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Autore Discussione: Frattini: "Il premier spagnolo corretto" (e Silvio teme).  (Letto 2061 volte)
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« inserito:: Settembre 12, 2009, 11:29:34 am »

Sarkozy, la Merkel e Brown non hanno coinvolto l'Italia nella lettera all'Onu sull'Afghanistan

La Farnesina nega scontri: "Zapatero era imbarazzato per la domanda del cronista spagnolo"

Frattini: "Il premier spagnolo corretto"

Ma Silvio teme il gelo delle cancellerie

di CARMELO LOPAPA

 
ROMA - "Abbiamo apprezzato la correttezza di Zapatero. Ha solo ripetuto in pubblico quello che ci aveva detto alla Maddalena e a Villa Certosa in privato: non intendeva commentare, come non ha mai fatto, le questioni di politica interna di un altro paese. Anzi, era imbarazzato per quella domanda sulle prostitute". Il ministro degli Esteri Franco Frattini ostenta serenità, getta acqua sul fuoco, al termine di una giornata che ha acceso l'allarme rosso sull'asse Parigi-Madrid-Roma.

Le parole del premier spagnolo hanno ridato enfasi a un incubo che sembrava sepolto: lo spettro delle porte delle cancellerie europee che lentamente, inesorabilmente si chiudono al cospetto del presidente del Consiglio italiano. Paure che Palazzo Chigi aveva cacciato via con un sospiro di sollievo all'indomani del riuscito G8 dell'Aquila e che ora la sortita di José Luis Zapatero sembra restituire intatte se non ingigantite all'entourage di Silvio Berlusconi. Al tramonto si fa fitta la rete di contatti telefonici tra il premier, il ministro degli Esteri, il sottosegretario Gianni Letta. Ci si chiede se ribattere, far filtrare una risposta al presidente e alle ministre spagnole, poi prevale la linea morbida dettata dalle colombe e dalla diplomazia.

L'inquilino di Palazzo Chigi voleva soprattutto capire se le parole del "collega" spagnolo fossero un attacco. Poi la scelta di ridimensionare il caso. Il capo della Farnesina Frattini allora scorre la dichiarazione di Zapatero e poi la commenta con tranquillità. Il suo obiettivo è sdrammatizzare: "Il premier spagnolo non ha fatto commenti, in conferenza stampa, e sembrava anche imbarazzato per quella domanda fatta da un giornalista spagnolo su questioni che riguardano l'Italia. Scontro? Assolutamente no. In passato ci sono stati suoi ministri più loquaci, ma questa volta Zapatero è stato carino".

D'altronde, aggiunge, "era giusto che un capo di governo straniero non interferisse sulla politica interna italiana, è l'abc tra colleghi. Non si commenta se non un problema che riguarda direttamente. Giovedì sera, a Villa Certosa, eravamo molto contenti della correttezza e della cordialità di Zapatero".

Come se nulla fosse? Non proprio. Dietro le rassicurazioni filtrano le ambasce per una fase politica già complicata sul versante interno e che rischia di farsi cupa anche oltre confini. Che il quotidiano spagnolo El Pais si difendesse con un editoriale al vetriolo dopo l'affondo del premier italiano alla Maddalena, la Presidenza del Consiglio l'aveva messo nel conto. Tuttavia la sensazione che avvertivano ieri a Palazzo Chigi era che il fondo del quotidiano spagnolo segnasse una sorta di "warning", all'indirizzo dei partner europei: attenzione, il premier italiano "è un personaggio improprio". Come se non bastasse, ecco l'affondo di un altro giornale di peso negli establishment Usa come il Wall Strett Journal. E infine, il commento a freddo di Zapatero, quello che più di altro ha fatto suonare un campanello d'allarme.

"Che ha voluto dire? E che bisogno c'era di tornare sul fatto 24 ore dopo, per giunta da Parigi?" si è chiesto il premier.

Il capo del governo è preoccupato. Non ha ancora smaltito il colpo incassato con la lettera all'Onu messa a punto sull'Afghanistan il 9 settembre dai colleghi, il francese Sarkozy, la tedesca Merkel, il britannico Brown. Un'iniziativa congiunta per sollecitare una conferenza internazionale cui manca una quarta firma. Quella del premier di un paese, il nostro, che pure impegna un massiccio contingente a Kabul. A Palazzo Chigi ricordano ancora il ritardo con il quale Angela Merkel ha confermato la propria presenza al G8 dell'Aquila. La prospettiva di bilaterali internazionali e vertici annullati, in futuro, per improvvisi forfait dei "colleghi" è il nuovo incubo.

(12 settembre 2009)
da repubblica.it
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