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Autore Discussione: GIANFRANCO FINI.  (Letto 19780 volte)
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« Risposta #30 inserito:: Agosto 23, 2010, 05:55:41 pm »

POLITICA

Da Bocchino proposta a Berlusconi "Governo con Fini, Rutelli, Udc e parte Pd"

Il presidente dei deputati di Fli sul sito di Generazione Italia: "Le elezioni non convengono al premier. Vincerebbe asse Lega-Tremonti. Serve un nuovo esecutivo".

Il viceministro Urso al premier: "Sarà il settembre della verità. Annulli la riunione dei probiviri".

I centristi replicano all'ennesimo attacco del senatùr. "Ci insulta perché lo ostacoliamo". Duello Cicchitto-Zaia: "Necessaria verifica prima di andare al voto"


ROMA - Italo Bocchino lancia una proposta che farà discutere. Destinatario Silvio Berlusconi. "A questo punto" la partita per il presidente del Consiglio "diventa veramente difficile", scrive il presidente dei deputati di Fli sul sito di 'Generazione Italia'. "L’unica strada che ha il premier", prosegue Bocchino, "è appellarsi al Parlamento come gli ha consigliato Casini per varare un nuovo governo con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia, costruendo una nuova coalizione che comprenda i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi".

Il voto non conviene al premier, ma sancirebbe soltanto la vittoria dell'asse Bossi-Tremonti. E' l'opinione del presidente dei deputati di Fli, Italo Bocchino. "Se davvero si andasse a elezioni anticipate - afferma il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, sul sito di 'Generazione Italia' - le uniche due certezze sarebbero il travaso di voti dal Pdl alla Lega e una maggioranza al Senato diversa da quella della Camera". "In uno scenario del genere" - continua Bocchino - "Bossi avrebbe gioco facile a chiedere un passo indietro al Cavaliere, che verrebbe pensionato da quello che ritiene l'alleato più fedele, aprendo così la strada a un governo Tremonti che sarebbe a propulsione leghista e otterrebbe il voto di una maggioranza larghissima che si formerebbe con l'obiettivo reale di mandare definitivamente a casa Berlusconi". Secondo il presidente dei deputati di Fli, "le truppe di "Futuro e libertà" diventano paradossalmente lo scudo del Cavaliere rispetto alla trappola, ma il presidente del consiglio deve decidere che atteggiamento avere verso Fini e i finiani".

Due sono i punti ritenuti fondamentali dai finiani per riavviare un dialogo. A spiegarli è il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso. Porre fine alla campagna mediatica contro Gianfranco Fini e annullare la riunione dei probiviri prevista per settembre. Sono queste le condizioni per riavviare il dialogo tra "Futuro e Libertà" e il Pdl. Il viceministro lancia il suo appello al partito del presidente del Consiglio, che anche ieri aveva ribadito il suo ultimatum ai finiani sui 5 punti del documento programmatico 1. "Cessino gli attacchi istituzionali al presidente Fini", dice Urso e si annulli la riunione dei probiviri prevista per metà settembre". Non sono possibili "processi alle idee", che devono poter circolare e confrontarsi liberamente nel centrodestra. I probiviri dovranno decidere quale sanzione adottare nei confronti dei tre dissidenti Granata, Bocchino e Briguglio.

Rispedita al mittente ogni accusa di aver causato lo strappo. "Sono altri - ricorda Urso - che hanno fatto uno strappo con i nostri elettori, cacciando con un documento illiberale Gianfranco Fini, che è stato il confondatore del Pdl. Ma io mi auguro ancora - rivela - che prevalga la ragione". "Questo - annuncia il viceministro - "è il settembre dellla verità". Altrimenti creare una nuova forza politica sarà un passo scontato. "Chi rappresenta milioni di elettori di destra", spiega Urso, "ha il diritto e non solo il dovere di dar loro rappresentanza".

L'Udc contro Bossi. Il nuovo attacco di Umberto Bossi all'Udc provoca la dura reazione dei centristi. "Che Bossi, noto trafficante in banche e quote latte, insulti l'Udc lo riteniamo molto utile per far capire agli italiani chi ostacola davvero i suoi progetti di occupazione del potere". Lo si legge in una nota della segreteria nazionale del partito, che aggiunge: "Si svegli chi ha votato questa legge sul federalismo, che è solo uno spot per la Lega, e chi nel governo viene messo sempre più ai margini dal Carroccio".

Duello Zaia-Cicchitto. Prima di parlare di elezioni anticipate è necessario fare una "verifica", non sono immaginabili "scelte a tavolino" e, comunque, il voto del sud è "decisivo". Sono i tre punti sui quali il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto replica al governatore del Veneto che oggi, su Repubblica, ha definitivo "inevitabile" il voto anticipato. "L'intervista del presidente Zaia presenta alcuni aspetti non condivisibili", dice Cicchitto, "Una verifica va fatta sia per andare in un senso che per andare in un altro, perché non sono praticabili scelte fatte a tavolino. Poi, specie nell'ipotesi delle elezioni, Zaia deve essere consapevole che è decisivo anche il voto del sud e che nel sud il ruolo decisivo della coalizione del centrodestra è quello svolto dal Pdl".


(23 agosto 2010) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/politica/2010/08/23/news/urso-riunione_probiviri-6449847/?ref=HRER1-1
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« Risposta #31 inserito:: Ottobre 31, 2010, 09:14:07 pm »

«Il pdl la smetta di dare la colpa ai giornali, alle toghe e alla sinistra»

Fini: «Paese dilaniato. Ostruzionismo sulle leggi che servono al premier»

Il presidente della Camera dà ragione alla Marcegaglia: «L'esecutivo stenta ad indicare le linee di ripresa»


ROMA - «Il Paese è fermo e dilaniato da mille polemiche». Gianfranco Fini non usa mezzi termini, e, sulla scia dell'intervento di sabato della leader degli industriali, lancia l'allarme, parlando ai circoli romani di Futuro e Libertà al teatro Adriano di Roma. «Il Paese è fermo - spiega il leader di Montecitorio - e ha ragione la presidente Marcegaglia: il nostro esecutivo stenta ad indicare le linee di ripresa». Su quale sarà la posizione di Futuro e Libertà nel futuro prossimo e sul possibile ostruzionismo all'attività del governo, Fini ha le idee chiare: «Interdizione sul pacchetto fiscale? No, perché non è stato presentato. Interdizione sul piano per il Mezzogiorno? No, perché non è stato presentato. Interdizione sulle leggi che servono unicamente per Berlusconi? Sì». Questo, ci tiene tuttavia a sottolineare il presidente della Camera, «non significa non affrontare i problemi della giustizia e della legalità».

«IL PDL NON DIA LA COLPA AD ALTRI»- L'Italia, è la convinzione di Fini, deve affrontare una «emergenza di tipo sociale» e gli «amici del Pdl» devono «smetterla di dire che la colpa di tutti i problemi è dei giornali, della sinistra o della magistratura». «La crisi finanziaria - osserva Fini - è passata senza che banche fallissero, anche grazie al governo, ma oggi è possibile che per chi sta nella maggioranza è sempre colpa dell'opposizione. Qualcuno, invece, si è preso la briga di andare a leggere l'analisi fatta su proletarizzazione del ceto medio? In Italia non c'è più ceto medio. Con un dramma che sta diventando giovanile. Possibile che non si riesca ad aprire gli occhi e a vedere che c'è conflitto giovani-anziani. Oggi se manca la pensione del nonno, i ragazzi non hanno soldi per portare fidanzata a mangiare pizza».

CASO RUBY - Incontrando i circoli romani di Fli, Fini non usa parole soft neanche quando si tratta di commentare il «caso Ruby». «Sono amareggiato - ammette -. È una vicenda che sta facendo il giro del mondo purtroppo e mette l'Italia in una condizione imbarazzante».

AFFONDO SULLA LEGA - Da Fini anche un affondo sulla Lega. «Possibile - si chiede il presidente della Camera - che l'Italia non riesca a trovare risorse che al contrario saltano fuori quando la Lega batte i pugni sul tavolo per difendere 200 ultrà delle quote latte?».

LUPI - Duro il commento di Maurizio Lupi, vicepresidente del gruppo Pdl alla Cameraalle parole di Fini. «Più degli imbarazzi sul caso Ruby, che non meritano commenti, se fossi nel presidente Fini ripenserei a quanto gravi sono, per la democrazia del paese, le parole pronunciate stamattina sull'interdizione che Fli farà alle leggi a favore del premier. Fini dimentica il ruolo istituzionale che ricopre» è l'attacco di Lupi. 

Redazione online
31 ottobre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/10_ottobre_31/fini-paese-dilaniato_8cfee446-e4d8-11df-8ccb-00144f02aabc.shtml
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« Risposta #32 inserito:: Novembre 20, 2011, 05:13:14 pm »

IL DOPO FIDUCIA

Fini: «Se Monti fallisce, fallisce l'Italia»

Il presidente della Camera il giorno dopo la fiducia Alfano: «Il governo? Battuto da confusione e mercati»


MILANO - Il giorno dopo la fiducia al neopremier «tecnico» Mario Monti, i big della politica tradizionale dicono la loro. «I nodi vengono sempre al pettine, e il tempo è galantuomo. Quello che è avvenuto è la dimostrazione che l'Italia era entrata in una fase turbolenta e per certi aspetti impossibile da gestire, per scelte che avevano determinato un conflitto permanente e che rischiavano di fare precipitare il Paese in un precipizio». Così il presidente della Camera e leader di Fli, Gianfranco Fini, parlando alla manifestazione del Terzo Polo «Viaggio nel Nord tradito», a Verona. Per Fini il Governo Monti «lavorerà per ridare all'Italia il ruolo che le spetta nell'Ue. Non ci può essere un direttorio franco-tedesco». Inoltre «se fallisce Monti fallisce l'Italia. O l'Italia si salva tutta insieme o rischia di perire tutta insieme». Poi un riferimento alle strategie politiche: «Dobbiamo cessare di pensare che le alleanze vadano costruite solo con l'obiettivo di battere l'avversario».

MONTAGNA DA SCALARE - «Il nostro è un sostegno leale al governo che ha una montagna da scalare ma che ha idee chiare» ha proseugito. «Mario Monti ha colto nel segno quando ha detto che bisogna rilanciare l'economia ma con equità sociale perchè nel nostro paese -ha ammonito- c'è una necessità assoluta di crescita dell'equità sociale». E ha poi spiegato: «E quando si parla di equità nel mercato del lavoro la categoria più debole oggi è quella dei giovani. Dobbiamo infatti cambiare le procedure per le assunzioni, è essenziale certo più flessibilità che non vuol dire libertà di licenziare per i nuovi assunti». E poi ha continuato «deve esserci un legame tra produttività e guadagno per il lavoratore». Quindi il presidente di Fli è tornato sul «sostegno ad un governo che ha le idee chiare e l'obiettivo di creare le condizioni per una società del domani migliore grazie a riforme importanti e necessarie riforme che toccheranno tutti a partire dai più fortunati e dai più privilegiati».

ALFANO - «Entriamo in questi giorni proprio in una nuova fase politica, quella rappresentata dalla nascita del governo Monti, i cui esiti sono del tutto imprevedibili, mentre è caduto il governo, eletto dagli italiani nel 2008. Il governo Berlusconi non è stato abbattuto dalla sinistra, non è stato sfiduciato né dal Parlamento, né dagli italiani, ma dal combinato-disposto costituito dalla confusione mentale e politica di alcuni deputati e dall'azione dei mercati, che oramai, non solo in Italia, intervengono pesantemente anche sugli equilibri politici». Questo il commento di Angelino Alfano, segretario del Pdl, nel messaggio di saluto fatto pervenire a conclusione del convegno, «i socialisti riformisti nel Pdl», a Milano. «Noi - dice Alfano - non ci siamo voluti far seppellire dall'andamento degli spread e dalla straordinaria campagna mediatico-politica guidata ad arte da certi settori della stampa. A nostro avviso in Italia non c'era spazio per una massacrante campagna elettorale dominata dal bombardamento dei mercati e dei media. Berlusconi, più di chiunque altro, ha dato prova del suo senso delle istituzioni e del suo amore per l'Italia facendo un atto di responsabilità».

Redazione Online19 novembre 2011 (modifica il 20 novembre 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

DA - http://www.corriere.it/politica/11_novembre_19/fiducia-monti-reazioni-day-after_dd88bc5a-12b0-11e1-b297-12e8887ffed4.shtml
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