Pdl, Farefuturo si schiera con Fini

CENTRODESTRA

Pdl, Farefuturo si schiera con Fini

"Insulti? I conti si fanno alla fine"

Il giornale della Fondazione difende il presidente della Camera in rotta di collisione con il premier
"Siamo un esercito che non prende ordini e che pensa in proprio".

Bersani: "Comunque vada i problemi restano aperti"

ROMA - Resistere, resistere, resistere. E aspettare "perché i conti si fanno alla fine". E perchè "sono le idee che fanno la storia. E non la propaganda". Nel pieno dello scontro tra Fini e Berlusconi, con i colonnelli del premier e del presidente della Camera che si azzuffano davanti alle telecamere, Ffwebmagazine', il giornale della Fondazione Farefuturo, legata all'ex leader di An, invita alla perseveranza, convinto che alla fine la bilancia penderà dalla parte di Fini.

Il presidente della Camera, come ormai è abitudine, viene sferzato da giornali come Libero e Il Giornale. A loro (ma anche a chi nella maggioranza minimizza, ironizza e attacca le mosse di Fini) si rivolge il direttore Filippo Rossi quando parla di "inevitabile e prevedibile grancassa" che dipinge Fini come "uno uomo solo" e i finiani come "quattro gatti", "traditori, ingrati, voltagabbana". Attacchi degni, continua Rossi, "di una retorica guerriera degna della penna di qualche giornalista embedded che trasferisce alla pubblica opinione i dispacci dei comandi militari. Veline di guerra, insomma. Bugiarde come tutte la propaganda con le stellette".

E a chi definisce Fini e i suoi come "esercito del Fantozzi", "brigata Ridolini", "armata Brancaleone", Ffwebmagazine mette in chiaro la reale consistenza della scelta del presidente della Camera: "L'esercito di Fini è molto più potente di quanto immaginano. E' molto più numeroso. Molto più convinto".

Una milizia diversa da quella del Cavaliere. Che non ha "armi", "generali", "retorica e rabbia". Un esercito anomalo che "non vuole andare alla guerra perchè è composto da civili che non amano mettersi la divisa, che non vogliono prendere le armi. Di civili che coltivano l'arte della discussione e del confronto".

Toni chiari, opposti alla scelta di campo continuamente evocata da Berlusconi. "Siamo gente che non capisce, non sopporta, la retorica urlata di una politica autoreferenziale". Gente che non concepisce il Pdl come una caserma, tanto per citare Fini, ma che "sa scegliere, perché non è embedded, non è aggregata e non è gregaria". Gente che pensa "con la propria testa". Gente che "non prende ordini" e non canta "canzoncine orecchiabili". Tipo quella dedicata al premier, colonna sono d'obbligo di ogni kermesse del centrodestra. Non canzoncini, dunque, risposte sulla Lega, sul federalismo fiscale, sulla ripresa economica e sulla democrazia interna al Pdl. Tutte cose che Fini dirà alla direzione del partito in programma per giovedì. Il presidente della Camera parlerà, poi toccherà a Berlusconi. Ed allora si capirà che sbocco potrà avere questo scontro a lungo covato e adesso arrivato al redde rationem.

Come finirà? Quantp è reale l'ipotesi di un gruppo autonomo di Gianfranco Fini? "Non lo sanno loro nel Pdl, non posso saperlo io. Non so se aggiusteranno i problemi, di certo non li risolveranno" commenta, dall'opposzione, il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Per il leader democratico "tutto quello che sta succedendo segnala" però "che questa loro vittoria alle regionali 'senza se e senza ma' è una leggenda", perchè "il Pdl ha perso quattro punti e quelli di An se ne sono accorti. Un partito non lo fai sul predellino". Comune, invece, la richiesta dell'Idv e di un ministro come Rotondi: in caso di spaccatura della maggioranza si vada alle elezioni anticipate.

(18 aprile 2010)
da repubblica.it