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Autore Discussione: Il sollievo di Tel Aviv. "Hanno capito che Ahmadinejad è pericoloso"  (Letto 2029 volte)
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« inserito:: Novembre 30, 2010, 05:21:04 pm »

I DOCUMENTI WIKILEAKS

Iran, il messaggio di Israele agli Usa "Banche italiane timide sulle sanzioni"

E Medvedev disse a Berlusconi: "Avere a che fare con Teheran è frustrante".

Il sollievo di Tel Aviv. "Hanno capito che Ahmadinejad è pericoloso"


di MARCO PASQUA

   
Le preoccupazioni per gli affari che legano le banche italiane e tedesche all'Iran e la mancata applicazione delle sanzioni, hanno spinto Israele a sollecitare il sottosegretario al Tesoro Usa ad esercitare pressioni anche sul governo italiano, come si apprende dai documenti pubblicati da Wikileaks. L'argomento viene discusso durante la visita in Israele del Sottosegretario Usa, responsabile per il terrorismo e l'intelligence finanziaria, Stuart A. Levey, il 16 e 17 novembre 2008. Ne parla un cablogramma diplomatico del 10 dicembre, preparato dall'ambasciata americana a Tel Aviv, e inviato anche alla sede diplomatica di via Veneto, a Roma. Levey incontra il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, il direttore del Mossad, Meir Dagan, e altri rappresentanti del governo.

Al centro della discussione ci sono le sanzioni verso le banche iraniane e la lotta ai finanziamenti ai terroristi. Anche in questo caso, le rivelazioni di Wikileaks sembrano spiegare il "sollievo" espresso oggi dal primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. "I documenti mostrano diverse fonti che sostengono le valutazioni israeliane, specie sull'Iran", ha detto Netanyahu. Nel documento, gli americani sembrano sostanzialmente condividere le preoccupazioni di Israele, e sono d'accordo nell'esporre alla comunità internazionale le attività illecite condotte dalla Central Bank of Iran. E' di questa che si parla nell'incontro di novembre, quando gli israeliani sollecitano l'America a denunciare le sue attività illecite, visto che queste "rappresentano una minaccia al sistema finanziario internazionale".

La banca, secondo gli israeliani, starebbe aiutando settori commerciali e bancari iraniani a "raggirare le sanzioni" imposte al Paese. Dell'Italia si parla in un altro incontro al quale prendono parte anche Yossi Gal, direttore generale del Ministero degli Esteri israeliano, e Alon Bar, vice direttore Generale per gli Affari Strategici. L'oggetto della discussione sono i progressi fatti dalle banche europee nell'ambito degli sforzi per la non-proliferazione. E' Gal a lamentarsi della situazione in Italia e Germania, visto che questi Paesi "starebbero venendo meno all'impegno di far rispettare le sanzioni nei loro settori bancari".

Gal si rivolge direttamente a Levey, anticipandogli che il ministero degli Affari esteri di Israele "stava progettando una visita in Italia, nel mese di dicembre", pur tra molte incertezze, visto che non sapeva se i suoi tentativi di persuadere i politici sarebbero riusciti a tradursi in azioni concrete. Dubbi analoghi vengono avanzati sul sistema bancario tedesco, dove "le resistenze da parte della burocrazia e del settore privato spesso compromettevano i tentativi da parte di alcune figure politiche di migliorare la normativa tedesca".

Al termine dell'incontro, gli israeliani sollecitano il sottosegretario Usa ad esercitare pressione, insieme ad Israele, sui governi e sui settori bancari tedeschi e italiani, "affinché si impegnino ancora di più". Levey, da parte sua, evidenzia anche gli sforzi del ministero del Tesoro Usa di estendere le sanzioni all'Iran ai settori delle spedizioni e delle assicurazioni: "In questo senso  -  dice, per rassicurare gli israeliani  -  abbiamo trovato validi partner in Europa e nel Regno Unito per proseguire con questi sforzi".

Un anno dopo, il presidente russo Dmitri Medvedev confessa le difficoltà che sta incontrando nei rapporti con l'Iran. A rivelarlo è il personale dell'ambasciata italiana a Mosca, che riferisce di una confidenza fatta dal presidente a Silvio Berlusconi. "Avere a che fare con l'Iran è frustrante", avrebbe detto Medvedev, secondo il rapporto datato 14 dicembre, stilato dall'ambasciata americana a Mosca, e avente per oggetto i problemi tra la Russia e Teheran. E questo nonostante "i rapporti ufficiali del governo russo e dei media definiscano le relazioni tra Russia e Iran in piena salute". "Privatamente  -  nota il cablogramma  -  ci sono serie tensioni, su argomenti come la fornitura degli S-300 a Teheran e la possibilità che la Russia possa sostenere le sanzioni". I nostri diplomatici, riferendo le confidenze di Medvedev, fanno sapere che il presidente russo "era infastidito dal fatto che l'Iran avesse rifiutato la proposta relativa al Reattore di Ricerca a Teheran (il TRR)". "Una reazione  -  nota il cablogramma  -  che dimostrava una carenza di fiducia nei confronti della Russia". Sul fronte delle sanzioni, la Russia non è del tutto convinta della loro efficacia, ma fa notare che queste potrebbero far capire all'Iran che "è ora di cambiare direzione". Sempre citando le confidenze di Medvedev, questi avrebbe ammesso di "non sapere chi prende le decisioni a Teheran".

(29 novembre 2010) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/29/news/isreaele_e_le_banche_italiane-9656107/index.html?ref=HRER3-1
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