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Autore Discussione: Ipertensione: la variabilità è un rischio  (Letto 2763 volte)
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« inserito:: Marzo 15, 2010, 04:31:55 pm »

Ipertensione: la variabilità è un rischio

di Cristiana Pulcinelli


L’ipertensione è un fattore di rischio per l’ictus, ma è anche quello che si può trattare meglio di tutti. Il rischio di diventare ipertesi nel corso della propria vita è alto: il 90%. E un adulto su due è affetto da questo problema. Nonostante questo, i meccanismi attraverso i quali la pressione alta causi le malattie cardiovascolari non è ancora compreso appieno.


Le linee guida per la diagnosi e il trattamento dell’ipertensione focalizzano l’attenzione sui valori medi della pressione sistolica (la cosiddetta massima). In pratica si iniziano le cure per controllare la pressione arteriosa solo quando i valori massimi sono costantemente elevati, perché si ritiene che questa condizione sia associata al rischio di complicanze. Ma in una serie di articoli pubblicati su The Lancet e The Lancet Neurology viene messa in discussione questa pratica.

Gli autori, Peter Rothwell dell’unità di ricerca per la prevenzione dell’ictus del John Radcliffe Hospital di Oxford e i suoi colleghi, suggeriscono che la variabilità nella pressione del sangue può avere anch’essa un valore per la prognosi di ipertensione.
Uno di questi studi dimostra infatti che il fatto di avere una pressione sistolica variabile conduce a ictus, angina e infarto del miocardio. Nelle linee guida finora accettate i pazienti che hanno solo occasionali episodi di pressione alta non vengono trattati, ma i ricercatori hanno visto che i pazienti con una grande variabilità nei valori della pressione alta riscontrata nel corso di 6 visite mediche avevano una probabilità di 6 volte più alta della media di avere un ictus.

“La pressione alta persistente è una la causa principale delle malattie vascolari – dice Rothwell – e va trattata in modo appropriato, ma l’ipertensione episodica non può essere ignorata. Il paziente non può essere rassicurato dal fatto che la sua pressione qualche volta è normale”.

Gli autori di un commento uscito insieme agli studi, però, smorzano un po’ i toni: “Le indicazioni per il trattamento dell’ipertensione vanno aggiornate prendendo in considerazione la pressione alta episodica? Non ancora poiché i risultati delle sperimentazioni cliniche, in cui le terapie sono standardizzati e controllati, sono difficili da tradurre nella pratica quotidiana nella quale i pazienti spesso prendono differenti farmaci cambiandoli per di più ogni tanto. Tuttavia, i risultati di questi studi sono una sfida”.

14 marzo 2010
da unita.it
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