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Autore Discussione: A Parigi la coppia scoppia  (Letto 4051 volte)
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« inserito:: Settembre 04, 2007, 04:20:45 pm »

A Parigi la coppia scoppia
di Simone Porrovecchio

Una francese disinibita.

Un americano geloso.

Due giorni esilaranti. Tra affari di cuore e scontri di civiltà.

Colloquio con Julie Delpy 

Quelli che hanno conosciuto e amato Julie Delpy nel ruolo di Celine nelle due pellicole indipendenti che l'hanno fatta conoscere in tutto il mondo, 'Before Sunrise' e 'Before Sunset', hanno sicuramente avuto l'impressione che l'attrice interpretasse se stessa. Lo stesso si può dire di questa freschissima opera prima 'Due giorni a Parigi', il nuovo film che la vede protagonista e anche regista, sceneggiatrice e autrice della colonna sonora.

La trama è semplice: la francese Marion e l'americano Jack passano 48 ore a Parigi, e il contatto con i genitori e gli amici di lei fa scoppiare un esilarante 'scontro di civiltà'. Presentato tra gli applausi al Festival di Berlino, 'Due giorni a Parigi' arriva nei nostri cinema per la Dnc il 28 settembre. E con la sua ironica analisi della vita di coppia si candida a diventare il 'Lost in Translation' della prossima stagione.

La storia della francese che va a vivere negli Stati Uniti fa decisamente pensare a dei riferimenti autobiografici...
"Sì, ma io e Marion siamo molto diverse. Lei ha un problema con la sua rabbia inespressa e poi è civettuola. Io non sono civettuola. Lo sfondo entro il quale la storia si svolge è simile alla mia vita, ma il film non parla di me".

Cinque anni fa lei ha avuto un brutto incidente automobilistico: in che modo ha cambiato la sua vita?
"È strano. Quell'incidente in realtà non ha messo veramente a repentaglio la mia vita. Solo che dopo ho cominciato a riflettere profondamente sulla vita che avevo vissuto fino a quel momento e sono arrivata alla conclusione che in futuro avrei fatto solo le cose di cui avessi davvero voglia. Così ho scritto 'Before Sunset' e ho smesso di dar retta al mio agente, che mi procurava solo piccole parti a Hollywood che non mi interessavano per niente. Ho preso in mano le redini della mia vita e ho guardato avanti".


Nel film ci sono numerose battute a sfondo sessuale. Da dove arrivano?
"Mi vengono in mente naturalmente, non posso farne a meno. Non ho tabù: se vedo un pallone gonfiabile a forma di pene a me viene da ridere. A volte mi sembra di essere l'unica attrice a non aver subito violenze da bambina. Per me il sesso è una cosa divertente".

Jack è molto geloso. Che rapporto ha lei con la gelosia?
"Quello che fa la gelosia è davvero imprevedibile e spesso incontrollabile. Ho visto persone istruite e socialmente qualificate soffrire come bambini indifesi. Quando decisi di affidare la parte ad Adam Goldberg, notai che dava il meglio di sé quando soffriva. È irresistibile quando fa quelle espressioni di sofferenza. Drammatico e comico allo stesso tempo. Anzi, più soffre e più è divertente. Per questo l'ho fatto arrabbiare tutto il tempo...".

Ethan Hawke, Julie Delpy,
e il regista di "Before Sunset", Richard LinklaterNon mancano alcuni stereotipi nel suo film. Perché li ha utilizzati?
"Non si tratta in realtà dei soliti stereotipi sui francesi e gli americani. Questi semmai sono gli aspetti che rendono il mio film a tratti esilarante. Ma quello che volevo raccontare è la natura delle relazioni affettive tra due persone. La decisione di fare, o non fare, il passo successivo, il coraggio di prendere una decisione che abbracci l'orizzonte di una vita. Si tratta di accettare l'altro, accoglierlo per quello che è che può darti, bizzarrie e idee bislacche comprese. Quello che volevo raccontare, e che spero di aver fatto con il mio film, è come affrontare la strada per il vero amore".

Nel film recitano anche i suoi genitori. Com'è stato dirigerli davanti alla macchina da presa?
"È stato fantastico. I loro ruoli li ho scritti pensando proprio a loro. Entrambi sono degli eccezionali attori teatrali e ho sempre ritenuto che un giorno mi sarebbe piaciuto dirigerli. È stata la cosa più divertente che abbiamo mai fatto insieme".

Lei ora sta lavorando a un altro film da regista, ispirato alla sanguinaria contessa ungherese Bathory. D'ora in poi si concentrerà sempre sulla scrittura e la regia dei suoi film?
"No, voglio continuare a recitare. Recitare è un gioco, in confronto a ciò che si deve affrontare quando si è registi e sceneggiatori di un proprio progetto. Però, senza dubbio, vorrò ancora mettermi dietro la macchina da presa. Per me fare la regista è stato come conoscere una persona nuova e avere la sensazione di conoscerla da sempre. Un'esperienza meravigliosa: è così che ci si sente quando ci si innamora, giusto?".

(04 settembre 2007)
da espresso.repubblica.it
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