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Autore Discussione: CHRIS PATTEN Anche Dio sta meglio  (Letto 1898 volte)
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« inserito:: Gennaio 13, 2011, 12:03:05 pm »

13/1/2011

Anche Dio sta meglio

CHRIS PATTEN*

È stato un anno migliore per Dio. Dopo i pesanti attacchi letterari all’Onnipotente da parte dell’accademico di Oxford Richard Dawkins, del saggista Christopher Hitchens e di altri, i credenti hanno avuto la loro rivincita.

Meglio di tutti è stato The Case for God della brillante scrittrice di religione Karen Armstrong. Ancora più importante è la notizia che sempre più persone (almeno in Gran Bretagna) stanno frequentando le chiese cristiane di tutte le confessioni. Inoltre, il Papa in settembre ha visitato la Gran Bretagna ed è stato un successo. Già sapevamo della grande affluenza nelle moschee del Paese. In questo periodo dell’anno, ovviamente, molti cristiani che non vanno in chiesa regolarmente vanno a messa per Natale. Le canzoni natalizie, le campane e i presepi sono ancora al centro delle feste di mezzo inverno, accanto all’onda consumistica. Quest’anno, tuttavia, la «grande spesa» in Europa è stata un po’ inibita dal gelo invernale e dai grandi programmi di austerità in quasi tutto il continente.

Anche nelle famiglie più senza Dio, nelle società occidentali la maggior parte dei bambini probabilmente conosce i dettagli della storia di Natale. I viaggiatori che non trovano posto nella locanda. La nascita di un bambino nella stalla. L’arrivo dei Magi che recano in dono oro, incenso e mirra. Impariamo tutto questo insieme a quanto ci viene raccontato su Babbo Natale, le sue renne della Lapponia e la sua sacca piena di regali. Perdiamo in fretta la nostra fede in questo mito invernale. Ma tendiamo a mantenere anche in età adulta la stessa visione di Dio che ci siamo formati nell’infanzia. Un vecchio con la barba lunga veglia su di noi, e molti di noi conservano un’idea piuttosto letterale delle storie su suo Figlio raccontate nel Nuovo Testamento.

È questo Dio che gli atei come Dawkins e Hitchens attaccano. E, con un tale obiettivo, non è molto difficile fare colpo e buttarla sul ridicolo. Lasciamo da parte il fatto che si può colpire in modo ancora più duro l’ateismo - ricordando le atrocità dei totalitarismi atei nel ventesimo secolo - e consideriamo l’offensiva contro coloro il cui attaccamento all’interpretazione letterale dei testi religiosi implica la negazione della scienza e della ragione. Per loro il mondo è stato fatto in sei giorni, l’evoluzione è un racconto di fantasia.

Quelli di noi che pensano che scienza e religione regnino su mondi diversi e ricordano come Socrate sostenesse che la scienza non dice nulla sulla morale o sul significato, trovano che la nostra causa è minata dai letteralisti e dai fondamentalisti di ogni religione. Ci sono cristiani che sanno tutto sul fuoco e sullo zolfo del Libro della Rivelazione ma non sembrano aver udito gli insegnamenti sulla generosità del Discorso della Montagna.

Allo stesso modo ci sono ebrei intransigenti, come i gruppi di coloni che cacciano i palestinesi dalle loro case a Gerusalemme Est ed Hebron, che hanno dimenticato gli antichi insegnamenti degli studiosi ebrei che sostenevano che si devono trattare gli stranieri come il proprio stesso popolo. E ci sono musulmani che ignorano gli inviti del Corano al pluralismo, alla tolleranza e alla pace.

L’attacco degli atei è spesso corretto là dove consiste nel sottolineare la quantità di danni fatta al nostro mondo da parte di questo genere di fondamentalisti. Gli atteggiamenti degli americani di destra sul ruolo del loro Paese nel mondo sono rinvigoriti dal dogma fondamentalista. Le Nazioni Unite sono una creazione del diavolo. Il presidente Barack Obama è un musulmano non-americano. La Palestina dal fiume Giordano fino alla costa dovrebbe essere consegnata a Israele, in modo che il mondo possa finire con un apocalittico trionfo cristiano.

I fondamentalisti ebrei ostacolano qualsiasi residuo processo di pace in Medio Oriente e costruiscono nuovi insediamenti illegali. I fondamentalisti islamici definiscono la jihad come una guerra del terrore contro l’Occidente e vogliono un califfato islamico dall’Atlantico al Pacifico.

Il dogmatismo stridente e dannoso dei fondamentalisti di ogni genere ha una caratteristica comune: un risentimento truculento, radicato nella paura e nel risentimento per la modernità. Il fondamentalismo cristiano in America si rifà al populismo del diciannovesimo secolo e all’anti-intellettualismo. I membri delle chiese evangeliche associano il loro credo al selvaggio individualismo dei primi pionieri. Disprezzano l’autorità costituita. I fondamentalisti ebrei credono che i critici di Israele siano antisemiti o, nel caso di oppositori ebrei alle linee politiche più intransigenti di Israele, «ebrei che odiano se stessi». I fondamentalisti islamici ritengono che ciò che il resto di noi vede come l’influenza liberalizzante del progresso tecnologico e della globalizzazione sia un ritorno di fiamma del colonialismo occidentale.

Per un anno nuovo felice, dobbiamo ascoltare i messaggi che sono il cuore di tutte queste grandi religioni, soprattutto la regola aurea confuciana che non dovremmo mai fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. Quel che la religione dovrebbe insegnarci non è come odiare, ma - per citare ancora una volta Confucio - come sviluppare società che curano e accolgono i poveri, gli stranieri e gli oppressi.

Questo è il messaggio più importante per tutti, atei compresi, che si possa ricavare dal racconto cristiano del Natale.

*Ultimo governatore britannico di Hong Kong ed ex commissario europeo per gli Affari Esteri, è Rettore dell’Università di Oxford

Copyright: Project Syndicate, 2010
www.project-syndicate.org

(Traduzione di Carla Reschia)
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