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Autore Discussione: Matthew Iglesias La «bestia» dell'informazione da oggi sull'Unità  (Letto 2236 volte)
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« inserito:: Settembre 16, 2010, 09:23:31 pm »

La «bestia» dell'informazione da oggi sull'Unità

di Matthew Iglesias*


Il risultato delle primarie, in particolare nel Delaware, sottolinea che questa supermobilitazione dell’estrema destra è un’arma a doppio taglio. Può tornare utile al partito conservatore, ma può essere anche la sua rovina. La vittoria di Christine O’Donnell è la spia di un conflitto all’interno dei conservatori tra quanti vogliono vincere le elezioni e realizzare un programma politico e quanti sono alla ricerca di pubblicità e attenzione.

Ricapitolando, il Delaware è uno Stato alquanto progressista. In circostanze normali i democratici non avrebbero difficoltà ad eleggere un loro senatore. Ma il candidato più forte del partito, il procuratore generale Beau Biden, ha preferito non presentarsi. E sebbene il semisconosciuto funzionario della contea di New Castle, Chris Coons, sia un valido avversario, i repubblicani avevano un validissimo candidato per la corsa al seggio senatoriale nella persona del deputato Mike Castle, esponente di un tipo di repubblicano del nord-est in via di estinzione: il moderato. Solo quattro repubblicani erano meno conservatori e solo sette circa nella precedente legislatura davano adito a questa distinzione. Castle era popolare, più conosciuto e in un anno in cui il vento gonfiava le vele del partito repubblicano, sembrava certo della vittoria.

E anche se Castle non è molto conservatore per essere un repubblicano, resta il fatto che è abbastanza conservatore per il Delaware. In sostanza è più a destra di qualunque democratico. Se invece a spuntarla fosse Coons avremmo al Senato un democratico di centro-sinistra molto tradizionalista. Ma al posto di Castle i repubblicani hanno scelto la candidata del Tea Party, consulente finanziaria e arrivista Christine O’Donnell. Christine O’Donnell si è presentata alle elezioni per il Senato nel 2006 finendo al terzo posto nelle primarie del partito repubblicano. Non di meno si è presentata come indipendente raccogliendo il 4% dei voti. Nel 2008 sembrava l’agnello sacrificale contro Joe Biden ed ottenne il 35%.

È veramente ineleggibile? E in che misura? Lo è al punto che persino Matt Kibbe, presidente di Freedom Works, una delle organizzazioni che appoggiano il Tea Party, ha dichiarato che non sarebbe saggio votare alle primarie per un candidato che non è in grado di vincere. Randall Chase della Associated Press ha scritto il 7 settembre che secondo Tom Ross, responsabile del partito repubblicano nel Delaware, Christine O’Donnell non aveva alcuna possibilità di vincere le elezioni e che quindi era inutile votarla alle primarie. Malgrado tutto non si può negare che il Tea Party può contare sull’entusiasmo della base e che a questa ondata di entusiasmo non possono opporsi né Kibbe né l’organizzazione del partito. Il Weekly Standard ha organizzato una campagna contro Christine O’Donnell scrivendo tra l’altro che usava i fondi della campagna elettorale per pagare l’affitto.

Più che uno scontro tra conservatori e moderati, la vittoria di Christine O’Donnell porta alla luce un conflitto all’interno dei conservatori. Secondo Charles Krauthammer appoggiare Christine O’Donnel è stata una decisione distruttiva, capricciosa e irresponsabile. Ma dopo tutto cosa c’é di capriccioso? Alla fin fine chi è Sarah Palin? Una impopolare ex governatrice. E chi è DeMint? Un senatore di seconda fila. Se non si mettessero in mostra in questa maniera non li noterebbe nessuno. Per loro che la scelta sia politicamente sbagliata non ha alcuna importanza.

Se si limitassero a combattere le battaglie di destra che hanno un senso verrebbero regolarmente scavalcati da altri esponenti politici conservatori obiettivamente più importanti. Facendo propria la linea oltranzista DeMint è riuscito a trovare spazio ed è ora l’indiscusso re della destra a Capitol Hill.
È comunque molto improbabile che diventi un esponente della maggioranza nel Senato degli Stati Uniti. La crisi economica e il clima politico sono ottimi alleati dei candidati conservatori in tutto il Paese e probabilmente faranno la fortuna di candidati ritenuti deboli come Rand Paul in Kentucky, Joe Miller in Alaska e persino Sharron Angle in Nevada. Tuttavia quasi certamente nel Delaware Christine O’Donnell non riuscirà a spuntarla.

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*Matthew Iglesias è membro del Center for American Progress Action Fund.

© 2010 RTST, Inc. From The Daily Beast/Distributed by The New York Times Syndicate

Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

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L’Unità e la “bestia nera” dell’informazione Usa

Inizia da oggi, con il commento di Matthew Iglesias, l’accordo tra l’Unità e The Daily Beast, il sito americano di politica e società fondato da Tina Brown, già direttrice di riviste come Vanity Fair e The New Yorker.

Nato nell’ottobre 2008, il sito (www.thedailybeast.com) è diventato rapidamente un punto di riferimento per giornalisti e commentatori politici; deve il suo nome al quotidiano inventato da Evelyn Waugh per il suo romanzo «L’inviato speciale» del 1938.

16 settembre 2010
http://www.unita.it/news/mondo/103593/la_bestia_dellinformazione_da_oggi_sullunit
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