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Autore Discussione: CATERINA PASOLINI Osservatori Onu alle elezioni "È una utile provocazione"  (Letto 2302 volte)
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« inserito:: Marzo 21, 2010, 04:23:41 pm »

La proposta shock lanciata ieri dallo scrittore Roberto Saviano

"Voto di scambio e inquisiti nelle liste". E i Poli si dividono

Osservatori Onu alle elezioni "È una utile provocazione"


di CATERINA PASOLINI


ROMA - Servirebbero gli osservatori dell'Onu per un voto onesto e regolare in Italia, scriveva ieri Roberto Saviano tracciando desolato la mappa di un paese dove sono decine i candidati in lista inquisiti, condannati, dove i casi di voti di scambio e favori si sprecano.
Una proposta shock dall'autore di Gomorra, visto che gli osservatori delle nazioni unite normalmente intervengono dove la democrazia è a rischio di brogli e in paesi in guerra come le ultime elezioni in Afghanistan, Iraq o Ucraina. Un'idea divide i politici di opposti schieramenti.
"L'analisi di Saviano di un Sud devastato dal rapporto politica malavita è disperata, senza speranza. Non mi ci ritrovo, io sono ottimista e vedo segni di cambiamento. Quanti sono poi questi politici sospetti nelle liste? Due su cento? Beh, io preferisco vedere i 98 puliti", dice Maurizio Lupi del Pdl che aggiunge: "Le sue parole sono comunque un forte richiamo al senso di responsabilità. Per i politici - visto che la politica si fonda sulla società civile e sull'idea di servizio per il bene comune - e per i cittadini che possono scegliere il candidato col voto. Astenersi è sfuggire alla responsabilità".

La giudica invece "una provocazione positiva" Felice Casson, ex magistrato nelle fila del Pd: "È soprattutto uno stimolo perché torni l'etica nella politica che oggi non sa rinnovarsi, cambiare, far pulizia al suo interno, che accetta senza indignarsi inquisiti e condannati tra i suoi candidati". Sulla stessa linea Massimo Donadi, dell'Italia dei valori, reduce da una tappa elettorale in Calabria.
"Lì ho ritrovato quella cappa opprimente e la sensazione che non vi sia speranza di cambiamento di cui parla Saviano. L'impressione che politica e criminalità in alcuni luoghi abbiano interesse a che nulla cambi". E davanti all'inquietante rassegnazione e disinteresse che racconta di vedere nel paese, per Donadi la proposta di Saviano è un sasso gettato nello stagno, uno sprone a cambiare. "Bisogna ritrovare la forza di indignarsi davanti al palese oblio della legalità e dei valori a cui stiamo assistendo". I mezzi per ristabilire la legalità, secondo Donadi ci sono tutti, solo che non si vogliono usare. "Bastava che tutti i partiti avessero come noi mandato le liste dei candidati alla commissione antimafia per controlli e si sarebbe evitate inopportune presenze alle elezioni". Casson sottolinea anche lui che i mezzi ci sono "è la volontà che sembra mancare: dopo tante chiacchiere il governo non ha ancora varata il ddl anti corruzione. La realtà è che non serve aumentare le pene, è una questione di formazione, di etica visto che non è mai con la repressione che si risolvono i problemi".

© Riproduzione riservata (21 marzo 2010)
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