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Autore Discussione: FARE LUCE SULLA RICOSTRUZIONE  (Letto 3064 volte)
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« inserito:: Marzo 01, 2010, 01:14:24 pm »

FARE LUCE SULLA RICOSTRUZIONE

di Luigi Vicinanza

Ma che cosa vogliono ancora gli abruzzesi? La domanda, evidentemente retorica, contiene già la risposta: hanno avuto tutto, questi terremotati; le case piene di ogni cosa - pure la bottiglia di spumante - lenzuola e televisore al plasma. Perché dunque ora protestano?

L’Italia intera non ha forse visto in tv tagli di nastri, inaugurazioni, foto ricordo di famigliole sorridenti e scolaresche plaudenti? Chi oggi scende in piazza dunque non può che essere un fomentatore, un anti-italiano. E vai con gli insulti, come è accaduto su un sito vicino al Pdl.

Che cosa vogliono gli abruzzesi? La frase in sé è già una ferita. L’Aquila, infatti, è città fantasma. Non è un giudizio personale; è l’ analisi fatta a fine anno dal Censis, il maggior istituto di ricerca sociale del nostro paese. Il centro storico un cumulo di macerie: 4 milioni di tonnellate accatastate lì, come nei giorni del dolore e della paura. Le vedono con i loro occhi gli aquilani, lo sanno bene i lettori del nostro giornale che giorno dopo giorno sta documentando il balletto di responsabilità tra protezione civile e sindaci, errori del Comune, interessi piccoli e grandi. Conclusa per tempo e bene la fase acuta, quella dell’emergenza primaria, smantellate le tendopoli, ora tutti i problemi legati alla ricostruzione vera stanno lì pesanti come i sassi.

L’enfasi propagandistica berlusconiana - tutto a posto, tutto fatto - ha creato un corto circuito tra la rappresentazione e la realtà. Tra i terremotati - migliaia ancora negli alberghi - si diffonde un senso di frustrazione. Il ragionamento è semplice: se dicono che i nostri problemi sono stati tutti risolti, vuole dire che non verranno mai affrontati. In questo clima di sconforto anche le cose positive finora fatte finiscono per passare in secondo piano.

E, com’era prevedibile, la campagna elettorale è destinata ad accentuare ancora i toni propagandistici. L’Italia intanto scopre a fatica che il”miracolo abruzzese” è meno scintillante di quel che si è voluto far credere. Provo ad elencare sommariamente le questioni. Delle macerie già si è detto. Incombe invece un’altra scadenza terribile, quelle delle tasse. A metà anno scade la sospensione: da luglio dunque ogni cittadino del «cratere» tornerà a pagare la tassazione corrente più il rateo arretrato; una stangata insopportabile per le famiglie e la disastrata economia locale. Centro storico, seconde case e alloggi B e C: il commissario Chiodi ha risposto in settimana alle cinque domande formulate sul Centro dal nostro Giustino Parisse. Ognuno naturalmente si è fatto la sua idea.

A me pare che le autorità commissariali al momento hanno ancora da chiarirsi le idee sul da farsi a breve come a lungo termine. La trasparenza degli atti: «quelli che ridevano» ci fanno orrore ma - malgrado le rassicurazioni - sono già sbarcati qui. Il Centro ha documentato l’errore cui è stato indotto un uomo prudente e autorevole come Gianni Letta. L’opera di informazione di una stampa libera è fondamentale. La democrazia è più forte se si forma un’o pinione pubblica consapevole.

Forse non impedirà ai «comitati d’affari» di trafficare senza scrupoli, ma probabilmente ne renderà meno facile e agevole l’a ttività. Delle proprie azioni non si risponde solo in sede penale, ma anche nel consesso civile. Così, almeno, va il mondo nelle democrazie occidentali. Per questo ritengo che Gianni Chiodi, persona perbene, debba fare «outing»: un’inchiesta giornalistica dell’Espresso lo indica come sindaco (supplente, per giunta) di una società teramana che ha avuto una commessa per il G8. Il fatto ormai è noto. Nulla di penalmente rilevante. Lo stesso imprenditore, Giulio Pedicone, ha raccontato ieri al Centro la sua versione dell’appalto. Chiodi è un commercialista stimato, ha avuto tanti clienti e consulenze importanti.

Frutto di anni di lavoro e di una reputazione conquistata sul campo. Renda pubblici ora i nomi degli imprenditori e delle società con cui ha lavorato in tempi recenti. Lo dica adesso, senza imbarazzo. Per evitare imbarazzi futuri. Così anche Massimo Cialente spieghi in modo chiaro, una volta per tutte, perché nel dopoterremoto è stato ospitato in un lussuoso residence sulla costa teramana. Questioni di sicurezza? Quali? Ci sono già troppi veleni in giro. Proviamo a eliminarne qualcuno, se possibile.

(28 febbraio 2010)
da ilcentro.gelocal.it
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 01, 2010, 01:15:16 pm »

L'AQUILA - LA CRONACA

La giornata delle carriole

"Via le macerie ricostruiamo la città"


Mobilitazione degli aquilani per liberare la città dalle macerie e sollecitare le istituzioni a ricostruire l'Aquila. Hanno partecipato in migliaia alla manifestazione, seimila secondo le forze dell'ordine.

Tra la folla anche Sabina Guzzanti e alcuni gruppi di turisti stranieri che hanno partecipato alla catena umana. Di mano in mano, moltissimi secchi hanno portato fuori dal centro le macerie del sisma. Qualche disordine all'inizio della manifestazione quando alcune persone hanno forzato le transenne della "zona rossa", subito dopo aperta a tutti.

La protesta si è poi svolta pacificamente senza incidenti. I detriti sono passati da piazza Palazzo a corso Principe Umberto, a corso Vittorio Emanuele e, di lì, fino a piazza Duomo, in una catena umana ininterrotta. Al termine della manifestazione un cumulo "simbolico" di macerie è stato depositato davanti alla sede del Consiglio regionale.



di Enrico Nardecchia e Andrea Magrini. Foto di Fabio Iuliano

Ore 13.32 - La manifestazione è terminata. Piazza Duomo si svuota al grido "L'Aquila! L'Aquila!"
La manifestazione è terminata, piazza Duomo comincia a svuotarsi. Un primo gruppo di manifestanti ha salutato con un appaluso e al grido "L'Aquila! L'Aquila!" la riuscita della protesta. Intanto un altro gruppo è ancora in piazza e fa capannello intorno al sindaco Massimo Cialente al quale vengono poste diverse domande:  dalla richiesta delle case per i single che ancora mancano, al mancato ripristino del pedaggio autostradale gratis per i pendolari dalla costa, alle iniziative da intraprendere subito per riscostruire il centro storico.

Ore 13.19 - Depositate le carriole di detriti davanti al Consiglio regionale
Depositate alcune carriole di detriti davanti alla sede del Consiglio regionale, per ricordare alle istituzioni la necessità di affrontare e risolvere subito il problema della macerie. I manifestanti si spostano di nuovo verso la Villa Comunale. In piazza Duomo restano delle decine di cassonetti riempiti di detriti sismici.

Ore 13.04 - Un piccolo corteo con le macerie "simbolo" verso la villa Comunale
Un piccolo corteo con alcune carriole si dirige verso la villa Comunale per depositare "simbolicamente" la macerie davanti alal sede del Consiglio regionale. In piazza Duomo restano ancora migliaia di persone con il sindaco Massimo Cialente.

Ore 12.53 - Chiuso il varco dei Quattro Cantoni. Un silenzio irreale
Chiuso il varco dei Quattro Cantoni, torna un silenzio irreale in piazza Palazzo, davanti alla sede del Comune. I piccioni svolazzano sui mucchi di macerie. spazzati dal vento

Ore 12.50 - La catena umana per le macerie si scioglie
La catena umana si è sciolta e ordinatamente. Gli aquilani defluiscono dal varco dei Quattro Cantoni, che sta per essere richiuso.
Una grande folla resta ancora davanti alla cancellata dove i cittadini hanno legato le chiavi della loro abitazioni e una serie di messaggi di speranza per la ricostruzione della città.

Ore 12.38 - Macerie "simboliche" davanti alla sede del Consiglio regionale
Una parte delle macerie, simbolicamente, verrà portata davanti alla sede del Consiglio regionale, a palazzo dell'Emiciclo, per sollecitare le istituzioni a risolvere il problema delle macerie.

Ore 12.29 - Turisti francesi portano via le macerie
I manifestanti si danno la carica con il grido "L'Aquila! L'Aquila!". Anche alcuni turisti francesci si sono lasciati coinvolgere dall amanifestazione e stanno passando i secchi con le macerie.

Ore 12.18 - Davide, 3 anni e mezzo, con i sanpietrini nella sua cariola da spiaggia
Della catena umana fa parte anche Davide Baldacci, tre anni e mezzo, che ha portato con sé la sua cariolina rossa del mare. Dentro ci ha messo tre sanpietrini di piazza Palazzo. Passa tra le due ali di folla salutato dagli applausi.

Ore 12.09 - Arriva il sindaco Cialente, resta fuori dalla catena umana per le macerie
In corso Vittorio Emanuele è arrivato anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, per ora fuori dalla catena umana che sta liberando piazza Palazzo dalle macerie.

Ore 12.00 - La raccolta di macerie "differenziata"
In piazza Duomo sono già pieni i primi cassonetti con i materiali differenziati. Carta, plastica, vetro, calcinacci e ferro. Arrivano altri contenitori

Ore 11.57 - Una doppia fila umana porta via le macerie: a destra i secchi pieni, a sinistra quelli vuoti
I manifestanti hanno organizzato una doppia fila: a destra passano i secchi pieni di macerie, a sinistra tornano indietro quelli vuoti. A far parte della catena umana anche docenti universitari, professionisti e molti giovani. Ci sono la presidente della provincia Stefania Pezzopane, il deputato Giovani Lolli e Giampaolo Giuliani, l'uomo che studia i precursori sismici attraverso i rilevamenti del gas radom, noto in città per i suoi studi rilanciati anche nei giorni immediamente precedenti il sisma del 6 aprile.

Ore 11.51 - Ripetuti applausi al passaggio delle carriole con le macerie

I volontari che stanno liberando piazza Palazzo dalle macerie passano attraverso due ali di folla e vengono salutati da ripetuti applausi. E' stato issato uno striscione con la scritta "SpaliAMO L'Aquila"

Ore 11.44 - Lavatrici, lampadari e tv spaccati. C'è di tutto nelle macerie
Lavatrici, lampadari rotti, vecci tv color spaccati, c'è di tutto nelle macerie che passano di mano in mano, da piazza Palazzo a corso Principe Umberto, a corso Vittorio Emanuele e, di lì, fino a piazza Duomo.

Ore 11.39 - C'è anche Sabina Guzzanti. Proteste contro Minzolini, direttore Tg1
Tra i manifestanti anche Sabina Guzzanti e troupe televisive dalla Germania. Contestazioni all'indirizzo del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, per come il suo telegiornale ha trattato l'argomento terremoto in Abruzzo.

Ore 11.31 - Una catena umana porta via le macerie dal centro
La catena umana lungo corso Vittorio Emanuele porta fuori le macerie dalla "zona rossa". Transenne aperte, l'esercito controlla. Le operazioni procedono senza incidenti.

Ore 11.22 - Migliaia di aquilani. Escono le prime carriole dalla "zona rossa"
Ormai gli aquilani radunati sono migliaia. Escono le prime carriole dalla "zona rossa". I volontari sono a lavoro e portano via pezzi di tegole e mattoni dai cumuli di detriti che ancora ricoprono la piazza.

Ore 11.18 - Inizia lo smaltimento delle macerie. Clima sereno
Piazza Palazzo si è riempita di aquilani, comincia lo smaltimento delle macerie. Molti cittadini assitono guardando le operazioni. Clima molto sereno. La polizia presidia i vincoli attorno alla piazza.

Ore 11. 16 - La polizia non oppone resistenza. Nessun incidente
Il questore Stefano Cecere coordina sul campo il servizo d'ordine. La polizia non ha opposto alcuna resistenza alla forzatura del blocco da parte dei cittadini. Nessun incidente.

Ore 11.14 -  Forzato i lposto di blocca, Tutti nella "zona rossa"
E' stato forzato il blocco, entrano tutti nella "zona rossa".

Ore 11.11 Le prime carriole nella "zona rossa"
Le prime carriole sono entrare nella "zona rossa" di Porta Palazzo. Chi resta fuori grida "Vergogna! Vergogna!". Arriva il reparto mobile della polizia. In piazza Palazzo intanto comincia lo smaltimento delle macerie.

Ore 11.10 - Il coro  All'ingresso della "zona rossa"
La folla preme ai cancelli. L'ingresso avviene una persona alla volta, controllato dallo forze ordine. Sempre più alto il grido del coro: "Aprite! Aprite!"

Ore 11.03 - Primo tentativo di  superare le transenne.
Cresce la folla attorno al posto blocco dei Quattro cantoni. Primo tentativo di superare le transenne della zona rossa. I primi volontari hanno provato ad entrare  con le carriole. Il corteo, per il momento, è bloccato. Carabinieri ed esercito ai controlli.

Ore 10.58 - Protesta contro l'impresa Bpt i cui vertici sono indagati per corruzione
Il corteo si è fermato in corso Vittorio Emanuele, davanti alla sede della Carispaq, dove c'è stata una protesta proprio di fronte allo striscione del consorzio Federico II, di cui fa parte l'impresa toscana Bpt. I suoi vertici sono indagati nell'ambito dell'inchiesta su appalti e corruzione.

Ore 10.50 - Via alla manifestazione
Parte il corteo delle prime 15 carriole al grido: "Voglio andare in piazza a lavorare. La mia città devo liberare. L'Aquila libera. L'Aquila libera".

Ore 10.47 - L'elenco di chi entra nella "zona rossa"
Lo speaker legge il primo elenco di nomi delle persone che entreanno nella zona rossa. Il corteo di carriole è pronto alla partenza.

Ore 10. 45 - La raccolta delle firme
In piazza Duomo anche un banchetto adibito alla raccolta di firme per chiedere l'istituzione di una tassa di scopo per finanziare la ricostruzione del centro storico cittadino.

VIDEO La raccolta di firme da inviare a Berlusconi

Ore 10.41 - Un sms in dialetto chiama a raccolta
A svegliare gli aquilani, questa mattina, un sms che recitava, in dialetto: "Sveglia, rizzete e vè a lavorà con noi pè sgombrà L'Aquila dalle macerie".

Ore 10.38 - Un clima di festa
La giornata è luminosa. Il clima in piazza Duomo è di festa: ci sono intere famiglie, promotori dei comitati cittadini, e palloncini colorati.

Ore 10.19 - A gruppi di 15 nella "zona rossa"
I promotori stanno organizzano i volontari che rimuoveranno e selezioneranno una parte delle macerie. Chi entra viene identificato, gli altri formeranno una catena umana e un passamano con i secchielli per rimuovere i detriti.

Ore 10.12 - Cresce la folla in piazza Duomo
Cresce la folla in piazza Duomo, dove si stanno raccogliendo i partecipanti per la manifestazione delle macerie. Tra la folla anche nonna Licia Panella, 82 anni, con un secchio pronto per essere riempito di detriti.

Ore 9.45 - Il popolo delle carriole è arrivato in piazza Duomo
Duecento persone armate di cariolle, caschetti protettiti, guanti da lavoro, secchielli, pale e rastrelli sono pronte a iniziare la manifestazione per liberare la citta dalle macerie.

Il sindaco Massimo Cialente ha disposto, con ordinanza, che in piazza Palazzo si entrerà a gruppi da 15 persone "fino a un massimo di 45".

Le macerie di piazza Palazzo verranno "lavorate" da un gruppo di 45 persone che preleveranno solamente quella parte di materiale che è possibile portare via, escluse quindi pietre, elementi architettonici ed effetti personali.

Il materiale, poi, sarà portato ai Quattro cantoni dove un altro esercito di aquilani allestirà una sorta di catena umana per lo smaltimento del materiale di scarto. Una parte dei detriti verrà portata davanti a palazzo dell’Emiciclo, sede del consiglio regionale, per invitare le istituzioni a impegnarsi per risolvere il nodo normativo che ne impedisce la rimozione.

In programma anche una raccolta di firme da inviare al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Con la nostra petizione inviteremo il premier, che tante volte è stato all’Aquila dopo il terremoto che ha devastato la nostra città, non solo a fare le case provvisorie in tre mesi ma anche a ricostruire L’Aquila in tre anni".

(28 febbraio 2010)
da ilcentro.gelocal.it
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