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Autore Discussione: LAVINIA RIVARA. Giustizia, il no del Pd  (Letto 2607 volte)
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« inserito:: Marzo 09, 2011, 06:44:50 pm »



di LAVINIA RIVARA

Giustizia, il no del Pd

Il passaggio al Colle


Pierluigi Bersani chiude ad ogni ipotesi di confronto su quella riforma della giustizia che Berlusconi vuole varare domani in Consiglio dei ministri. Il Pd vedrà le carte, dice il segretario, ma già dalle anticipazioni ritiene che sia solo di una manovra di copertura per le leggi ad personam che servono al premier. Insomma il leader democratico pensa che si tratti solo di un bluff. E lo dice chiaramente: "Il governo ha messo in moto un treno che non ha una stazione di arrivo". In questo modo Bersani stronca sul nascere eventuali invito alla condivisione da parte della maggioranza, ma anche ogni tentazione di dialogo che dovesse sorgere nel suo partito. Ed evita di farsi scavalcare dai Di Pietro e dai Vendola che già sparano a palle incatenate contro la riforma. Più possibilista il terzo polo. Pier Ferdinando Casini non ha sbarrato la strada al confronto, ma ha avvertito che una discussione è possibile solo se si sgombra il campo dalle leggi ad personam. E tra queste, sottolinea con forza il centrista Lorenzo Ria, c'è il processo breve che punta solo ad introdurre l'impunità per il premier. Più articolato il dibattito all'interno di Futuro e Libertà, sempre alle prese con le sitinzioni tra falchi e colombe. Complessivamente l'opposizione appare ostile alle modifiche costituzionali sulla giustizia, mentre i togati del Csm, in allarme per le modifiche annunciate, criticano Alfano per non aver affatto interpellato il Consiglio superiore della magistratura sulla riforma. Tutto questo non favorirà certo il compito del ministro della Giustizia che, dopo l'ultimo colloquio con Berlusconi (rientrato oggi a Roma dopo la piccola operazione alla mandibola), è salito al Quirinale per presentare a Giorgio Napolitano la "epocale" riforma. Certo il Cavaliere, almeno per ora, andrà avanti. Forte del sostegno che anche oggi gli promette Umberto Bossi, dei numeri che ha in Parlamento grazie al gruppo dei cosiddetti "Responsabili". Che adesso però, in attesa di un rimpasto che dovrebbe premiarli ma che slitta di giorno in giorno, sono entrati in fibrillazione. Tanto da aver contribuito probabilmente a mandare sotto la maggioranza alla Camera e ad affossare la legge per il reclutamento di volontari nel corpo degli alpini. Una legge cara alla Lega, con la quale guarda caso i Reponsabili hanno ingaggiato un braccio di ferro sulla poltrona del ministro dell'Agricoltura. E così stasera Berlusconi incontrerà il capogruppo Sardelli, mentre non cessano i boatos che danno per imminente l'ingresso in maggioranza di nuovi tansfughi in arrivo da Fli, Idv e Mpa

da - repubblica.it/politica/
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 10, 2011, 09:49:30 am »



di LAVINIA RIVARA

Giustizia, il no del Pd il monito del Colle


Lo scontro che si profila sulla riforma della giustizia non può che preoccupare Giorgio Napolitano, che torna a raccomandare al governo la ricerca di ampie convergenze. In realtà la riforma che sta per essere varata dal Consiglio dei ministri sembra destinata a dividere ancora di più maggioranza e opposizione. Pierluigi Bersani chiude ad ogni ipotesi di confronto. Il Pd vedrà le carte, dice il segretario, ma già dalle anticipazioni ritiene che sia solo una manovra di copertura per le leggi ad personam che servono al premier. Insomma un bluff.

In questo modo Bersani stronca sul nascere eventuali tentazione di dialogo anche all'interno del suo partito. Ed evita di farsi scavalcare dai Di Pietro e dai Vendola che già sparano a palle incatenate contro la riforma. Più possibilista il terzo polo. Pier Ferdinando Casini non ha sbarrato la strada al confronto, ma a patto che si sgombri il campo dalle leggi ad personam. Articolato il dibattito all'interno di Futuro e Libertà, sempre alle prese con le distinzioni tra falchi e colombe. Complessivamente l'opposizione appare ostile alle modifiche costituzionali sulla giustizia, mentre i togati del Csm attaccano Alfano per non aver affatto interpellato il Consiglio superiore della magistratura su una riforma che pure punta a stravolgerlo. Insomma un rosario di critiche che Napolitano aveva ben presente quando il ministro della Giustizia gli ha presentato la bozza della riforma. Un testo ammorbidito rispetto a stesure precedenti più estremiste.

Alfano si è detto soddisfatto dell'incontro e del resto il capo dello Stato, pur avendo i suoi dubbi, non è certo entrato nei dettagli del provvedimento (che saranno poi esaminati dal suo staff), invitando soprattutto il ministro a cercare il dialogo con la magistratura e con le opposizioni, e a non incrinare i delicati equilibri costituzionali.

Certo Berlusconi (rientrato oggi a Roma dopo la piccola operazione alla mandibola), non sembra per ora tanto interessato allo scontro quanto a dimostrare che il suo governo è in grado di fare le riforme e di andare avanti. Forte del sostegno che gli conferma Umberto Bossi e dei voti dei cosiddetti "Responsabili". Che ora però, in attesa di un rimpasto che dovrebbe premiarli ma che slitta di giorno in giorno, sono entrati in fibrillazione. Tanto da aver contribuito a mandare sotto la maggioranza alla Camera e ad affossare la legge per il reclutamento di volontari nel corpo degli alpini. Una legge cara alla Lega, con la quale guarda caso i Reponsabili hanno ingaggiato un braccio di ferro sulla poltrona del ministro dell'Agricoltura.

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