LA POLEMICA
Stop agli infermieri stranieri La Lega: incentivi agli italiani
In Provincia si blocca il piano per affrontare l'emergenza per l'assistenza nelle corsie
Il Pd: "Scelta miope che verrà pagata dai malati". Il Carroccio: "Agevoliano i nostri giovani"
di Laura Asnaghi
In tutta la Regione mancano all’appello 8mila infermieri, di cui la metà a Milano e provincia. Ma, proprio in Provincia, la Lega blocca un provvedimento per l’assunzione di infermieri: stranieri, soprattutto, perché di italiani con la “vocazione” ormai non ce ne sono quasi più. Il progetto, il cui iter è cominciato la scorsa primavera, coinvolge Provincia, Assolombarda e Aler: obiettivo, reclutare infermieri all’estero garantendo loro alloggi nelle case popolari con affitti accessibili. Tutto questo per far fronte all’emergenza che in Lombardia è arrivata a livelli molto alti. Ed è proprio la provincia di Milano l’area con la più alta concentrazione di ospedali e case di riposo per anziani.
La denuncia è di Ezio Casati, vicepresidente del consiglio provinciale, che ha presentato un’interrogazione urgente. Per assumere infermieri stranieri nel giro di breve tempo il progetto faceva riferimento alla rete degli sportelli dell’Eures, il portale europeo per la mobilità professionale, una sorta di “agenzia di collocamento” a livello continentale. Ma di fronte alla parola “stranieri”, seguita dall’indicazione della garanzia di alloggi popolari, la Lega ha opposto il suo netto no. Così il provvedimento si è impantanato.
"L’atteggiamento della Lega è ottuso - denuncia Casati - perché così si corre il rischio di non riuscire a far fronte alla penuria di infermieri sul territorio lombardo". Quello che doveva essere approvato in tempi brevi, del resto, non è un progetto inedito: "È dal 2003 che ha preso il via l’arruolamento di infermieri con l’Eures" ricorda Giovanni Muttillo, presidente dell’Ipasvi, in pratica l’ordine che rappresenta i 22mila infermieri che operano nell’area milanese. E aggiunge: "Tramite l’Eures sono già arrivati 600 infermieri dalla Spagna, ma nei nostri ospedali gli infermieri comunitari ed extracomunitari sono già 2.200, cioè il 10 per cento del totale".
Stavolta, però, la Lega si è opposta al provvedimento perché «con questa storia della casa favorisce gli stranieri a scapito degli italiani» come sostiene l’assessore provinciale alla Sicurezza, Stefano Bolognini: "Noi siamo convinti - continua - che se i giovani milanesi o lombardi, o italiani in genere, avessero agevolazioni per la casa, di infermieri ne troveremmo anche da noi. Ecco perché abbiamo chiesto un momento di riflessione rinviando il progetto alla presidenza. Questa emergenza si può equiparare a quella dei poliziotti. Se si garantisce l’alloggio non c’è bisogno di cercare all’estero".
Ma, secondo Casati, questa posizione rischia di causare gravi danni agli ospedali. In attesa di infermieri non ci sono solo le grandi strutture pubbliche di Milano ma anche l’Istituto europeo di oncologia, il San Raffaele e l’Humanitas, che attraggono pazienti da tutta Italia. "Bloccare l’arruolamento degli stranieri è una scelta miope - aggiunge Casati - si è chiarito in più occasioni che non ci sono abbastanza italiani per far fronte a tutte le richieste. Dire no al piano significa non assicurare adeguata assistenza ai malati e abbandonare gli ospedali ai loro problemi".
Ma la Lega la pensa diversamente: "Di questi tempi - conclude Bolognini - se si offrono agevolazioni anche gli italiani possono essere invogliati a mestieri faticosi come quello di infermiere". E così il braccio di ferro in Provincia continua.
(03 dicembre 2010) © Riproduzione riservata
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