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Autore Discussione: Igiaba Scego I fiori del nostro futuro  (Letto 1970 volte)
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« inserito:: Dicembre 10, 2009, 10:19:07 am »

I fiori del nostro futuro


Da 18 anni periodicamente sono costretta a parlare di morte. Non una morte giusta come quella cantata da S.Francesco d’Assisi ne «Il cantico delle creature», no non quella. La morte di cui sono costretta a parlare io non è onesta, non è ragionevole. È la morte che colpisce la gente in Somalia, uomini e donne che da 18 anni vivono una guerra in-civile. Una morte che ti colpisce nel fiore dei tuoi anni, quando invece dovresti costruire, fare figli. L’ultimo attentato ha spazzato via 4 ministri e tanti studenti che partecipavano alla loro festa di laurea. Gli studenti sono il bene più prezioso per un paese, è il futuro. Ucciderli o trattarli male significa negarsi la vita. In Somalia il futuro non c’è più (almeno per ora), in Italia la via intrapresa è quasi la stessa, qui non si uccide fisicamente ma psicologicamente. Forse il paragone vi sembrerà inadeguato o troppo forte, non so. Ma vedo che anche gli studenti in Italia vengono bistrattati, umiliati. Tagli alla ricerca e alla scuola stanno togliendo ossigeno al futuro di questi ragazzi. Ma ogni tanto vedo guizzi di speranza. Il 24 novembre ho passato un’intera giornata con alcuni studenti della Sapienza. Io e Caterina Romeo (docente di studi di genere) abbiamo partecipato a un seminario di autoformazione gestito da studenti. Tre ore serrate su letteratura, migrazione, Africa. Tre ore di domande e una sorpresa per me, 9 pagine scritte dagli studenti sul mio ultimo romanzo (bellissime!). Poi la sera all’atelier autogestito Esc per la presentazione del libro di Matteo Nucci «Sono comuni le cose degli amici». Gli studenti sono riusciti a portare 300 persone di tutte le età intorno a un libro solo apparentemente semplice. Lo scrittore era felice. Ma io credo sono stata più felice di lui. Gli studenti dell’Esc mi hanno dato una nuova speranza. Forse anche la Somalia ce la farà.

09 dicembre 2009
di Igiaba Scego

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