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Autore Discussione: GIOVANNA VITALE Presto altre piazze di donne il "13 febbraio" sfida i politici  (Letto 2176 volte)
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« inserito:: Febbraio 15, 2011, 04:14:38 pm »

LA PROTESTA

Presto altre piazze di donne il "13 febbraio" sfida i politici

Il comitato che ha organizzato le manifestazioni per la dignità femminile diventa permanente e prepara una nuova mobilitazione per l'8 marzo.

Prodi: "Berlusconi pensi pure che sono tutte di sinistra"

di GIOVANNA VITALE


ROMA - "Non è che l'inizio". Sono ancora frastornate le "cattive ragazze" che domenica pomeriggio hanno portato in piazza un milione di persone 1. "Una realtà che non può essere elusa né minimizzata, con cui da oggi tutta la politica dovrà confrontarsi" si sono dette incontrandosi il giorno dopo, per ragionare a mente fredda su "come valorizzare quello straordinario patrimonio di energie, esperienze e culture diverse che, facendo rete, è finalmente diventato visibile", spiega Nicoletta Dentico, presidente dell'associazione Filomena.
"Fatte le debite proporzioni, è accaduto qualcosa di simile a quanto visto in piazza Tahrir", incalza, "grazie al tamtam partito sul web una moltitudine di donne, uomini, giovani, vecchi, laici, cattolici, lavoratori e precari hanno deciso di uscire tutti insieme da casa per farsi sentire".

Il passo successivo è la naturale evoluzione di quella piccola rivoluzione: il Comitato costituito per la manifestazione del 13 diventerà permanente. Pronto a organizzare - oltre agli Stati generali - una serie di iniziative che culmineranno, l'8 marzo, in un'altra giornata di mobilitazione generale. "È il momento per tutte e tutti di impegnarsi", scrivono in una nota le anime del movimento, "di rivendicare anche in Italia ciò che è la normalità in tutta Europa, dove le donne contano, decidono, esistono e nessuno si sogna di proporle come puro elemento decorativo della politica o della società". Un messaggio che ha travalicato i confini nazionali: "Si spaventino un po' questi maschi, se fossi stata a Roma anch'io sarei stata in piazza", ha detto Monica Bellucci. "Un milione di donne è sceso in campo per difendere la loro dignità e in senso ampio i diritti civili", ha apprezzato Kerry Kennedy.

È la reazione furibonda del premier Berlusconi a restituire la misura di un successo che ora interroga tutti. Ma se il leader del Pd, Pierluigi Bersani, preferisce sottolineare "le centinaia di migliaia di persone scese in piazza senza nessuno sforzo organizzativo", dando vita a una "giornata che ci ha riabilitato davanti al mondo", ci pensa Anna Finocchiaro a replicare: "Dalle tv di sua proprietà, senza contraddittorio, il premier ha tuonato contro la manifestazione di domenica: mi spiace contraddirlo, ma la vergogna è lui. Lì c'era un pezzo del Paese. Ascolti quel popolo e si dimetta". Usa invece l'ironia Romano Prodi: "Lasciamo che Berlusconi pensi che sono le solite donne di sinistra", motteggia l'ex premier, che in piazza ha invece visto "un'Italia tranquilla e positiva. Ma stanca. Le donne hanno dato un grande segnale al risveglio dell'Italia". Ecco perché è necessario ascoltarle, esorta persino Alessandra Mussolini, in disaccordo "con chi dice che c'erano solo quelle di sinistra, le radical-chic: è stata una grande manifestazione di popolo, non comprenderlo sarebbe un errore". Macché, "è stata strumentale e inutile", l'ha subito corretta il collega Luca Barbareschi: "Le donne hanno sempre usato il loro corpo per fare carriera, in tutti i settori, in tutto il mondo".
 

(15 febbraio 2011) © Riproduzione riservata
da - repubblica.it/politica
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