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Autore Discussione: MICHELE DALAI La protesta che vola al contrario  (Letto 1969 volte)
Admin
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« inserito:: Maggio 22, 2010, 06:14:41 pm »

18/5/2010

La protesta che vola al contrario
   
MICHELE DALAI

Ci sono momenti in cui pare di volare al contrario. Faccio l’editore e domenica al Salone il mio marchio ha presentato quello che non a caso è il primo titolo del catalogo. «Di Sana e Robusta Costituzione», l’intervista di un giovane uomo di legge (Carlo Dalla Chiesa), a due grandi uomini di questa Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Giancarlo Caselli. Un evento pubblico a cui si sono presentate centinaia di persone, moderato da Davide Mattiello, figura centrale di Libera contro le Mafie.

Quando scrivo che non a caso si tratta del «primo» titolo è perché ne vado molto fiero, perché si tratta di un gesto forte, solido e assolutamente civile, di un atto d’amore nei confronti della Carta in un momento di turbolenze violente e di scosse e spinte profonde tese a destabilizzarla, a metterla in crisi, a considerarla antica e superata pur se giovanissima.

In appendice al libro c’è un testo di Mattiello che parla di beni confiscati alle mafie e dell’impegno di Libera per recuperarli ed evitare che alle mafie vengano assegnati nuovamente. A Libera vanno le royalties degli autori.

Poco dopo l’inizio della presentazione alcuni ragazzi dell’Onda hanno cercato di fare irruzione nella sala e per contestare una vicenda giudiziaria di un anno fa, hanno creato un disturbo continuo e del tutto strumentale al dibattito. Strumentale a una protesta di cui conosco il merito e che non voglio riportare, su cui ho opinioni del tutto personali. Ho assistito ai momenti di tensione provocati dai «manifestanti», e dal loro tentativo di irruzione (se si cerca il dialogo, è quella la forma?), al contatto con le forze dell’ordine e l’ho trovato umiliante, tanto umiliante quanto le parole e gli slogan contro Caselli. Umilianti per chi le ha usate e per come le ha usate.

Il procuratore Caselli non è una superstar, chi lo supporta e quotidianamente lo protegge dall’isolamento e dai rischi di una vita al servizio della legalità merita rispetto per i rischi che corre. Non solo: la presentazione di un libro che parla di legalità, istituzioni e lotta alla mafia non può diventare teatro di alcuno scontro o dimostrazione. Perché non ci sono sfumature o posizioni terze su quei temi. Per protestare esistono luoghi e situazioni adeguate, per contestare i provvedimenti giudiziari ci sono le aule dei tribunali e la stampa, che in questo paese lotta per restare libera e ci riesce.

Per questo la situazione di domenica, con la tensione vissuta da chi era lì per testimoniare vicinanza a Libera, con la sensazione sgradevole di un uomo di Stato contestato come negli anni peggiori con slogan troppo semplici e beceri, mi ha fatto vivere la sensazione di volare al contrario.

Poi però qualcosa è successo. Qualcosa di straordinariamente facile da dire e da fare, ma che è parso gesto rivoluzionario (quello sì), di grande bellezza. Prima la folla dei partecipanti alla presentazione ha continuato ad assistere e ascoltare senza farsi intimidire o distrarre. Poi Davide Mattiello ha chiesto, a fine presentazione, di alzarci tutti e accompagnare Caselli, una scorta spontanea, numerosa e civile. Di mostrare così la vicinanza all’uomo e di ripagare il sacrificio della sua testimonianza. Una cosa molto semplice e molto rara, 400 persone che si alzano e camminano al fianco di un uomo. Tutti tirapiedi (secondo un’espressione cara ai contestatori) di chi ha combattuto la Mafia ed era venuto a raccontarci come l’aveva combattuta. Allora, in quel momento ho sentito che la corrente tornava a soffiare dal lato giusto.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7366&ID_sezione=&sezione=
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