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Autore Discussione: GEOFF ANDREWS Lo scandalo Berlusconi, una tragedia per l'Italia  (Letto 3245 volte)
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« inserito:: Luglio 04, 2009, 04:41:28 pm »

Lo scandalo Berlusconi, una tragedia per l'Italia

"A causa dell'erosione della vita politica del Paese di cui Berlusconi si è reso responsabile nemmeno la sua dipartita potrebbe offrire all'Italia una chiara via verso il rinnovamento"

di GEOFF ANDREWS
pubblicato su www. opendemocracy.net il 29 giugno 2009


Silvio Berlusconi, lo statista-populista di maggior successo dell'era moderna, ha messo a punto ormai da molto tempo l'arte di passare oltre la testa dei politici di professione per mirare direttamente alla "pancia" - anziché al "cervello" - dell'italiano medio. Durante i suoi tre mandati da primo ministro (dal maggio 1994 al gennaio 1995, dal giugno 2001 al maggio 2006 e dal maggio 2008 a oggi) Berlusconi ha assistito all'alternarsi di sette leader del centrosinistra, finendo cosí per affermarsi come figura dominante del panorama politico italiano. In questo, la sua abilità nel controllare i mezzi di comunicazione e trarre vantaggio persino dalle critiche che gli vengono rivolte si è rivelata una risorsa di valore inestimabile.

Questo modello di dominazione potrebbe forse cambiare di qui a breve? Che la lunga egemonia di Berlusconi abbia ormai i giorni contati? L'ultima raffica di vicende e scandali - riguardanti i suoi rapporti con giovani donne, a cominciare da Noemi Letizia, l'amica diciottenne di Napoli che lo chiama "Papi" - sono certamente le più compromettenti tra quelle che Berlusconi ha dovuto affrontare, e il fatto stesso che egli non sia più in grado di controllare gli eventi è di certo molto significativo.

Si è intanto diffusa la sensazione che nell'ambito della vicenda il destino di Berlusconi abbia assunto un rilievo secondario, dal momento che gli eventi che hanno travolto il premier settantaduenne e a cui la stampa nazionale e internazionale dedicano ormai ampio spazio non possono più essere ridotti ad una semplice questione di condotta personale. La crisi di Berlusconi rispecchia semmai la singolare tragedia dell'Italia moderna.

Una bufera che investe i media e la politica. In passato, Silvio Berlusconi aveva già richiamato su di sé le critiche dei mezzi di comunicazione. Questa volta però dalle continue affermazioni di giovani donne che dichiarano di aver ricevuto da lui denaro in cambio di prestazioni sessuali rivela al cuore della politica italiana la presenza di una trama di raggiri e inganni.

È vero, malgrado le smentite del premier al riguardo, raramente nel corso della sua carriera sfera pubblica e privata sono rimaste separate. Gli ultimi eventi hanno però rivelato con grande eloquenza sino a che punto i valori di Silvio Berlusconi siano profondamente radicati nella vita pubblica italiana.

La sua sprezzante reazione di fronte alle affermazioni di diverse donne - che dichiarano di aver avuto con lui incontri sessuali in cambio di denaro, dell'opportunità di lavorare nel suo network televisivo o della candidatura nel suo partito - indica una tale mancanza di trasparenza all'interno del sistema politico italiano e rappresenta una minaccia alla libertà dei mezzi di comunicazione che in qualsiasi altra democrazia occidentale sarebbero considerate inaccettabili. Per diverse settimane Berlusconi ha ignorato queste dichiarazioni, rifiutandosi inoltre di rispondere alle domande che gli venivano rivolte (tra gli altri, da Open Democracy: vedi Silvio Berlusconi: ten more questions [5 giugno 2009] e Silvio Berlusconi: answers, please [9 giugno 2009]).

Era dunque prevedibile che il primo ministro decidesse di ignorare i tradizionali canali di trasparenza democratica per affidare alla rivista di gossip Chi, di cui è proprietario, le proprie smentite. Il suo comportamento lascia pensare che alla politica, in Italia, sia subentrata la personale esibizione di onnipotenza. In quali abissi potranno ancora sprofondare la decrepita cultura politica nazionale e il suo corpo politico degenere?

Dall'otto al dieci luglio l'Italia ospiterà il G8, e in quell'occasione la condotta del premier sarà al centro dell'attenzione. Nell'ambito della comunità internazionale, Berlusconi è più isolato che mai, e conta come unico stretto alleato il presidente russo Dmitry Medvedev. I segnali che indicano come l'indebolirsi della sua posizione nuoccia alla reputazione stessa dell'Italia sono numerosi, e vanno dalle imbarazzate reazioni degli altri leader di fronte alla sua condotta al tentativo compiuto da un gruppo di esponenti del mondo della cultura di convincere le "first ladies" del G8 a boicottare l'incontro de L'Aquila. Persino i suoi rapporti con la Chiesa cattolica sono tesi: dopo un fugace riavvicinamento avvenuto in occasione del suo tentativo di far approvare un decreto che salvasse la vita di Eluana Englaro, le ultime indiscrezioni emerse sul conto di Berlusconi hanno spinto alcuni autorevoli rappresentanti ecclesiastici ad ammonirlo (l'arcivescovo Angelo Bagnasco, di Genova, ha esplicitamente condannato "gli uomini ubriachi di un delirio di grandezza").

La crisi però non riguarda solo i suoi rapporti con giovani donne. Il 21 maggio scorso Berlusconi aveva definito il Parlamento italiano "inutile", aggiungendo che cento parlamentari sarebbero sufficienti a svolgere il lavoro necessario. Lo scorso febbraio, una sentenza del tribunale ha stabilito che Berlusconi ha corrotto l'avvocato britannico David Mills affinché questi affermasse il falso - Berlusconi intanto, è al riparo da eventuali accuse grazie alla legge sull'immunità parlamentare approvata dal suo governo. Il primo ministro non ha dato alcuna spiegazione al riguardo.
La reiterata mancanza di rispetto nei confronti della trasparenza dei procedimenti democratici da parte del leader eletto del Paese ha spinto La Repubblica - che ha svolto un esemplare lavoro di ricerca della verità nell'operato di Berlusconi - a sottoporgli altre dieci domande (vedi Le dieci domande mai poste al Cavaliere, [14 maggio 2009] e Le dieci nuove domande al Cavaliere [La Repubblica, 26 giugno 2009]).

Anche l'atteggiamento del governo nei confronti dei mezzi di comunicazione che non sono sotto il suo controllo appaiono però problematici. Berlusconi ha esortato le aziende a non comprare spazi pubblicitari sul settimanale L'Espresso, pubblicato dallo stesso gruppo editoriale di cui fa parte La Repubblica, mentre il ministro per la Cultura (nonché stretto alleato di Berlusconi) Sandro Bondi ha definito il quotidiano "una minaccia alla democrazia". Un modo decisamente insolito per definire il normale funzionamento di un giornale nell'ambito di una società libera.

Inoltre, il direttore della rete pubblica Rai - che rientra nell'impero mediatico di Berlusconi - ha deciso di non mandare in onda alcuni particolari riguardanti le accuse che vedono coinvolto il premier, con una decisione che in Gran Bretagna corrisponderebbe al rifiuto da parte delle Bbc di coprire lo scandalo sui rimborsi dei parlamentari.

Berlusconi e quel che verrà. L'Italia è un Paese molto diviso, e le condanne che la stampa internazionale ha lanciato al suo leader toccano solo una parte della popolazione - ma contribuiscono a diffondere un clima di vergogna e imbarazzo tra gli italiani che vivono dentro e fuori l'Italia, la cui identità è legata al personaggio di Silvio Berlusconi. La consapevolezza che le cose non possono continuare in questo modo è sempre più diffusa; e insieme all'intensificarsi delle critiche sollevate dalla stampa estera è aumentato il numero degli italiani che hanno deciso di dare sfogo alla propria rabbia e appellarsi agli alleati occidentali affinché proseguano con le loro indagini.

Tra l'altro, alcuni dei più stretti alleati di Silvio Berlusconi hanno indicato a Guy Dinmore, corrispondente da Roma del Financial Times, di volersi preparare ad un futuro senza di lui (vedi Berlusconi whispers grow louder, pubblicato dal Financial Times il 25 giugno scorso): sono chiaramente molto preoccupati al pensiero di dove possa condurli questa pista di comportamenti dubbi e forse illeciti. Secondo Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio nonché uno dei più scaltri alleati di Berlusconi, l'Italia potrebbe presto trovarsi di fronte ad un nuovo "24 luglio" - in riferimento al giorno (del 1943) in cui Mussolini fu allontanato da Vittorio Emanuele III e in seguito al quale fondò la Repubblica di Salò.

L'Italia si trova ancora una volta alle prese con un leader ossessionato dal potere, che dopo essersi posto al di sopra della legge e ritenendosi invincibile potrebbe decidere, in un estremo gesto di sfida, di far cadere altri insieme a sé.

Viviamo tempi inquietanti per tutti coloro che - a prescindere dal proprio orientamento politico - hanno a cuore l'Italia. Berlusconi non rassegnerà facilmente le dimissioni: se rinunciasse al potere - volontariamente, o sulla scia di pressioni - perderebbe l'immunità parlamentare e rischierebbe di dover rispondere di nuovi capi d'accusa. All'interno del suo partito intanto non è ancora emerso un possibile successore in grado di raccogliere ampi consensi.

L'opposizione continua ad essere molto debole, e non si scorge alcuna imminente possibilità di riforme - di cui il sistema costituzionale italiano ha grande bisogno - né il sorgere di alcun movimento popolare mirato al rinnovamento.

Gli unici a trarre vantaggio politico dai problemi di Berlusconi sono, ad oggi, gli xenofobi della Lega Nord, che alle elezioni per il Parlamento europeo del 6-7 giugno hanno ottenuto dei buoni risultati. La Lega si dimostra ancora una volta un alleato scomodo, come accadde nel dicembre del 1994, quando cadde il primo governo Berlusconi.

Ammesso che sopraggiunga, la fine del regno di Berlusconi potrebbe essere lunga e dolorosa, e annunciare per l'Italia un avvenire cupo. Una vera tragedia.

Geoff Andrews è docente di politca presso la Open University, è co-direttore della rivista Soundings e autore di Un Paese Anormale (effepilibri, 2007) e The slow food story: politics and pleasures (Pluto Press/McGill-Queen's, 2008).

(Traduzione di Marzia Porta)

(3 luglio 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 27, 2009, 05:13:12 pm »

Scandalo Berlusconi, i giornali inglesi danno ormai per accertati i fatti visto che il premier non ha smentito niente.

Ma s'interrogano sulla nostra informazioneLa stampa inglese sui media italiani

"La Ue può tollerare questa situazione?"

L'irlandese Sunday Independent ricorda che da gennaio l'Italia è a capo del G8 e consiglia: "Forse è il caso che Silvio usi il letto di Putin veramente per dormire"

dall'inviato VINCENZO NIGRO
 

L'Observer afferma che le "buffonate" (antics) di Berlusconi "meritano la nostra censura"


LONDRA - Giorno dopo giorno, le critiche della stampa britannica al premier Silvio Berlusconi stanno cambiando di livello e qualità. Questa mattina The Observer, l'edizione domenicale del Guardian, pubblica un commento dal titolo "Le buffonate di Berlusconi meritano la nostra censura", che però delle buffonate del primo ministro racconta ormai poco o nulla.

Nel senso che il suo comportamento è stato dato per accertato, visto che da settimane da Palazzo Chigi non è arrivata nessuna seria smentita agli incontri con prostitute e a tutto il resto. L'Observer scrive quindi che la sua battuta "non sono un santo" è una risposta incontestabilmente giusta e vera, ma questo non cancella per nulla i problemi del capo del governo italiano. "Mentre è vero che la politica italiana ha le sue dinamiche, l'eccezione culturale (per l'Italia) non giustifica un governo marcio. Il vero scandalo è il modo in cui la storia è stata "cancellata" dai media italiani. "Berlusconi controlla abbastanza del sistema dei media italiani da limitare gli articoli di critica al suo comportamento. Quando non controlla direttamente giornali o tv, è proprietario di compagnie che controllano i budget pubblicitari. Le notizie sul suo scandalo sessuale sono state limitate ad alcuni siti web e a un solo grande giornale, La Repubblica".

"Berlusconi è al sicuro da ogni denunzia grazie a una legge che lui stesso ha fatto passare. Importa a qualcuno che la democrazia italiana sia distorta in questo modo? E' un fatto doloroso a cui assistere, ma l'Italia è ancora un paese importante, attualmente presidente del G8, un partner importante dell'Ue, una grande economia dell'eurozona. Gli altri paesi dell'Unione europea dovrebbero essere meno indifferenti a un partner che porta il loro club in tali condizioni". L'ultima domanda dell'Observer è se gli altri leader europei "avrebbero tollerato, da un paese che si apprestasse a diventare membro dell'Ue, una situazione in cui la società civile è così evidentemente sottomessa alla volontà del Premier? Certamente no".

Il Daily Telegraph, dopo gli articoli di sabato, titola su "Silvio Berlusconi leggermente contrito, corteggia la Chiesa". Il giornale conservatore scrive che "nelle prossime settimane il libidinoso primo ministro italiano giocherà un ruolo poco visto nel suo repertorio alimentato dal testosterone: il penitente". Secondo il Telegraph il premier ha intenzione di ripulire la sua immagine dopo le rivelazioni sulla sua vita privata, per "mostrare agli italiani che può giocare il ruolo del leader responsabile e devoto, quanto quello del settuagenario playboy". Di qui la decisione di trascorrere l'estate all'Aquila e non a villa Certosa. E, nel tentativo di riavvicinarsi ai cattolici, "l'unica comunità che ha visto le buffonate di Berlusconi con disapprovazione", ha organizzato una visita al santuario di padre Pio.

Sulla stessa linea anche il Sunday Times, con un articolo dal titolo "Le registrazioni sul sesso costringono Berlusconi ad un'estate di sobrietà". Dopo le ultime rivelazioni sulla sua vita privata "il leader italiano corre ai ripari per recuperare la dignità". Anche l'edizione domenicale del Times ricorda che "nel tentativo di compiacere la Chiesa cattolica Berlusconi intende visitare Padre Pio".

Punta invece decisamente i riflettori sulle vicende sessuali del premier News of the world, che azzarda anche un gioco di parole, il nome del Cavaliere diventa così BER-LUST-CONI, con un chiaro riferimento agli impulsi sessuali. Nell'articolo, che passa in rassegna gli ultimi sviluppi, gli epiteti si sprecano: si va dal libidinoso al permanentemente abbronzato.

Superando l'oceano, negli Usa il Boston Globe racconta delle tombe fenicie di cui parla Berlusconi in una delle registrazioni di Patrizia D'Addario, e dell'avvocato del premier che nega la loro esistenza. Senza trascurare il calo di popolarità del presidente del consiglio da quando la moglie ha chiesto il divorzio. Una eco di tutto questo è arrivata anche sulle pagine del neozelandese Sunday Star-Times. Il titolo dell'articolo è molto diretto: "Tombe, un altro chiodo sulla bara del premier".

Tornando nel Vecchio Continente, di Berlusconi si occupa anche l'irlandese Sunday Independent. In un editoriale dal titolo "Le notti insonni di Silvio", si fa riferimento alla frenetica attività sessuale del premier e viene ricordato che dal primo gennaio è a capo di quell'organismo che governa l'economia del mondo e che viene chiamato G8, ma che diventerà G14 con India, Cinam Sud Africa, Messico, Egitto e Brasile. "Forse è il caso che usi il letto di Putin veramente per dormire", conclude l'editoriale.

Il francese Paris Match, in edicola questa settimana, con un articolo intitolato "le bambole russe di Silvio Berlusconi" ripercorre la vicenda delle intercettazioni e dedica un capitoletto alla D'Addadio la quale, scrive, "non demorde" e ribatte alle accuse di essere stata pagata dai giornalisti.

Infine due giornali spagnoli, La Voz de Galicia e El Periodico, riportano entrambi la notizia delle tombe fenicie con la smentita dell'avvocato Ghedini: "Niente tombe solo ossa". Ma La Voz, citando l'Espresso, ricorda che nel 2005 lo stesso Ghedini aveva parlato dei ritrovamenti.

(26 luglio 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #2 inserito:: Luglio 27, 2009, 05:15:30 pm »

LA STAMPA ESTERA.

Nuovi articoli in Gran Bretagna sullo scandalo delle ragazze a pagamento

Altri interventi anche sul Times, Guardian e Independent, dove Ezio Mauro spiega: "Perché agli italiani non importa"

"Berlusconi come Al Capone"

D'Addario: "Mie le registrazioni"Al Journal de dimanche la escort conferma di essere l'autrice degli audio pubblicati dall'Espresso


di VINCENZO NIGRO


ANCHE oggi sulla stampa inglese numerosi articoli sullo scandalo Berlusconi-escort. Dal Daily Telegraph, che paragona il Cavaliere ad al Capone, all'Independent, che si chiede perché tutta la vicenda "stia contando poco per gli italiani". Articoli anche sul retroscena delle tombe fenicie a Villa Certosa (Guardian), e sulla rubrica satirica del Times.

Come Al Capone?. "Fu l'evasione fiscale, non i suoi crimini, a portare al crollo di Al Capone". Questo raggelante paragone è il lead del pezzo di cronaca del Daily Telegraph su Berlusconi, per la prima volta in pag.3 del più importante e diffuso giornale di qualità britannico (conservatore). Assieme a tutto il resto, Berlusconi viene massacrato per la storia delle tombe del III secolo A. C., con il giornalista che telefona a Palazzo Chigi, al ministero della Cultura e ottiene solo risposte ridicole. Ma il Telegraph replica anche con una pagina intera nel dorso commenti, che il sabato è molto ben costruito: "Volgare, ripugnante... e intoccabile" è il titolo di corpo 72, sommario "il premier travolto dagli scandali fa pressioni per avere ancora più poteri". Anche in questo caso l'imbarazzo di chi scrive, Tobia Jones, è per gli italiani che continuano a sostenerlo: "In qualsiasi altro paese Berlusconi già adesso sarebbe morto e sepolto". "Molti giornali non mettono la storia in prima pagina, e spesso neppure nelle pagine interne; e se qualcuno si informa soltanto guardando la televisione difficilmente saprà qualcosa di tutta la storia".

Perché per gli italiani non conta?. E infatti sull'Independent c'è un paginone sul perché gli italiani continuano a fregarsene degli scandali di Berlusconi. Lo spiega, in un articolo scritto per il giornale di Londra, Ezio Mauro. E insieme a lui otto cittadini italiani spiegano le loro ragioni

Myweek. La rubrica satirica "My week" del Times è dedicata a Berlusconi: ogni giorno il diario delle riunioni di governo e delle sue donne (pag 4). La cronaca a pag 43 è titolata "La mia reputazione è a rischio, dice la prostituta di Berlusconi", dopo l'intervista in cui Frattini la accusa di essere stata pagata dai giornali. E sul Guardian c'è un articolo del corrispondente sulle (false) tombe fenicie.

Financial Times. Anche Il Ft torna su Berlusconi, con l'apertura della sezione internazionale: "gli scandali danneggiano la popolarità di Berlusconi", un articolo in cui parla Maria Latella, "biografa di Veronica Berlusconi": "Lui è un seduttore seriale, ha un talento naturale per questo. Adesso, grazie ai suoi problemi politici, sta iniziando a capire che non tutti possono essere sedotti". Viene citato anche il commento su Repubblica di Chiara Saraceno.

Le Journal de dimanche. Dal giornale francese arriva l'annuncio di un libro sulla vicenda, scritto dalla protagonista della vicenda. "Lo sto scrivendo", dice infatti Patrizia D'Addario in un'intervista con richiamo in prima pagina. Che conferma, per la prima volta: "Le registrazioni pubblicate dall'Espresso sono le mie. Avevo già avuto un'esperienza dolorosa con un compagno violento. Da allora non esco mai senza registratore. Con Berlusconi, avevo deciso di essere prudente".

(25 luglio 2009)
da repubblica.it
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