LA-U dell'OLIVO
Novembre 23, 2024, 07:18:13 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: MARIA GRAZIA BRUZZONE Rai, Masi finisce sotto assedio  (Letto 2266 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Marzo 18, 2010, 08:38:14 am »

18/3/2010 (7:30)  - POLEMICHE VERSO IL VOTO

Rai, Masi finisce sotto assedio

Chieste le dimissioni

MARIA GRAZIA BRUZZONE

La tempesta di Trani investe in pieno Mauro Masi, direttore generale di una Rai già nell’occhio del ciclone per i talk show annullati dalla maggioranza di centrodestra. Nel giorno in cui il dg, intervistato dal Corriere, nega di aver mai subito pressioni da Berlusconi, Il Giornale e Repubblica pubblicano un mare di intercettazioni che dimostrano il contrario. Il cda Rai che doveva riunirsi ieri viene prontamente annullato. Anche perché all’ordine del giorno, oltre al caso Minzolini, pure coinvolto nell’inchiesta di Trani, c’era anche il caso di Paolo Ruffini, l’ex direttore di Rai 3 rimosso l’autunno scorso che ha fatto causa alla Rai per essere reintegrato al suo posto. E nelle intercettazioni Masi, fra l’altro, parla proprio di lui, vantando il suo allontanamento come una sorta di successo rispetto ai «desiderata del premier».

Così almeno lo interpretano i magistrati di Trani. Sono giorni convulsi, quei primi di dicembre in cui, secondo quanto emerge, si incrociano decine di telefonate tra Berlusconi, il commissario dell’Agcom Innocenzi, Masi e Gianni Letta. Il premier vuole assolutamente bloccare la puntata di Annozero sul caso Mills, Innocenzi ha consultato magistrati amici per trovare un pretesto giuridico, Masi resiste, «vuole una pezza forte, ci vorrebbe che sostanzialmente Calabrò (il presidente dell’Agcom, ndr) gli dicesse (a Santoro, ndr) “tu non puoi fare la trasmissione parlando di Mills”», racconta Innocenzi a Letta. Poi chiama di nuovo Masi che cerca di tranquillizzarlo, Santoro gli ha assicurato che farà una «trasmissione equilibrata». Ma anche la domenica Berlusconi tempesta i due di telefonate, li insulta. «Che c... ci state a fare tutti quanti», dice a Innocenzi, che lo riferisce a Masi, sfogandosi. Il dg promette di «metter su una strategia operativa». Spiega che la Rai sta «aggiustando» le cose. Come? «Sai, la stiamo aggiustando, stiamo facendo di tutto, abbiamo mandato via pure Ruffini, insomma, voglio dire, siamo riusciti a fare...». Parole che certo daranno una mano alla causa di Ruffini, e soddisfazione a Rizzo Nervo, l’unico consigliere ad aver votato contro l’avvicendamento con Di Bella. Ma mettono Masi in una situazione quanto meno imbarazzante. I consiglieri Rai di area Pd a questo punto non esitano a chiedere le «immediate dimissioni» del dg, «a tutela dell’immagine e della credibilità del servizio pubblico». Mentre De Laurentis, area Udc, propone che la Rai «dia prova di autonomia» riaprendo i talk show sospesi. «Piena fiducia» a Masi arriva invece dai consiglieri di centrodestra, che considerano «immotivata e inaccettabile» la richiesta di dimissioni»: «Tra l’altro i programmi in questione sono andati poi in onda» dicono, e ricordano il voto 8 su 9 per Di Bella, «della stessa area di Ruffini».

Il presidente Garimberti non si schiera. «Non mi faccio tirare per la giacca. In queste situazioni la priorità è sempre l’azienda e il suo corretto funzionamento», si limita a dire. Ma auspica che «si faccia il più rapidamente possibile chiarezza» ricorrendo agli strumenti previsti dallo statuto e dai regolamenti della Rai. Pensa a un’indagine interna. Anche di questo si occuperà il cda mercoledì prossimo. Nel frattempo Verro, consigliere molto vicino a Berlusconi, viene ricevuto a Palazzo Grazioli insieme al viceministro delle Comunicazioni Romani. Di Verro si era già parlato come eventuale sostituto di Masi, quando c’erano voci che lo davano in corsa per le Fs. Dal palazzo, Gasparri trova «ridicole» le dichiarazioni contro Masi da parte della sinistra non immune da lottizzazioni: «Tacciano per pudore». Bersani trova «desolante che un capo del governo passi il tempo attorno a trasmissioni fastidiose che tutti i leader occidentali sono abituati a vedere». Gentiloni si chiede «chi risarcirà» la Rai, visti i flop delle prime tribune.

da lastampa.it
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!