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Autore Discussione: GIUSEPPE BALDESSARRO. L'anti pizzo di don Ciottti sbarca a Reggio Calabria  (Letto 2135 volte)
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« inserito:: Aprile 20, 2010, 11:11:00 pm »

Consegna ai commercianti che aderiscono all'iniziativa del logo "Reggio-Libera-Reggio" che indica i negozi che si ribellano alla 'ndrangheta

L'anti pizzo di don Ciottti sbarca a Reggio Calabria

di GIUSEPPE BALDESSARRO

REGGIO CALABRIA - Ci sarà un adesivo sulle vetrine dei negozi che si ribellano al pizzo. Con sopra scritto "Reggio-Libera-Reggio". Sarà un marchio, positivo. Indicherà ai cittadini che quell'azienda non dà soldi alla 'ndrangheta, che non vuole piegarsi al racket, che è pronta a denunciare o che lo ha già fatto. Parte così l'iniziativa tenuta a battesimo da don Luigi Ciotti. La prima del genere a Reggio Calabria, tra le poche grandi città del sud a non avere ancora un'associazione antiracket, e che ad oggi conta solo tre denunce. Ai commercianti Libera chiede un atto di fiducia e di coraggio. Un gesto importante, al quale i cittadini dovranno dare forza scegliendo di andare a sostenere le attività che vi aderiranno con i loro acquisti. In questo senso  -  come ha spiegato il referente reggino di Libera, Mimmo Nasone -  è iniziata ieri anche la campagna di adesione riservata alle famiglie, alle persone, alla gente comune che aderendo si impegnano a dar man forte a chi si ribella alla 'ndrangheta.

Per Ciotti "c'è bisogno di concretezza, di meno parole e di più fatti, forse di meno convegni, come se ne fanno in Italia tutti i giorni, alcuni importanti, ma c'è bisogno di tanta concretezza, coerenza, continuità soprattutto".
L'iniziativa è il frutto di un impegno di 58 associazioni anche diverse tra loro, ma che secondo Ciotti hanno avuto "la forza di togliersi delle etichette per costruirne una insieme". Il presidente di Libera ha spiegato che "proprio per questo si tratta di una iniziativa importante. Non è mai successo in Italia che tante associazioni si mettessero insieme, partendo da quella meravigliosa esperienza di "Addio pizzo" a Palermo, indicando alla gente un simbolo da seguire, imprenditori da aiutare e sostenere, creando le condizioni affinché possano avere la dignità del loro lavoro".

All'iniziativa anche Tano Grasso, della Federazione antiracket italiana, per il quale "è l'avvio di un percorso importante. Reggio Calabria è, purtroppo, una delle città più in negativo dal punto di vista della reazione al racket da parte degli imprenditori". Aggiungendo che "a Reggio siamo ancora al punto di partenza. Questo è un buon inizio, ma è solo il punto di partenza di un ragionamento da fare sul racket". Da una parte quindi la consegna del logo antiracket "Reggio-Libera-Reggio" agli imprenditori che condividono l'iniziativa. Dall'altra l'avvio di una campagna per il sostegno del consumo critico e responsabile, indirizzando la gente ad acquistare beni e servizi presso imprese che hanno denunciato il racket o che rifiutino di pagare il pizzo nelle sue diverse forme, o che decidano di non assecondare più le richieste estorsive, esercitando la propria attività con provata libertà da qualsiasi legame con la 'ndrangheta.

(20 aprile 2010) © Riproduzione riservata
da repubblica.it
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