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« inserito:: Settembre 09, 2010, 09:08:29 pm » |
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9/9/2010 Africa, senza strade non c'è crescita KANAYO F. NWANZE* Poco tempo fa ero in una strada del distretto di Choma, nel Sud dello Zambia, per incontrarmi con Rosemary Pisani, una contadina con una piccola fattoria, madre di otto figli che ha lottato per sfamare prima di entrare in una cooperativa di agricoltori che allevano capre. Grazie alla collaborazione e al sostegno degli altri agricoltori, ora ha una fiorente attività commerciale e tutti i suoi figli vanno a scuola.
Recandomi da lei per la via ho sorpassato donne che camminavano nel fango portando al mercato grandi carichi di frutta e verdura accatastati sulle loro teste. Ho immaginato che avrei potuto trovarmi diretto a una comunità rurale molto diversa se la strada fosse stata asfaltata e in buono stato di manutenzione.
Spesso in Africa le poche strade lastricate esistenti sono disseminate di buche e finiscono in sterrati quasi impossibili da percorrere senza un veicolo adatto. Più vicino alle comunità agricole le strade spariscono del tutto. Questo lascia completamente tagliate fuori e isolate zone rurali che hanno il potenziale per alimentare oltre un miliardo di persone affamate. Nell'Africa sub-sahariana quasi il 70% di tutte le persone che vivono in zone rurali si trovano a oltre mezz’ora a piedi dalla più vicina strada praticabile.
Kofi Annan, Presidente del Consiglio dell’Alleanza per una Rivoluzione Verde in Africa (Agra), ha riconosciuto questo isolamento: «In Africa l’imprenditrice agricola con un’azienda medio piccola nuota da sola. Non ha assicurazione contro il maltempo, non riceve sovvenzioni, e non ha accesso al credito. Dico “lei”, perché la maggioranza dei piccoli agricoltori in Africa sono donne». In effetti la metà dei piccoli agricoltori del mondo sono donne e noi dobbiamo avere presente che tocca loro camminare lunghi tratti per portare i loro prodotti al mercato. Al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), crediamo che l’agricoltura, indipendentemente dalle dimensioni o dalla scala di produzione, deve essere vista come un’impresa e i piccoli agricoltori come titolari di imprese di piccole dimensioni, piuttosto che come poveri che hanno bisogno di elemosina. Sempre di più viene riconosciuto che questi piccoli agricoltori e le loro comunità rurali sono una parte importante della soluzione alla insicurezza alimentare e alla povertà - ma solo se dispongono del necessario per svolgere il loro lavoro. La Rivoluzione Verde del secolo scorso ha avuto un impatto enorme sulla produzione agricola e su quella alimentare, trasformando la vita di milioni di persone. Molto di questo successo è dovuto a infrastrutture già esistenti. La densità di strade in India, all’inizio della sua rivoluzione verde nel 1970 era 388 km su 1000 chilometri quadrati. Questo a confronto con gli attuali 39 chilometri per 1000 chilometri quadrati in Etiopia e ai 71 per 1000 del Senegal.
Nuove strade portano altri servizi essenziali alle comunità rurali. In Etiopia solo il 2% della popolazione rurale ha accesso all'elettricità e la comunicazione telefonica è più o meno assente. I ricercatori ritengono che questo avvenga perché solo il 17% delle comunità rurali del Paese vivono a meno di due chilometri da una strada asfaltata.
Oltre alla carenza di infrastrutture, molti piccoli agricoltori in Africa hanno un accesso insufficiente alle risorse produttive, come la terra, l’acqua e le nuove tecnologie. Di conseguenza le rese sono generalmente troppo basse per permettere a milioni di famiglie rurali di generare eccedenze di mercato. Anche se i piccoli agricoltori sono in grado di produrre un surplus, la mancanza di accesso alle attività a valle come la trasformazione e la commercializzazione, impedisce loro di vendere facilmente.
La causa della mancanza di queste risorse vitali è il vergognoso abbandono del settore agricolo negli ultimi due decenni. Tanto i Paesi sviluppati come quelli in via di sviluppo, coinvolti nella rapida espansione economica e nel progresso tecnologico – si sono distratti. Hanno chiuso il rubinetto per l’agricoltura, lasciando che i piccoli agricoltori potessero contare solo sulle pratiche agricole di base e sui fondi del governo dei donatori. Quel rubinetto dev’essere riaperto. Nell’esperienza dell’Ifad, lavorare semplicemente per raddoppiare il reddito di un contadino piccolo proprietario terriero che riesce a raggranellare meno di un dollaro al giorno significa gestire la povertà, perché a due dollari al giorno, lui o lei rimane ancora povero. Ma sostenere quel piccolo proprietario nel lancio di un’azienda agricola che potrebbe aumentare fino a cinque volte il reddito e questo significa l’eliminazione della povertà.
Per dare ai piccoli agricoltori la possibilità di diventare imprese redditizie è essenziale che siano collegati ai mercati. Infatti, il sostegno alle infrastrutture rurali - tra cui strade di collegamento, elettrificazione, strutture per immagazzinare il raccolto, sostegno alle associazioni e alle cooperative agricole e accesso alla terra e agli impianti di irrigazione - è un elemento cruciale nella catena della valorizzazione.
Ogni anello della catena del valore, dai piccoli proprietari agli agenti del commercio locale agli agro-processori per i mercati regionali e nazionali, deve essere rafforzato. Dobbiamo collegare i produttori di generi alimentari con le persone che hanno bisogno del loro prodotto attraverso infrastrutture transitabili e ben mantenute. Inoltre, abbiamo bisogno di assicurare loro ricerca e tecnologia per fare sì che possano crescere i prodotti di miglior qualità e capacità di immagazzinamento in modo che possano vendere al massimo prezzo possibile. Se i piccoli agricoltori dispongono delle infrastrutture di base necessarie per far arrivare le loro merci sul mercato non solo saranno in grado di nutrire se stessi e le loro comunità, ma contribuiranno a una più ampia sicurezza alimentare. Abbiamo solo bisogno di asfaltare la strada che porterà agricoltori come quelli che ho visto in Zambia più facilmente sulla strada per la sicurezza alimentare.
*Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo.
Copyright: Project Syndicate, 2010
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