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Autore Discussione: Il biodiesel cambia la campagna  (Letto 3004 volte)
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« inserito:: Agosto 18, 2007, 10:56:09 pm »

Il biodiesel cambia la campagna
Umberto De Agostino

Gli agricoltori si preparano alla «rivoluzione» di Zinasco

Per funzionare, il nuovo impianto avrà bisogno di cereali ZINASCO. «L’introduzione della coltivazione del sorgo, che alimenterà l’impianto di Zinasco, non arriverà a modificare il paesaggio: a nord del Po le tanto caratteristiche risaie rimarranno intatte». Mauro Gabrielli, direttore della Federazione coltivatori diretti provinciale, non teme una rivoluzione nello scenario agricolo della provincia di Pavia in seguito all’accordo che spiana la strada al bioetanolo di Zinasco.

Per Luciano Nieto, direttore dell’Unione agricoltori, serve rafforzare la filiera: «A mio avviso, si dovrebbe pianificare il periodo che abbiamo di fronte, programmando le scelte colturali delle varie aziende». In provincia di Pavia non sembra valere l’equazione bioetanolo uguale aumento del prezzo del frumento o del mais. «Stiamo parlando principalmente di Oltrepo pavese, dove il bacino bieticolo è andato in fumo: sono circa 4mila ettari in provincia di Pavia, più altri 8mila in provincia di Alessandria, dove si coltivavano già barbabietole - assicura Gabrielli -. Non credo che la coltivazione di sorgo comporti una rivoluzione nel campo delle colture della nostra provincia, soprattutto per quanto riguarda le zone irrigue a nord del Po».

Secondo il direttore della Coldiretti, serviranno circa ottanta mila ettari di sorgo per alimentare l’impianto di Zinasco. «Non dimentichiamo che questo cereale è coltivato in gran parte in Emilia e in Veneto, dove sono destinati a sorgo dai 150mila ai 200mila ettari - aggiunge -. Il paesaggio ambientale della provincia di Pavia non sarà stravolto: Lomellina e Pavese avranno ancora le loro risaie». E dunque il rischio che si abbandonino ettari di riso a favore del sorgo, cereale che cresce in aree asciutte, non esiste: i prezzi delle coltivazioni, di conseguenza, non dovrebbero essere alterati dall’arrivo di questa nuova coltura. Per Luciano Nieto (Unione agricoltori) il discorso va allargato. «Da tempo si parla dell’aumento dei prezzi dei cereali dovuto alla necessità di produrre bioetanolo: al contrario, ritengo che l’incremento dei prezzi di alcuni prodotti sia dettato esclusivamente dall’aumento della domanda - afferma Nieto -. Viviamo in un mercato globalizzato e tutto è regolato dalla legge della domanda e dell’offerta: se una materia prima scarseggia a livello mondiale, chiaramente il prezzo sale. E in questa fase il settore dei cereali è molto incerto. Non è opportuno spaventarsi o creare falsi allarmismi». Il direttore dell’Unione agricoltori parla dell’esigenza di creare un reale accordo di filiera, in vista dell’avvio dell’impianto di Zinasco.

«Ormai l’agricoltura è compartecipe delle scelte di economia globale e dovrebbe dire la sua anche nel campo dei consumi energetici - aggiunge Nieto -. Si dovrebbero interpellare le aziende sulle scelte colturali più opportune per arrivare a una programmazione seria in prospettiva dell’operazione Zinasco».

(17 agosto 2007)

da espresso.repubblica.it
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