Gesù Mi sono sentita con lui. Lui Gesù... Ruby intercettata il 7 ottobre
L'interrogatorio-fantasma a Ruby «C'è l'emissario di lui...»
La ragazza sentita il 6 ottobre Ma non sono i magistrati Il giallo negli sms del fidanzato
MILANO - «Scene hard con il pr... con la persona»: chi sono i misteriosi «l'avvocato» e «l'emissario di lui» che la notte tra il 6 e 7 ottobre 2010, in compagnia di «Lele» (presumibilmente Mora), raccolgono le dichiarazioni «hard» dell'allora minorenne Karima«Ruby» El Mahroug in «un interrogatorio» che coinvolge «pezzi da novanta»?
È un «giallo» l'interrogatorio-fantasma della giovane marocchina. Perché quella notte a interrogare Ruby sicuramente non furono i magistrati milanesi.
E perché l'interrogatorio fu precedente sia alle «indagini difensive» degli avvocati-parlamentari di Berlusconi su Ruby (datate 3 novembre), sia all'emergere pubblico del caso (26 ottobre su Il Fatto).
Paradossalmente, è un «giallo» nascosto nell'ormai pubblico invito a comparire al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per le ipotesi di concussione e prostituzione minorile: nel senso che affiora nelle pieghe degli atti già scritti in questi giorni, ma di colpo sorprendenti se collegati ad altri elementi ricavabili dalle date dell'indagine.
Negli sms l'incontro misterioso
Venti giorni prima dello scandalo Luca Risso è il fidanzato che Ruby, l'altra sera nella trasmissione tv Kalispéra! di Alfonso Signorini su Canale 5, ha presentato come suo prossimo marito a breve. La notte del 6 ottobre 2010 Risso è con lei, presente a un «interrogatorio» complicato che accenna in diretta, tramite sms e colloqui telefonici intercettati, a una ragazza che l'annotazione di polizia redatta poi il 15 dicembre 2010 qualifica come una sua amica.
Risso deve essere in ballo già da parecchie ore quando in un sms delle 22.45 all'amica scrive: «Sono nel mezzo di un interrogatorio allucinante... Ti racconterò ma è pazzesco!». L'amica gli risponde: «Stai attento... ricordati grano», frase che già nei giorni scorsi lasciava trasparire sottostanti interessi economici.
Solo che ora, a incrociare meglio le circostanze sparse negli atti, si scopre che a fare l'«interrogatorio» di Ruby o di Risso non possono essere stati i pm milanesi: mai hanno interrogato l'uomo nel corso dell'inchiesta, mentre l'elenco delle fonti di prova contro Berlusconi indica solo 4 verbali della minorenne, l'ultimo il 3 agosto 2010. E anche il suo difensore esclude che poi sia stata reinterrogata.
«Sono qui, è sempre peggio In mezzo ci sono pezzi da 90»
Eppure alle 23.42 Risso con un altro sms informa la sua amica che «io sono ancora qui... È sempre peggio, quando ti racconterò (se potrò...) ti renderai conto... Siamo solo a gennaio 2010 e in mezzo ci sono pezzi da novanta». La sua amica gli domanda: «Perché stanno interrogando Ruby? E perché tu ascolti tutto? C'è Lele o solo l'avvocato?». E Risso alle 23.54 le sintetizza chi c'è all'interrogatorio: «C'è Lele, l'avvocato, Ruby, un emissario di Lui, una che verbalizza. Sono qui perché pensano che io sappia tutto».
Chi c'è dietro questo verbo al plurale? Non si capisce. Ma da una intercettazione successiva, si capisce cosa Ruby sta raccontando ai misteriosi interlocutori. Passati 39 minuti dopo la mezzanotte, infatti, Risso telefona all'amica con la quale si era scambiato gli sms: «Eccomi, sono ancora qua. Ora sono sceso un attimino sotto, a far due passi... Lei è su, che si son fermati un attimino perché siamo alle scene hard con il pr... con la persona».
«Il pr...», riferimento subito smozzicato in un più anonimo «la persona», è evocazione che lascia l'amica incredula: «Ma figurati». Risso invece le conferma «sì, sì». Lei non ci crede ancora: «Con lei?». Lui si irrigidisce: «Mmm, guarda, ti racconterò tutto...». L'amica capisce: «Va bè, non dirmelo per telefono». E lui: «No, no, infatti, brava, brava, perfetto».
Le indagini difensive su Ruby non il 6 ottobre ma il 3 novembre
Chi dunque ricevette da Ruby il racconto di quelle «scene hard»? Forse i difensori di Berlusconi che hanno sempre rivendicato di aver svolto «indagini difensive» (usando l'apposita legge) a favore del loro assistito, e che a questo scopo raccolsero a discarico del premier le dichiarazioni di 50 testimoni delle feste di Arcore, compresa Ruby? Parrebbe di no.
Luca Giuliante, l'avvocato che tutelava Ruby al Tribunale dei minorenni e difendeva in un procedimento per bancarotta Mora (qui invece indagato per favoreggiamento della prostituzione), soltanto a fine ottobre riceve dai legali del premier, Ghedini e Longo, la richiesta di acquisire presso Ruby circostanze utili ai fini delle loro indagini difensive; ma siccome si profila una potenziale incompatibilità tra l'assistenza legale di Ruby e la propria difesa di Mora, risponde loro che si accingeva a consigliare a Ruby di cambiare avvocato, suggerito nella persona del collega Massimo Dinoia.
Dinoia ha il primo contatto con la ragazza il 29 ottobre. E solo il 3 novembre raccoglie per iscritto, e inoltra a Ghedini e Longo, le risposte che Ruby aveva dato alle domande scritte poste tramite lui dai difensori del Cavaliere, il quale nel videomessaggio l'altro ieri sera ha letto proprio un passo di questa «dichiarazione giurata» nella quale Ruby lo scagiona negando qualunque rapporto di tipo sessuale.
E allora chi è che la notte del 6 ottobre aveva interrogato Ruby? Chi erano «l'avvocato» e «l'emissario di lui» presenti mentre Ruby rivelava loro le «scene hard con il pr... con la persona»?
E dopo l'interrogatorio-fantasma Ruby è richiamata da «Lui-Gesù»
Il giallo assume una doppia rilevanza perché l'indomani, cioè il 7 ottobre alle ore 19.21, Ruby racconta proprio a Risso di aver ricevuto una importante telefonata da un «Lui» definito anche «Gesù». «Mi sono sentita con lui», esordisce con Risso, che le chiede conferma: «Chi è lui?». Ruby: «Lui! Lui!». Risso pensa a uno preciso: «Lui lui? Lui il grande?». E Ruby conferma con l'ormai noto paragone: «Luiiii, Gesù. Comunque... Mi sono sentita con lui che m'ha chiamato...».
«Lui lui», «lui Gesù» può essere Berlusconi? Possibile. Benché tra i due non esistano telefonate intercettate, nel corso del tempo i tabulati hanno mostrato una sessantina di contatti fra il premier e la ragazza. Di certo, questo «lui» che chiama Ruby è perfettamente al corrente del contenuto del misterioso interrogatorio della notte precedente, perché sa che era presente Mora, sa che la ragazza ha lì raccontato e scritto molte cose, sa anche che nella serata ha spiegato di non aver potuto negare ai magistrati (quando l'avevano interrogata in estate) fatti che essi avevano già scoperto.
Dice infatti Ruby al telefono a Risso: «M'ha chiamato proprio tre minuti fa... Mi ha detto che s'è sentito con Lele, che io ho fatto, ho scritto tutte le cose, con l'avvocato e m'ha detto che ha saputo che ho detto tante cose. Guarda, io ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Tutte quelle che ho detto le ho dette per un semplice motivo, che ero messa davanti all'evidenza non potevo negare».
«Con il mare in tempesta, non si lascia soccombere le persone»
Poi Ruby, nella telefonata con Risso, comincia a riferirgli il colloquio con il Lui-Gesù, già pubblicato perché evocativo di richieste economiche: «Mi fa "ma noi non siamo in pericolo, noi siamo in difficoltà", mi fa "però sono cose da superare". Ho detto sì, però io ti volevo fare un'altra domanda, che m'interessa di più. Mi fa "dimmi", ho detto, cioè, io voglio che almeno da tutta questa situazione io ne esca con qualche cosa, perché di tutta la situazione cioè, sinceramente, non me ne frega niente. Lui fa "è normale", lui mi fa un detto strano, mi ha detto "quando il mare è in tempesta non è che le persone si lasciano soccombere", boh, una cosa del genere mi fa...».
Uscita la notizia dell'indagine il 26 ottobre, alle 20.51 viene ascoltata la telefonata in cui Ruby dice al padre di essere «con l'avvocato, stiamo parlando di queste cose e dobbiamo trovare una soluzione, mi ha detto... come si dice... Silvio gli ha detto "dille che la pagherò il prezzo che lei vuole l'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica che lei... che dica pure di essere pazza ma l'importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha 17 anni, o che non è mai venuta a casa mia"».
Luigi Ferrarella Giuseppe Guastella
21 gennaio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
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