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Autore Discussione: PAOLO COLONNELLO. Ghedini e Longo svelano: abbiamo condotto indagini ...  (Letto 2160 volte)
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« inserito:: Ottobre 28, 2010, 05:14:13 pm »

28/10/2010 (7:17)  - IL CASO

I legali del premier: "Il caso della minorenne? Colossale montatura"

Ghedini e Longo svelano: abbiamo condotto indagini accuratissime

PAOLO COLONNELLO
MILANO

Una colossale montatura». Gli avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, non usano mezzi termini per definire i controversi verbali di "Ruby", la ragazza marocchina di 17 anni (ne compirà 18 la prossima settimana) che avrebbe raccontato di aver partecipato ad alcune feste in casa del Premier ad Arcore e non solo.

Verbali compilati a più riprese, ricchi di nomi altisonanti della politica e dello spettacolo, con particolari piccanti e a «luci rosse», ma anche ritrattazioni repentine ed evidenti contraddizioni. Insomma, roba da trattare con le molle. Tanto che nella stessa procura mostrano tutto il nervosismo di chi avrebbe preferito che questa storia rimanesse il più possibile custodita dal segreto investigativo, almeno fino alla conclusione di tutti gli accertamenti. Che invece i legali del Premier, Niccolò Ghedini e Pietro Longo, rivelano di aver svolto in parallelo, almeno per quanto riguarda la posizione di Silvio Berlusconi, «con indagini accuratissime», ascoltando testimoni e acquisendo riscontri documentali, fino a giungere ad una conclusione precisa: «Una bufala». Anche se sullo sfondo potrebbe proprio esserci un tentativo di estorsione ai danni del Premier. Di certo in questa storia un reato c’è: favoreggiamento della prostituzione. E anche un indagato: Lele Mora.

I legali, dunque, si dicono «tranquillissimi», anche se ammettono «un comprensibile fastidio» per l’eco mediatica del caso. Così minacciano querele: «Le notizie comparse sui giornali in relazione ad asserite dichiarazioni rese da tale Ruby, sono assolutamente infondate. La stessa procura di Milano - scrivono in un comunicato - si è già puntualmente espressa sull’inesistenza di indagini in tal senso. Del resto da approfondimenti svolti si è potuta acclarare la radicale e totale infondatezza delle illazioni giornalistiche avanzate».

Ma il fatto stesso che nel comunicato si dia conto di quelle che tecnicamente vengono definite «indagini difensive», rivela che l’inchiesta non solo esiste (condotta dal pm Sangermano, con la supervisione del procuratore aggiunto Pietro Forno), ma che i temi al centro dell’attenzione degli inquirenti sono in potenza esplosivi.

«Ruby» compare in tutta la sua procace bellezza su Facebook, ammiccando da una foto in reggiseno dove sembra ben più grande dei suoi 17 anni e dichiarando una passione per la danza del ventre e il taekwondo. Nonchè, come prima pagina preferita, proprio quella di Lele Mora, l’impresario attraverso cui sarebbe giunta alla corte di Arcore. Nell’inchiesta risulta per altro che nei mesi scorsi la figlia di Mora avrebbe chiesto al tribunale dei minori, attraverso l’avvocato Luca Giuliante, ex consigliere provinciale di Forza Italia, di poter avere l’affido temporaneo della giovane, al momento ospite di una comunità protetta di Genova per problemi con la famiglia di origine residente in Sicilia.

Circostanza, questa del tentativo di affido, che per i pm dimostrerebbe il timore di certi ambienti per le rivelazioni della giovane. Ieri si è svolto un incontro tra i titolari delle indagini e il procuratore Bruti Liberati, che ha ripetuto come la procura «non ha nulla da dire né commentare» e «per diversi giorni rimarrà nel silenzio più totale».

http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59904girata.asp
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