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Autore Discussione: Pd, Serracchiani: "No girandola di candidature".  (Letto 4089 volte)
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« inserito:: Giugno 26, 2009, 10:37:51 am »

26/6/2009
 
Una Serracchiani non fa primavera
 
IRENE TINAGLI
 
Si riuniranno domani al Lingotto un folto gruppo di parlamentari e dirigenti locali e nazionali del Pd, «per rilanciare il percorso del Partito democratico che si è perso per strada». Sono l’anima critica del Pd, che ruota attorno a nomi come Gozi, Civati, Concia, Sofri, Scalfarotto. Qualcuno li chiama «i piombini», perché da Piombino un paio di mesi fa lanciarono la loro sfida al partito, invocando una linea politica più chiara e soprattutto un rinnovamento vero, una effettiva «contendibilità» della dirigenza.

All’epoca si riunirono una cinquantina di persone, inmodoinformale, per buttare giù delle idee e cominciare un percorso.Unbell’incontro - genuino, spontaneo, ricco di contenuti, puntualmente ignorati dai vertici e dalla segreteria del partito. Ma molte cose sono cambiate da allora. Ci sono state le elezioni, con il calo di consensi del Pd, che hanno riaperto malumori e divisioni nel partito. Ma ci sono state anche l’affermazione di Matteo Renzi a Firenze e l’esplosione del fenomeno Serracchiani, che fanno intravedere le potenzialità insite in un partito più giovane e aperto.

Questa situazione pone sulle spalle dei piombini molte responsabilitàmaanche un’importante occasione, perché ilPd è sempre più avviluppato in scontri tra correnti. Le uniche due candidature ufficiali avanzate finora, Franceschini e Bersani, ripropongono nei fatti una vecchia minestra riscaldata. Uno scontro tra un ex Dc e un ex Pci, un veltroniano e un dalemiano, che di certo non accenderà gli animi né tra la base né tra molti dirigenti ormai stufi di reggere il gioco ai soliti compagni di scuola.

Molti si aspettano una candidatura della Serracchiani. D’altronde la base ha trovato in lei un simbolo, un volto fresco e nuovo, una speranza di rilancio, e certamente una sua candidatura porterebbe un po’ di scompiglio nel duello banale e prevedibile tra Franceschini e Bersani. Ma quello che la base forse non capisce è che la Serracchiani sconta gli stessi limiti di tutte le giovani candidature proposte dal Pd sin dalla sua creazione. Tirati su dal nulla e portati alla ribalta sotto l’ala protettrice del segretario, questi giovani non hanno avuto tempo di maturare una propria esperienza, di creare una propria «constituency», e quindi difficilmente avranno la forza e il coraggio necessari per «uccidere il padre» e prendere in mano le redini senza tante moine.

Ed è forse proprio per questo che vengono scelti. Non è un caso se la Serracchiani ha avuto un grande appoggio dal partito, mentre Renzi, giovane ma forte di un’esperienza personale e di un ampio consenso sul territorio, è stato molto osteggiato. I piombini dovranno quindi uscire dal «modello Serracchiani », nonsolo e nontanto perché la Serracchiani non avrà mai il coraggio di correre contro chi l’ha candidata e supportata alle Europee (e che probabilmente la vorrà accanto come vicesegretario), ma perché dovranno imporre un nuovo modo di affermarsi e di fare politica.

Dovranno far emergere idee forti su quelli che avrebbero dovuto essere i temi chiave del Pd: lavoro e precarietà, laicità e diritti civili, giustizia ed equità. E su quelle costruire con pazienza e determinazione unconsenso forte e diffuso.

da lastampa.it
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 27, 2009, 10:31:46 am »

Avanzando


Beppe Grillo ha scritto di me.

Avrei voluto rispondere prima, ma in questi giorni sono stata impegnata nella campagna elettorale per i ballottaggi e mi si è pure rotto il computer…


Caro Beppe,
quando parli di PDmenoelle tu hai in mente i vertici e quello che hanno fatto.
Quando io penso al PD, penso alla base, al partito che possiamo costruire.
Forse la differenza è tutta qui.
In fondo credo che stiamo lavorando per uno stesso obiettivo. Solo che lo facciamo con modalità differenti. Ti prego di concedermi il beneficio del dubbio. Forse la strada che ho scelto io è quella più indicata per rinnovare la politica.
Forse.

In Friuli Venezia Giulia sono stata la più votata. Più di tutti gli altri candidati del PD, ma anche più di papi (o psicopapi?), più di Bossi, più di Di Pietro. Chiaramente non è merito mio, perché tutto questo consenso devo dimostrare di meritarmelo, ma è il segno che ci sono tante persone che hanno ancora voglia di credere in un cambiamento possibile.
Loro hanno avuto fiducia in me. A te non chiedo tanto. Chiedo solo di lasciarmi provare. Magari insieme e ognuno a modo suo ce la facciamo…

da www.serracchaini.eu


---


"Cara Debora,
il PDmenoelle è in mano agli alleati dello psiconano, quelli che gli hanno permesso di trasformarsi nella più grande metastasi della democrazia. D'Alema, Fassino, Veltroni, Rutelli, Bassolino, Napolitano sono stati, e sono, organici al PDL. Franceschini, il vice disastro secondo il nuovo sindaco di Firenze, è una comparsa della politica.
La proposta per l'impeachment dello psiconano proposta da Di Pietro non ha raccolto una sola firma dai tremuli deputati tuoi colleghi di partito.
Berlusconi, la P2, il conflitto di interessi, la scomparsa dell'informazione sono figli legittimi dell'assenza di una vera opposizione. PDL e PDmenoelle sono due facce della stessa moneta. Del Turco, Bassolino e Carra valgono i loro pari nel PDL. Si dice che la politica del PDmenoelle sia frutto di incapacità, di confusione. Io non lo credo. PDL e PDmenoelle sono organici, due gemelli siamesi che, se separati, morirebbero entrambi. Berlusconi è fonte di sopravvivenza per "i vertici", senza di lui non esisterebbero. La dimostrazione è Violante, che gli garantì il controllo delle televisioni e se vantò in Parlamento. D'Alema che lo sdoganò per costruire, insieme a un uomo del genere, la Bicamerale. Veltroni che, appena nominato segretario, discusse con lo psiconano la nuova egge elettorale e avviò (lui, non Mastella) la crisi del governo Prodi.
Questa è la casa dove vivi, cara Debora. Sei come una missionaria o una suora di clausura che vive in un bordello. Sei stata eletta con le preferenze, tante preferenze. Ma "i vertici" del tuo partito non sarebbero più in Parlamento se ci fossero le preferenze anche per le poltiche. Le stesse che chiedo di reintrodurre da tre anni. Senza preferenze tu non esisteresti. Con le preferenze "i vertici" andrebbero a zappare la terra o a scrivere libri per la Mondadori.
Dici che stiamo lavorando per lo stesso obiettivo. Il mio è il programma delle Liste Civiche a Cinque Stelle, La Carta di Firenze, senza inceneritori, con l'acqua pubblica, senza condannati nelle amministrazioni. Qual è su questi argomenti il tuo parere? Cosa intendi fare?
Forse sei una persona giusta, ma nel posto sbagliato. Rosy Bindi è stata tumulata ed era la meno peggio. In bocca al lupo." Beppe Grillo

dal blog di beppe grillo
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« Risposta #2 inserito:: Giugno 27, 2009, 07:25:05 pm »

Politica

L'intervento della Serracchiani: «Non abbiamo bisogno di un capo»

Era l’intervento più atteso della giornata. Quello che non ha bisogno di attendere l’applauso per misurare la sintonia con la platea. E invece Debora Serracchiani, la “ragazza” che ha battuto Berlusconi, lo fa. Quasi non le bastassero i voti, i contatti su internet, per sapere che è ancora lei la più amata dalla base di blogger, internauti, militanti, iscritti e non che si è data appuntamento al Lingotto di Torino. “Alzi la mano chi non ha telefonato o scritto a Debora Serracchiani in questi giorni”, domanda, bisognosa di ulteriori conferme. Ma non basta a convincerla che è il momento di fare il discorso che tutti attendono: “Volevo dirvi qualcosa che vi aspettavate. Ma ve lo dirò un’altra volta”, si sfila lei, almeno per il momento, lasciandosi aperta la possibilità ancora di decidere.

“Non abbiamo bisogno di un capo, di una figura di una figura salvifica, del messia. Queste figure qui lasciatele agli altri”, sferza la platea. E con questa premessa risponde, ma a suo modo, all’appello. “Io ci sarò, perché è improtante che ci siano persone come me. Ma ci dovete essere anche voi perché senza di voi il congresso rischia di essere una resa dei conti”, dice a ristabilire un patto che tra lei e la platea era implicito fino a poche ore fa.

Ma che ora in questo delicatissimo passaggio, in cui le sue strade e quelle degli altri potrebbero separarsi, sente evidentemente di dover rinsaldare.

E di “patto” parla Debora Serracchiani. E’ quella la sua proposta. “Dobbiamo pensare a costruire una squadra, una classe dirigente che non si ccontenti di vincere il congresso ma che vinca le elezioni”. Parla di una leadership collettiva. Ma spiega che ci vuole qualcuno tra i vecchi si faccia da parte e “che qualcuno invece assuma la responsabilità di un patto generazionale e dica: vi aiuto a diventare classe dirigente del 2013”. Che il riferimento sia a Franceschini è abbastanza chiaro. Anche se Debora preferisce non citarlo esplicitamente.

Detto questo, scandisce i suoi temi. I diritti. Ma “prima di me lo ha già detto molto bene Marino”, è costretta a dire. Il lavoro: “Un contratto unico senza distinzioni tra precari e lavoratori garantiti”. Etc. Lo fa come se fosse ancora la giovane dirigente che dice la sua davanti a Franceschini.

Ora è qualcosa di più. Ma non ancora la leader che tutti aspettavano.


27 giugno 2009
da unita.it
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« Risposta #3 inserito:: Giugno 30, 2013, 05:01:59 pm »


Pd, Serracchiani: "No girandola di candidature". Sulle regole per le primarie, tanti no a Renzi


La governatrice del Friuli prova a stoppare il proliferare di nomi in casa democratica: "Non aiuta il governo".

Bindi d'accordo con Renzi: segretario sia candidato premier.

Ma arrivano i no di Barca, Rossi, Cuperlo. Franceschini avverte: "Pagherà caro chi farà cadere Letta"


ROMA - "Proviamo a fermare le girandole dei nomi, che ora non servono alla serenità del percorso congressuale del Pd, e tantomeno aiutano il lavoro del Governo". Debora Serracchiani - entrata negli ultimi giorni nel totosegretario Pd come possibile candidato di mediazione - dice no al proliferare di aspiranti leader del partito. E insiste nel confermare la sua preferenza per Matteo Renzi. "Io credo - prosegue la presidente del Friuli Venezia-Giulia - che per questa sfida il Partito democratico debba mettere in campo i suoi migliori esponenti, primo fra tutti Matteo Renzi. E il mio impegno sarà quello di dare una mano per ottenere questo risultato, non certo per farlo saltare". La governatrice, però, non ritira del tutto la sua candidatura: "Come ho già detto in passato, anche con i piedi nel Friuli Venezia posso e voglio contribuire a creare un'autentica alternativa per il Governo nazionale". Al momento, oltre ai nomi di Serracchiani e Renzi, per la segreteria Pd ci sono le candidature certe di Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Gianni Pittella, di un esponente dell'area Ecodem, c'è la tentazione di Stefano Fassina e alcuni non escludano che lo stesso Epifani possa ripensarci e tentare il bis

Ieri Matteo Renzi ha provato a dettare la sue regole per le primarie: "Chi le vince, deve essere candidato premier". Ha provato, cioè, a fermare la linea che sembra emergere nel partito, come dimostra l'ultima riunione della commissione congresso di giovedì scorso. In questo, il primo cittadino di Firenze trova l'appoggio inatteso di Rosy Bindi che dice: "Sono d'accordo a non cambiare lo statuto. Lo statuto per un partito è un po' quello che la Costituzione è per un Paese, non si cambia per quelle che sono le convenienze politiche del momento. Infatti io non lo avrei cambiato lo scorso anno per far partecipare Renzi alle primarie e questa volta non dovremmo cambiare lo statuto perchè non intendo ostacolare con una norma cambiata il percorso di qualche candidato, Renzi compreso".

Intanto, in un'intervista all'Unità, il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini avverte il sindaco di Firenze: "Pagherà caro chi farà cadere Letta". Un avvertimento al Pdl, certo. Ma anche a chi, nel Pd, potrebbe avere la tentazione di accelerare la caduta dell'esecutivo. Proprio come Matteo Renzi che ieri ha detto, sul governo guidato da Letta: "Non bastano i piccoli passi".

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/06/30/news/pd_serracchiani_girandola_di_candidati_alla_segreteria_non_aiuta_il_governo-62126585/?ref=HREC1-1
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