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Autore Discussione: GIUSEPPE DEL BELLO. "Mariarca la disperazione nel suo sacrificio"  (Letto 2708 volte)
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« inserito:: Maggio 15, 2010, 05:05:42 pm »

"Mariarca la disperazione nel suo sacrificio"

L'improvvisa scomparsa dell'infermiera del San Paolo che, per quattro giorni a fine aprile, si era fatta prelevare 150 millilitri di sangue, coincide con una nuova agitazione del personale.

Anche a maggio, infatti, la busta paga dei dipendenti della Asl Napoli 1 rischia di arrivare in ritardo

GIUSEPPE DEL BELLO


Una morte da chiarire e il dramma dei lavoratori. L'improvvisa scomparsa dell'infermiera del San Paolo che, per quattro giorni a fine aprile, si era fatta prelevare 150 millilitri di sangue, coincide con una nuova agitazione del personale. Anche a maggio, infatti, la busta paga dei dipendenti della Asl Napoli 1 rischia di arrivare in ritardo. E ai sindacati che minacciano ulteriori forme di lotta, la manager Falciatore e il subcommissario Zuccatelli assicurano che "la busta paga arriverà in tempo".

Intanto i sindacati sono sul piede di guerra. Il giorno della notizia della tragedia si apre con uno scenario cupo: gli stipendi per i circa 15 mila dipendenti della Napoli 1 sono in forse anche questo mese. Più precisamente: non c'è alcuna certezza che vengano corrisposti nei termini di legge, cioè entro il 27 maggio. A lanciare l'allarme sono i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fis, che ieri hanno incontrato il commissario straordinario della Asl 1 Maria Grazia Falciatore. Dalla manager non avrebbero avuto rassicurazioni sui tempi del pagamento, un elemento di incertezza che rende ancora più pesante il clima già teso per la morte dell'infermiera del San Paolo.

A fine aprile, per protesta, Mariarca Terracciano si era fatta prelevare 150 millilitri di sangue. Una volta al giorno, per quattro giorni. E la Falciatore, è la tesi dei sindacalisti, garantisce il limite del 31 maggio per pagare gli emolumenti ma, avvertono, "gli stipendi vanno erogati assolutamente entro il 27". E se "dopo la riunione del 19 maggio in Regione la situazione dovesse rimanere invariata", aggiungono, si passerà allo "stato di agitazione di tutto il personale". "Che il sacrificio di Mariarca non sia inutile", è l'invito dei lavoratori che hanno conosciuto l'infermiera alla notizia degli stipendi a rischio.

"Noi, come azienda sanitaria abbiamo già completato tutte le procedure di competenza della Asl", replica la manager, "adesso, resta una seconda fase che, però, è appannaggio della Regione". Il subcommissario Giuseppe Zuccatelli assicura: "Con il presidente Caldoro stiamo individuando gli strumenti per pagare entro il 27. E sono ottimista: avendo già presentato il riordino della rete ospedaliera, il 19 dal tavolo congiunto dei ministeri di Economia e Salute, avremo dei risultati. Noi opereremo al massimo delle nostre energie, ma il centrodestra deve assumersi la responsabilità di aver tolto la norma che bloccava i pignoramenti per tutto il 2010: se fosse ancora vigente gli stipendi sarebbero stati erogati puntualmente".

A esprimere sconcerto per la morte della Terracciano e a censurare lo "sperpero nella sanità, sintomo della sofferenza inflitta al cittadino" è Saverio Annunziata, dirigente nazionale dello Smi, il sindacato dei medici di famiglia italiani. Ma le reazioni arrivano a cascata perché, anche se l'autopsia non dovesse rivelare alcun nesso di causa effetto, resta la drammatica successione di eventi: una morte avvenuta a distanza di venti giorni dall'autoprelievo e una condizione di stress inflitta ad un dipendente. "Di certo è stata la disperazione a spingerla all'estrema protesta", osserva Annunziata, "è inconcepibile che un diritto primario, come quello di ricevere lo stipendio dopo un mese di lavoro, venga negato. La pessima gestione della sanità ha portato disastri economici che si ripercuotono sui cittadini e sui lavoratori".

Prende posizione anche il presidente dell'Ordine dei medici Gabriele Peperoni che, riferendosi al mancato pagamento dello stipendio ai lavoratori della Napoli 1, parla di un "epilogo insopportabile, che deve far riflettere sui risvolti umani, familiari e sociali che questi episodi possono determinare. Esprimo forte e sentito cordoglio per la morte della signora". Si tratta di una tragedia, aggiunge Peperoni, che colpisce "chi onestamente vive del proprio lavoro, svolgendolo, peraltro, con grande professionalità e dedizione a fianco degli ammalati". Dal direttore sanitario del San Paolo, Maurizio Di Mauro, parole di sconforto ma anche di certezza: "La morte di Mariarca mi ha sconvolto umanamente ma non credo assolutamente che sia attribuibile al prelievo. A ucciderla, mentre era in servizio, è stato un arresto cardiocircolatorio improvviso. Era una bella persona, di grande umanità e professionalità".

L'ex assessore alla Sanità Mario Santangelo, che è anche chirurgo e docente universitario, si associa al dolore generale ("di fronte a una morte del genere deve esserci massimo rispetto") ma non ritiene la protesta responsabile del decesso: "Per amore di verità occorre evitare strumentalizzazioni e collegamenti azzardati. Appare difficile che prelievi di sangue come quelli descritti possano aver causato una morte improvvisa. E questo, soprattutto perché la crisi ha colpito la signora una settimana dopo la sospensione della protesta. Se ci fosse stato un collegamento, i problemi sarebbero emersi subito". I funerali di Mariarca Terracciano si terranno alle 10 di oggi, nella chiesa di Santa Maria di tutti i Santi in via Sant'Antonio Abate, tra porta Capuana e piazza Carlo III.
 

(15 maggio 2010) © Riproduzione riservata

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/05/15/news/infermiera_disperata-4079179/
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