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Autore Discussione: Séguéla, cari italiani votate per voi  (Letto 2577 volte)
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« inserito:: Maggio 25, 2010, 12:20:05 am »

20/5/2010 (7:39)  - CREATIVI

Séguéla, cari italiani votate per voi

Dal mago delle campagne elettorali uno slogan per la nostra sinistra

MARIA GIULIA MINETTI
MILANO

Strizzato in un completino di seta color asfalto, pelata abbronzatissima, Jacques Séguéla, classe 1934, celeberrimo pubblicitario francese, era ieri a Milano per celebrare i dieci anni della Fnac e presentare il suo nuovo libro Presidente da vendere (ed. Lupetti). Il primo presidente venduto - agli elettori - da Séguéla e che l’ha reso ovunque famoso è stato François Mitterrand: per la sua vittoriosa campagna nel 1981 inventò lo slogan «La force tranquille» (la forza tranquilla). Da quel momento Séguéla - noto per il lancio aggressivo di tanti marchi di successo, da Carrefour a Citroën, da Vuitton a Dunlop - è considerato un vero e proprio king maker. Di venti campagne politiche in patria e all’estero, si vanta, solo una è andata male: quella per Lionel Jospin, per cui aveva inventato lo slogan «Présider autrement» (fare il presidente in modo diverso).

Bravo bravissimo, ma basta una carriera sfolgorante nell’advertising, anche politico, a trasformare un maestro della réclame in un maestro di vita? Ad ascoltarlo, sembra che ne sia assolutamente convinto. Eccolo che ci insegna come uscire dalla crisi: «Dobbiamo spendere in modo diverso, pensare in modo diverso, vivere in modo diverso». Ovvero? «Passare dall’avere all’essere, dall’orgoglio all’umiltà, dall’egoismo alla generosità». Parola di pubblicitario, non di missionario, lui però non ci trova nessuna contraddizione, perché «la pubblicità è un’arte, come voi italiani avete ben capito». Ma, per arte che sia, non serve a vendere e dunque a spendere alla vecchia maniera? «Picasso ha sempre dipinto per vendere - ribatte -. E ditemi qual è lo scrittore che non sogna le grandi tirature».

Veicolo dell’uomo nuovo, sciolto dalla schiavitù del denaro, «che è un mezzo ma l’abbiamo fatto diventare un fine», lo spazio infinito e virtuale della Rete, aperta a chiunque: «Dobbiamo imparare a usarla per il bene comune, il nuovo dio è la condivisione». A proposito: «Condivisione significa partecipare alla vita di tutti, il mondo è globalizzato, tutto ciò che vi succede ci riguarda, ci impegna. Ma ci sono imprese più urgenti di altre. Per esempio, veder morire un albero fa male ma veder morire un bambino è intollerabile. Ogni sei secondi un bambino muore di fame!». Magari anche perché hanno abbattuto quell’albero, e desertificato il suo ambiente, non crede? «Bien sûr, bien sûr, l’ambiente è importantissimo. Io amo l’ecologia, cucino il pesce sulla brace all’aperto, in mezzo alla natura…».

Per quanto appaia sconcertante, l’uomo del futuro, del generoso, disinteressato futuro che ci salverà, in Francia è incarnato da Nicolas Sarkozy: «Per cinquant’anni ho votato a sinistra perché la sinistra guardava avanti, si muoveva in avanti. Ma ora chi si muove in avanti, chi guarda avanti è Sarkozy, e questa volta ho votato per lui. Purtroppo - sospira - la crisi gli ha impedito di mantenere le promesse elettorali, e adesso il 70% dei francesi lo osteggia». Com’è che invece Berlusconi, nonostante la crisi, in Italia regge nel gradimento? «Gli italiani sono dei sognatori e Berlusconi è una star, un attore hollywoodiano. Le star fanno sognare».

All’opposizione, sostiene, converrebbe cercare una star capace di competere con lui, invece di perder tempo ad attaccarlo: «Quando la troveranno, ho in mente l’appello che dovrebbe rivolgere agli elettori. Non il vecchio “Votate per me” ma un ben più nuovo “Votate per voi”. È la parola d’ordine del nuovo millennio. A dir la verità, l’avevo suggerita a Rutelli, ma non l’ha accettata. Peccato».

http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/201005articoli/55199girata.asp
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