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Autore Discussione: Pedro Zerolo. «L'Italia mi preoccupa. I diritti devono circolare come le merci»  (Letto 2322 volte)
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« inserito:: Luglio 25, 2010, 12:32:46 pm »

«L'Italia mi preoccupa. I diritti devono circolare come le merci»

di Cinzia Zambrano


E' stato uno degli ispiratori della legge sulle nozze gay in Spagna, ora è il principale consigliere del premier Zapatero in fatto di dritti civili, nonché deputato del Psoe.
Pedro Zerolo, viso allegro incorniciato da riccioli neri, anni 50 proprio ieri, molti dei quali passati nell’associazionismo omosessuale, è a Roma per presentare insieme con i deputati del Pd, Anna Paola Concia e Sandro Gozi, la «Libera Circolazione dei Diritti», una sorta di network che coinvolge parlamentari e attivisti dei paesi europei nella lotta comune contro ogni forma di discriminazione.

L’idea in realtà era nata già qualche mese fa a Madrid. Concia e Zerolo ci avevano pensato a margine di un convegno organizzato dal partito socialista spagnolo in tema di diritti di omosessuali e transessuali. Una rete da utilizzare, si era detto allora, come strumento per «rafforzare quei paesi dove i diritti di gay lesbiche e trans non riescono ad essere affermati, soprattutto gli ex paesi dell’est e l’Italia». Detto, fatto.
Ieri il battesimo nella capitale.

Zerolo, i diritti devono circolare, come le merci...
«Sì. È venuto il momento dell’Europa dei diritti, dei cittadini e delle diversità, dell’Europa società aperta. Penso che la forza del nostro continente stia proprio nella sua diversità: è l’unico continente che conosce la più alta concentrazione di diversità per chilometro quadrato al mondo. E questa deve essere la spinta propulsiva a combattere ogni forma di discriminazione. Per farlo, bisogna entrare in contatto con l’altro, comunicare, scambiarsi forme di esperienza per mettere a punto strategie comuni».

Da qui la rete...
«Esatto. Si parla tanto della libera circolazione della moneta, della libera circolazione delle merci, ha mai sentito parlare della libera circolazione dei diritti?
Bisogna lavorare anche per un’Europa dei cittadini e dei diritti, che riconosca i principi di libertà e giustizia a qualsiasi latitudine. E’ inaccettabile che esistano due velocità differenti all’interno dell’Unione sul tema del riconoscimento dei diritti civili. Il progresso economico deve essere accompagnato anche dal progresso culturale, giuridico e sociale degli Stati membri e dei cittadini».

Lei pensa che sono in pericolo i diritti civili...
«Assolutamente sì. Stiamo ascoltando discorsi politici che mai avremmo pensato di ascoltare in Europa. Discorsi omofobici, xenofoni, razzisti, machisti. Che godono di una rappresentanza politica. Hanno consenso elettorale. Non si tratta di minoranza, si tratta di partiti politici. Di governi. Tutto questo è inquietante, pericoloso. L’ultimo esempio che mi viene in mente è l’avanzata politica dell’estrema destra in Olanda. E’ una retrocessione nella storia dei diritti civili. In Unione europa ci sono 27 Paesi, in alcuni di essi governa la destra, in altri, l’estrema destra. C’è bisogno di una riflessione. La sinistra europea deve impegnarsi in modo chiaro, valido a costruire un’Europa attenta alle questioni dell’uguaglianza e dei diritti civili, altrimenti che sinistra è? Le forze del progressismo europeo - socialisti, democratici, verdi, liberaldemocratici - devono trovare il coraggio di investire la propria credibilità politica sulla costruzione di un’Europa più giusta ed equa, dove non ci sia più spazio per le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale, il genere, il sesso, la razza, il colore, l’età, gli handicap o la religione. Bisogna fare il possibile, anche se sembra impossibile...».

E la Spagna lo sa bene...
«Infatti, tutti mi dicevano: non si realizzeranno mai così tanti progressi nel campo dei diritti civili, e invece: negli ultimi sei anni, con il governo Zapatero, la Spagna è diventata un laboratorio avanguardistico in fatto di diritti, un esempio positivo, di libertà e uguaglianza, per l’Europa e per il mondo».

Questa è la Spagna...e l’Italia? Come vede la situazione qui?
«Guardo all’Italia con un’enorme preoccupazione, c’è in atto una chiara retrocessione sui diritti civili. L’Italia è l’unico Paese assente alla conferenza mondiale sull’Aids a Vienna. Quest’assenza è una sorta di manifesto del cammino involutivo che sta percorrendo l’Italia nel campo dei diritti. E quando parlo di involuzione, non mi riferisco solo ai diritti dei gay: parlo dell’uguaglianza tra uomo e donna, della lotta contro la discriminazione, del necessario riconoscimento della dignità di ogni persona, questo è fondamentale».

Qual è il rischio di questa deriva?
«Tensione e allarme sociale, esattamente quello che vuole la destra in tutta Europa per ottenere consenso elettorale. Ecco perché l’Europa è l’unica soluzione».

Il prossimo appuntamento?
«La prima riunione dei rappresentanti dei 27 paesi dell’Unione si terrà il prossimo autunno a Lisbona. È importante e significativo che un’iniziativa di questo genere parta dai paesi del Sud dell’Europa»

20 luglio 2010
http://www.unita.it/news/italia/101466/litalia_mi_preoccupa_i_diritti_devono_circolare_come_le_merci
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