. Con un'incognita in più: la crisi politica scoppiata in Italia.

da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201212100903599138&chkAgenzie=TMFI&titolo=Senza%20Monti%20niente%20austerity,%20spread%20oltre%20350%20punti
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« Risposta #20 inserito:: Febbraio 15, 2014, 10:46:35 am »

Industria

Renzi garantisca Pd riformatore e rilancio strutturale Italia

di Francesca Gerosa

Imprenditori, politici ed economisti ripongono parecchia fiducia in Matteo Renzi, ma la parola d'ordine è far presto con le riforme. Oggi il primo ministro, Enrico Letta, ha rassegnato le dimissioni e ha aperto la strada per la rapida creazione di un nuovo governo guidato dal segretario del Pd, sostenuto dall'attuale maggioranza.

La prima richiesta è arrivata dagli industriali. Ieri l'ad di Eni, Paolo Scaroni, il cui incarico scade la prossima primavera così come quello dei manager di Enel e Finmeccanica, si è augurato che questa volta l'indicazione dell'azionista Stato non arrivi all'ultimo momento. "Mi piacerebbe che anche le aziende italiane avessero un piano di successione che consente agli azionisti di avere visibilità su quello che succede e di averlo per tempo", ha detto Scaroni.

Scelta Civica ha già messo nero su bianco i suoi auspici per il prossimo governo Renzi, dando il suo sostegno in Parlamento se vedrà sulle riforme economiche e sociali lo stesso coraggio riformatore che il Pd ha messo nell'avvio di questa fase di riforme istituzionali. "Speriamo che il quarto cambiamento di strategia politica del Pd in poco più di un anno, dopo la stagione del governo delle sinistre, la maggioranza di cambiamento, le larghe intese da tutti sostenute e, infine, il cambio di passo imposto dalla nuova leadership di Matteo Renzi segnino davvero l'avvio di una stagione di riforme che sinora è stato il leit motiv delle primarie e del congresso del Pd ma che da oggi deve trasformarsi da propaganda elettorale ad azione di governo".

Sicuramente, secondo Raffaella Tenconi, analista di Bank of America Merril Lynch, "l'arrivo a palazzo Chigi di Matteo Renzi potrebbe avere un buon effetto sul clima di fiducia, se se la gioca bene. In ogni caso il 2014, a nostro avviso, sarà importante, più che per la performance dell'economia italiana in sé, per capire se verranno gettate le basi di un rilancio strutturale".

Dal sindaco di Firenze gli economisti si aspettano un forte impulso alle riforme politiche ma soprattutto economiche con un focus su rilancio dei consumi e l'abbassamento del costo del lavoro. In quest'ottica tra i settori/titoli che dovrebbero beneficiare maggiormente ci sono quelli esposti ai consumi domestici e le banche con impatti positivi attesi per Enel, Finmeccanica, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Generali e il settore media.

Tant'è che negli ultimi giorni la reazione del mercato all'aumento dell'incertezza politica è stata nulla, anzi positiva. L'indice Ftse Mib oggi ha toccato un nuovo massimo da luglio 2011 a quota 20.485 punti. Le aste italiane di questa settimana hanno registrato buoni risultati e il rendimento del Btp decennale è sceso sotto il 3,7%, vicino al livello più basso dall'inizio del 2006.

"Consideriamo improbabile un peggioramento del sentiment di mercato in questa fase. Gli investitori potrebbero adottare un approccio prudente in attesa di maggiore chiarezza sugli sviluppi politici che potrebbero comportare una ridotta attività sul mercato del debito italiano", hanno previsto gli esperti di Barclays. "Ma l'arrivo di Renzi è visto dal mercato come un evento moderatamente positivo in quanto aumenta la probabilità di un'accelerazione del processo di riforme in Italia".

Da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201402141641183945&chkAgenzie=TMFI&titolo=Renzi%20garantisca%20Pd%20riformatore%20e%20rilancio%20strutturale%20Italia
« Ultima modifica: Febbraio 15, 2014, 10:49:37 am da Admin » Registrato
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« Risposta #21 inserito:: Febbraio 22, 2014, 05:39:44 pm »

Telecom investe nei giovani talenti del digitale

di Francesca Gerosa

Telecom Italia debutta nel "seed investment". Il colosso tlc è pronto a investire 4,5 milioni di euro in tre anni (1,5 milioni l'anno a partire da questo) in opzioni o nel capitale sociale delle startup più innovative, in ambito digital e internet, mobile e green ICT. In pratica, potrà investire in opzioni o entrare direttamente a far parte del capitale sociale di queste start up, acquisendone quote di minoranza, con un investimento tra i 100 e i 500 mila euro.

Si tratta di investimenti cosiddetti "seed", dedicati cioè alla fase di avvio di giovani imprese tecnologiche, opportunamente selezionate, per accompagnarle nel proprio percorso di crescita e di inserimento sul mercato. "Con questo nuovo importante intervento, Telecom Italia continua a puntare sui giovani talenti del digitale e completa la propria strategia di open innovation con la nascita del proprio strumento di corporate venture capital", ha commentato l'ad, Marco Patuano.

Dopo aver lanciato cinque anni fa in Italia il tema del sostegno alle start up con il progetto Working Capital, Telecom Italia rafforza dunque il suo impegno per la costruzione di un ecosistema digitale capace di stimolare, anche in un momento di congiuntura economica negativa, le idee imprenditoriali innovative.

L'iniziativa si inserisce nel più vasto panorama di attività di sostegno e sviluppo dell'ecosistema dell'imprenditoria digitale che Telecom Italia promuove tramite il progetto Working Capital e i suoi quattro acceleratori d'impresa (Milano, Bologna, Roma e Catania) e che continuerà a proporre anche nel corso di quest'anno. Dal 2009 a oggi Working Capital ha valutato circa 6.000 progetti d'impresa, incubato e finanziato 19 startup, pre-incubato 36 startup, assegnato 109 Grant.

A partire dallo scorso anno, Working Capital ha poi attivato strumenti per facilitare e sostenere la commercializzazione dei prodotti e servizi delle startup selezionate, introducendo un "albo veloce", che ha permesso loro di entrare a far parte dell'albo fornitori del gruppo tlc, e il "basket dell'innovazione", con lo stanziamento di un budget di un milione di euro per coprire parte dei costi dei servizi commissionati dalle business unit di Telecom Italia alle startup WCAP. Dalla prossima edizione del WCAP 2014 è previsto un ulteriore supporto alle startup con l'introduzione del crowdfunding, strumento di finanziamento di recente introdotto dal legislatore italiano, attraverso un'apposita piattaforma collegata al sito di Working Capital.
A Piazza Affari il titolo Telecom Italia scende dello 0,70% a 0,855 euro.

Da - http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201402201132347714&chkAgenzie=TMFI&titolo=Telecom%20investe%20nei%20giovani%20talenti%20del%20digitale
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