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Autore Discussione: Morta Teresa Strada. Insieme a Gino fondò Emergency  (Letto 3674 volte)
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« inserito:: Settembre 02, 2009, 04:13:55 pm »

Morta Teresa Strada.

Insieme a Gino fondò Emergency


 È morta Teresa Sarti, presidente di Emergency, l'associazione per la cura e la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo che aveva fondato nel 1994 insieme al marito Gino Strada. Aveva 63 anni e da due anni le era stato diagnosticato un tumore che negli ultimi mesi curava a Torino. Dopo tutte le possibili cure, questa mattina è tornata a Milano a casa sua con la figlia Cecilia e il marito Gino, che da dicembre è stato ininterrottamente al suo fianco. È morta nel pomeriggio intorno alle 16.30.

 «Dopo avere insieme condiviso per quindici anni il tempo dell'amicizia, del rispetto per la vita e per la sofferenza di tutti, dopo il lungo tempo di affetto, di speranze di timore per la sua sorte personale», Emergency annuncia la morte della sua presidente Teresa Sarti Strada.    «Con la stessa apertura e con la stessa semplicità che aveva voluto per la vita di Emergency - è detto in un comunicato - Teresa ha accettato anche in questi suoi ultimi giorni la vicinanza di tutti coloro che hanno voluto esserle accanto. La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso il coraggio e la determinazione che rappresentano la verità della nostra azione in un'attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza.

La dolcezza del ricordo coincide per noi con il rinnovo del nostro impegno per la pace e per la solidarietà».

«Apprendo con immenso dolore la notizia della morte di Teresa, la moglie di Gino Strada e la sua compagna di tante straordinarie iniziative: a tutti infatti è noto il lavoro di Emergency per garantire assistenza e aiuto ai popoli più colpiti da guerre, sofferenze, miserie, dall'Afghanistan al Sudan». Lo ricorda il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, tra i primi a manifestare il cordoglio per la morte di Teresa Strada.  «Gino e Teresa avevano preso casa a Venezia da qualche anno - sottolinea Cacciari - e insieme abbiamo recentemente inaugurato la sede veneziana di Emergency con tanto entusiasmo e con grande concorso di nostri concittadini. Così avevano cominciato ad amare questa città, i suoi ancora vivi sentimenti di solidarietà e accoglienza, forse più dei suoi meriti».    «Nell'abbracciare fraternamente Gino per questa irreparabile perdita - conclude il sindaco di Venezia - vorrei davvero parlare, per una volta, anche a nome dell'intera città»

01 settembre 2009
da unita.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 06, 2009, 12:16:11 pm »

In fila dal mattino alla Camera ardente nell'Arena civica. Il cordoglio di Napolitano

Le lacrime degli amici e un lungo applauso sulle note di Sting "I still love you"

L'addio del popolo di Emergency migliaia a Milano per Teresa Strada


di TERESA MONESTIROLI


MILANO - Le magliette di Emergency scolorite dal tempo, segno di anni di battaglia al suo fianco, e le bottigliette d'acqua distribuite dai volontari a chi aspettava sotto il sole per l'ultimo saluto. Le rose gialle, gli abbracci e le lacrime. Le frasi lasciate dalla gente comune e le parole degli amici del mondo dello spettacolo. E più di diecimila messaggi arrivati da tutto il mondo.
Se n'è andata così Teresa Sarti Strada, compagna di Gino Strada e presidente di Emergency da quindici anni, scomparsa martedì scorso dopo aver combattuto due anni contro la malattia. Se n'è andata con una cerimonia laica all'Arena di Milano circondata dall'affetto di migliaia di amici, almeno cinquemila, e dagli alberi che lei tanto amava e che avrebbe voluto piantare ovunque per rendere più sostenibile la sofferenza e perché, come ha detto lo scrittore Erri De Luca, "la bellezza ridà dignità alle persone".

Per l'ultimo saluto a Teresa - donna "forte e coraggiosa", "riservata", "schietta e affidabile", per usare le parole scelte dagli amici, e "che non credeva che la morte riservi un domani e proprio questo rende necessaria la giustizia oggi" come ha detto il vicepresidente di Emergency Carlo Garbagnati - la famiglia ha voluto un funerale aperto alla città. Migliaia le persone che, dalle nove di ieri mattina fino alle cinque del pomeriggio si sono messe in fila davanti alla spoglia camera ardente dove spiccava solo la gigantografia della "Tere" con i suoi dolci occhi azzurri e la folta chioma rossa. Gente comune mescolata a nomi noti come Massimo Moratti e la moglie Milly, Fabio Fazio, Gino e Michele, Elio, Lella Costa, Vittorio Gregotti, Filippo Penati e Emanuele Fiano.

Poi, alle cinque, è iniziata la cerimonia con la lettura di alcuni dei tantissimi messaggi inviati al compagno Gino e alla figlia Cecilia. Dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al sindaco di Milano Letizia Moratti e agli ambasciatori dell'Afghanistan e del Sudan. Parole piene d'affetto sono arrivate da Rita Levi Montalcini e dai detenuti delle carceri, da Oscar Luigi Scalfaro e dai compagni di scuola. Ma i ricordi più commoventi sono stati quelli degli amici più stretti e dei familiari che si sono alternati sul palco allestito di fronte al Parco Sempione. Come quelli della figlia Cecilia: "Non ho un solo ricordo di mamma, ne ho troppi. Lei mi ha insegnato a fare la zuppa di cipolle, che "qual è" si scrive senza apostrofo e ad ascoltare gli altri. E mi ha spiegato cos'è la guerra leggendomi le poesie di Brecht".

E ancora le parole del compagno Gino che a Teresa ha detto: "Sono arrabbiato con te, molto, troppo perché mi hai tolto la possibilità di restituirti almeno un po' di quell'amore che mi hai dato in 40 anni. Apri gli occhi ancora una volta e guarda quanto amore ti circonda ora". Un amore profondo, sincero, senza retorica è arrivato da tutti quelli che hanno lavorato al suo fianco. L'amica Lella Costa ha fatto fatica a leggere una poesia scritta per "una donna che ci ha insegnato molto, anche se adesso avremmo voluto imparare meno ma tenerci la Tere". Mentre Vauro ha sintetizzato il suo affetto in una bellissima vignetta che recita così: "Papà ma tu l'hai vista la pace? Sì, era bella, forte e aveva una splendida chioma di capelli rossi". Per Moni Ovadia Teresa era uno dei 36 saggi della tradizione ebraica che "portano avanti il mondo quando ci sono le sciagure. Queste persone hanno il raro dono dell'immediatezza umana e della semplicità. Non so chi sono gli altri 35 ma certamente ora dovranno compensare la sua assenza". Un'ora di interventi sotto il sole infuocato che si è conclusa con un lungo applauso e la voce di Sting che cantava I still love you mentre i volontari portavano via la bara.

(6 settembre 2009)
da repubblica.it
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