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Autore Discussione: Quando Guttuso inseguiva la passione della forma  (Letto 2517 volte)
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« inserito:: Agosto 24, 2007, 11:51:10 pm »

Doppia mostra in parallelo cercando affinità politiche e culturali con la Romagna

La prima esposizione apre oggi a Ravenna; domani inaugura quella di Longiano

Quando Guttuso inseguiva la passione della forma

Anna Tonelli


Il realismo d´artista dai nudi al popolo rosso  RAVENNA - I "Pescatori siciliani" che sembrano dialogare con le "Donne di zolfatari". "L´occupazione delle terre" che si perde nei "Garofani". Sono le visioni realistiche di Renato Guttuso ad affascinare gli occhi di chi entra al Palazzo De Andrè di Ravenna e alla Fondazione Tito Balestra di Longiano (FC). Due mostre in due luoghi differenti per raccontare "La passione della forma" di Guttuso. Un omaggio made in Romagna all´artista scomparso vent´anni fa, dopo aver lasciato un´impronta forte e decisiva alla pittura fondata sul gusto del reale e del quotidiano. Un anniversario "vivo" che espone 66 opere fra disegni, incisioni, dipinti a olio e litografie realizzati in oltre trent´anni di attività. Oggi, alle 19, s´inaugura la mostra di Ravenna, domani quella di Longiano (h. 18). Più corposa la galleria ravennate con 40 testimonianze che vanno dallo splendido studio su "La spiaggia" datato 1952 alla figura ricorrente del "Partigiano", insieme ad un universo guttusiano popolato da contadine, pescatori, donne urlanti, uomini ritratti in gesti quotidiani come la lettura del giornale. Interessante anche "I calciatori", un olio su tela della metà degli anni ´60, in pieno boom economico. Molti nudi e figure di donne occupano invece le stanze di Longiano che partono dalla "Lezione di anatomia", un disegno a inchiostro acquerellato che Guttuso tratteggiò nel 1936.

Le mostre romagnole dedicate a Guttuso non sono casuali, sia per il legame dell´intellettuale e artista alle zone "rosse", ma anche per la presenza in loco di personaggi che l´hanno conosciuto e apprezzato in vita. Fra questi anche Tito Balestra al quale è dedicata la Fondazione di Longiano. Di lui, Guttuso diceva: "parlava di rado, ma sempre in modo conclusivo: come un prestigiatore faceva di tanto in tanto apparire dalle pieghe dei suoi vestiti una stampa di Goya o di Daumier, o un epigramma. Era un uomo colto e segreto". Di qui la decisione di ricordare il rapporto fra i due attraverso un´esposizione che a Longiano valorizza la fase della pittura in cui Guttiuso si apre ai "nuovi realismi" che stavano attraversando l´orizzonte delle arti occidentali. Sono questi gli anni dell´ "Autobiografia", dei famosi "Funerali di Togliatti", di "Vucciria", del "Caffè Greco", cui si accompagnano le serie incalzanti dei nudi, delle nature morte, ed un´inesauribile produzione grafica: "Due nudi", "Studio di donne", "Figure", "Nudo disteso", opere che si ammirano nella Fondazione Balestra.

Più tradizionale, nel senso del realismo attento alle questioni sociali e alle tradizioni popolari, è la mostra ravennate al Pala De Andrè dove è evidente l´influenza del Picasso post-cubista. "Il Partigiano" e "L´occupazione delle terre" vanno in questa direzione con la realizzazione di un´arte che privilegia il contenuto e diventa messaggio e denuncia. Dopo la sconfitta del Fronte Popolare nelle prime elezioni politiche che sanciscono la vittoria e l´egemonia della Democrazia Cristiana, anche Guttuso non rimane avulso dalla crisi che investe il rapporto tra intellettuali e Partito Comunista, acuita della polemica tra Palmiro Togliatti ed Elio Vittorini. In questa querelle l´artista di Bagheria cerca di orientare il proprio realismo verso soluzioni che non appoggiano pedissequamente un realismo ideologicamente programmato, di un´arte al servizio della politica, puntando invece alla libertà di espressione, da perseguire con la ricerca delle qualità formali e delle tensioni stilistiche. Sono gli anni del bozzetto "La Spiaggia" da cui nascerà l´opera Spiaggia del `56, de "La contadina" e dei "Garofani". Accanto ai meravigliosi oli come "Tetti di Roma" e "La resa", numerosi sono gli inchiostri, le chine e le tempere. Solo qualche titolo significativo: "Strage", "Calze rosse", "Donna che si pettina", "Nudo verde", "Donna di profilo". Fino al 16 settembre (info. 335.8151821; 0547.665850). (24 agosto 2007)

da espresso.repubblica.it
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