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Autore Discussione: ITALIANI BRAVA GENTE (si ma quanti, molti o pochi ndr)  (Letto 5422 volte)
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« inserito:: Maggio 23, 2009, 03:56:56 pm »

Terremoto, inchiesta Casa dello studente: convocato da polizia ex presidente Adu

Abusi sessuali sui bimbi tendopoli L'Aquila: un arresto

Sei denunciati: con seconda casa vivevano in albergo


 L'AQUILA (23 maggio) - L'ex presidente dell'Azienda per il diritto allo studio universitario (Adu), Luca D'Innocenzo, è stato di nuovo convocato dalla polizia come persona informata dei fatti in relazione al crollo della Casa dello studente che provocato la morte di otto studenti.

D'Innocenzo è stato convocato senza la presenza dell'avvocato. Intanto, la Procura sta programmando per la prossima settimana le prove di carotaggio proprio nella Casa dello studente; le prove dovrebbero seguire negli altri edifici di via XX settembre crollati a causa del sisma del 6 aprile scorso.

Abusi sessuali: un arresto. Non solo hanno rischiato di morire e oggi vivono da sfollati, ma hanno dovuto subire anche tentativi di molestie sessuali da parte di un aquilano di 56 anni. L'uomo, arrestato, avrebbe concentrato la sue attenzione su un gruppo di bambini e bambine nel campo di accoglienza dei terremotati di piazza d'Armi. E non si tratterebbe del primo episodio del genere. Ieri per lo stesso tipo di reato era stato denunciato un giovane.

Denunce per doppia casa. Avevano sei appartamenti e due ville con 24 stanze in comuni non colpiti dal terremoto. Eppure erano ospiti di uno degli alberghi che ospita gli sfollati, quelli veri. Una coppia di anziani è stata denunciata per falso e truffa ai danni dello Stato dai carabinieri di Montesilvano. Ma la coppia non era l'unica a usufruire della "vacanza". Denunciate altre tre persone dopo i controlli che hanno coinvolto 200 persone e che avrebbero accertato altre 10 situazioni d'incongruenza.

Gli avvisi della Protezione civile. La Protezione Civile aveva informato, affiggendo negli alberghi degli annunci, che chi aveva altre disponibilità alloggiative personali doveva avvalersene. Infatti, i terremotati, nel momento in cui si presentavano ai Centri operativi comunali per richiedere una sistemazione in albergo o in tenda dovevano autocertificare di non avere altre disponibilità.

 
da ilmessaggero.it
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 23, 2009, 04:22:13 pm »

23/5/2009
 
Loro furbi noi complici involontari
 
 
 
 
 
MARCO VALLORA
 
Attendiamo di saperne di più di quest’avventura di Bot, un nome che è già tutto un programma, in questi anni d’investimenti marci anche nel campo dell’arte, e pure del Marchese Vittorio Spreti, che pare un cenno ironico allo spregiante Sgarbi, perché la storia, dai contorni abbastanza boccacceschi, probabilmente nasconde qualcosa d’altro e di ghiotto: magari anche una faida tra falsari in puro stile camorra.

Che girassero molti falsi, e anche mirati non è una novità, anzi. Ma che addirittura si arrivasse alla facile, delirante raffinatezza di costruire falsi epistolari tra epigoni del terzo futurismo pare un traguardo da grande e divertente civiltà visionaria.

Del resto negli anni, ci si è resi conto che l’arte dozzinale dei falsari (basta girare lo zapping sulle demenziali aste tv per capire che ormai tutto è lecito: nessuno protesta, l'ultima delle croste è magnificata come degna di stare al Moma) non tocca più solo i quasi-falsari di se stessi, come De Chirico o Schifano, o i generosi sprecatori di sé, come i De Pisis o i Carrà ma adesso i falsi se li meritano persino i più sofisticati Pascali, Licini e Burri.

Adesso qualcuno accusa i critici di esser ciechi, di non saper riconoscere. Non siamo tartufi, osiamo di più: sono i metodi giornalistici ormai collusi con l’abominio a venire a galla. La «critica», oggi, per lo più le mostre non le va più a vedere, dà fiato a veline da ufficio-stampa ingloriose, e poi bisogna sempre arrivar prima dei concorrenti appoggiando mostre fantasma, altro che riconoscere i falsi!

Che ognuno faccia un po’ di autocritica.
 
 
da lastampa.it
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« Risposta #2 inserito:: Maggio 24, 2009, 12:02:49 am »

Potrebbe essere stato vittima di una congestione

Reggio Emilia, 15enne muore in piscina

Il ragazzo originario del Marocco si è tuffato e ha avuto un malore: altri bagnanti sono rimasti immersi in acqua

REGGIO EMILIA - Un quindicenne originario del Marocco è morto, probabilmente per un malore, mentre nuotava in una piscina pubblica a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Y.H., residente ad Arceto, si è tuffato intorno alle 16 ma poco dopo si è sentito male.

Un bagnino è immediatamente intervenuto e sono stati chiamati i soccorsi, ma inutilmente.
Secondo le prime ipotesi il ragazzino, che frequentava la terza media, potrebbe essere stato vittima di una congestione. Nella piscina "L'Azzurra" c'erano anche altri bagnanti, oltre agli amici di Y.H.

Alcuni non hanno lasciato la vasca, continuando a restare immersi durante le operazioni di soccorso a bordo piscina e nonostante gli inviti dei responsabili della struttura a uscire dall'acqua.

23 maggio 2009
da corriere.it
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« Risposta #3 inserito:: Maggio 24, 2009, 05:43:33 pm »

Berlusconi-Letizia, nessuna verità ma tanti passi falsi

di Enrico Fierro


Bugie. Verità inconfessabili.

E l’affannoso lavorìo di tanti (troppi) soggetti che «maneggiano» la notizia, la plasmano fino a farle prendere la forma desiderata. Così il caso Noemi-Berlusconi si è già trasformato nel mistero italiano degli anni Duemila. La tonalità dominante del colore è il torbido.

Alimentato dalle troppe bugie del premier e dalle interessate reticenze della famiglia Letizia.

CASALESI
Cognome poco diffuso a Napoli. In Campania concentrato nel Casertano. Zona dominata dal clan dei «casalesi». Un dato di fatto normalissimo che martedì scorso ha generato un singolare cortocircuito mediatico. Nella notte tra lunedì e martedì viene arrestato un pericoloso latitante di camorra. Franco Letizia. Dalle 7,22 di martedì (ora del primo «lancio» di agenzia) fino alle 12,18 nessun sito internet, nessuna radio locale stabilisce un qualsiasi collegamento, e meno che mai l’esistenza di rapporti di parentela, tra l’arrestato e il papà della Noemi. Eppure alle 12,18 i terminali battono una agenzia Ansa che «chiarisce» che il Letizia boss «non ha alcun legame di parentela con Benedetto Letizia». Si tratta di semplice omonimia. Che però nessuno aveva sollevato. Smentita di una notizia che nessuno aveva pubblicato.
La camorra, soggetto da maneggiare con cura in questa storia. Anche se i tanti set di questo reality non aiutano a tenerla a debita distanza. Secondigliano (il quartiere monstre dove i Letizia hanno alcune loro attività); Portici, la città-quartiere dove vivono Noemi e sua madre, e Casoria, il paesone della festa. In ognuno di questi luoghi i clan hanno un controllo ferreo del territorio. Sanno tutto. Di tutti. Chiarire fino in fondo i misteri di questa vicenda e non aggiungerne altri può aiutare. Ma l’epicentro dei misteri è nei rapporti tra Silvio Berlusconi e i Letizia. Quando si sono conosciuti, perché, qual è il legame che tiene avvinghiato Silvio Berlusconi a questa famiglia colta da improvvisa notorietà?

LE DOMANDE SENZA RISPOSTA
Domande ancora orfane di risposte credibili. Elio Letizia non è mai stato autista di Craxi. La madre di tutte le «balle» che avrebbe dovuto supportare il rapporto tra il Cavaliere e il messo comunale è stata sgonfiata da poderose smentite. Berlusconi il 7 maggio alla tv France2: «Il papà di Noemi fa parte del mio partito». Falso: tutti i maggiorenti di Forza Italia a Napoli hanno pubblicamente detto di non ricordare alcuna militanza, neppure ai livelli più bassi, di Elio. «L’amicizia di Silvio riguarda me. Tutto si poggia su quello», dice il 5 maggio a «La Repubblica» il signor Letizia. Noemi nella varie interviste che rilascia «non ricorda» i particolari dell’amicizia tra la sua famiglia e il Cavaliere. Mamma Anna Palumbo, invece, invoca la privacy: «Non chiedetemi più come ho conosciuto il Presidente».

Perché la loro è una amicizia di vecchia, anzi vecchissima data. Un legame stretto del quale però non vi è traccia negli anni passati, quando Noemi era poco più che una bambina. Nel 2001 la famiglia viene funestata da un lutto gravissimo, la morte del figlio Yuri, 20 anni. All’epoca l’amico di vecchia data Silvio non si fa vivo. Neppure un telegramma. Infine, il rapporto con Noemi prima della festa dei 18 anni. Berlusconi ne parla a France2. «La ragazza non ha mai avuto modo di frequentarmi da solo. È venuta a trovarmi sempre con sua madre, o suo padre...». L’articolo firmato ieri da Massimo Giannini su «La Repubblica» si incarica di ricordare almeno una circostanza nella quale Noemi era col Cavaliere da sola e senza mammà. 19 novembre 2008, Villa Madama, cena con vip e imprenditori. Noemi c’è. Per lei viene addirittura rivoluzionata la disposizione dei posti a tavola. «Alla fine della cena, secondo il ricordo dei presenti, Noemi sarebbe stata vista allontanarsi su un’auto blu, al seguito dell’Audi nera del premier», si legge. All’epoca Noemi non aveva ancora compiuto 18 anni. Era minorenne. Brutti tempi per il Cavaliere. Che spera nella «verità». «Quando tutti conosceranno la realtà - dice a Porta a Porta il 5 maggio - non potranno che prendere atto che c’è stato un gesto di amicizia che non aveva nulla di scandaloso». La realtà tante «mani» la stanno plasmando ad uso e consumo del premier. E dei suoi voti.

22 maggio 2009
da unita.it
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« Risposta #4 inserito:: Maggio 25, 2009, 11:15:26 am »

Il padre di Noemi annuncia all'Ansa la querela contro Gino Flaminio e Repubblica

L'ex fidanzato di Noemi ha ricostruito in un'intervista come la ragazza ha conosciuto il premier

Il pressing del Pd su Berlusconi "Ha il dovere di dire la verità"

Franceschini: "Deve rispondere alla libera stampa, è necessaria la trasparenza"

D'Alema: "Mente nelle vicende pubbliche e private. Questo non è accettabile"

 

ROMA - Dopo l'intervista a Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi Letizia, che ricostruisce come la ragazza ha conosciuto Silvio Berlusconi, smentendo diverse dichiarazioni del premier sulla vicenda, il Pd torna a chiedere chiarezza. A cominciare dal segretario, Dario Franceschini: "Un uomo politico ha il dovere di rispondere e il dovere di dire la verità. Non è possibile che la libera stampa continui a fargli delle domande, continui a dimostrare dove lui ha mentito e lui continui a tacere. Non c'è un paese al mondo in cui un uomo politico potrebbe permettersi di continuare a non rispondere a quelle domande, perché la trasparenza è uno dei criteri per reintrodurre la serietà nella vita politica".

Analoghe le dichiarazioni di Massimo D'Alema: "Berlusconi mente nelle vicende private come in quelle pubbliche. Questo non è accettabile. Decideranno
gli italiani se a loro questo comportamento piace o no. Nei paesi civili, di solito, un presidente del Consiglio che mente non piace agli elettori...".

"L'ho già detto, ma leggendo il servizio di D'Avanzo e Sannino su Repubblica, il Parlamento e i cittadini italiani devono disinteressarsi del gossip e mettere a fuoco la questione di Stato che sta emergendo con sempre maggiore nitidezza. - afferma il vicepresidente dei senatori del Partito democratico Luigi Zanda -
"In una democrazia parlamentare rappresentativa la parola del capo del governo non può mai essere messa in dubbio e quindi Silvio Berlusconi deve spiegare le numerose contraddizioni che emergono tra le sue affermazioni e la realtà dei fatti. Se non considera necessario chiarire agli italiani come stanno le cose, lo faccia almeno per i governi dei Paesi dei quali l'Italia è alleata e con i quali collabora sul piano economico e militare. Nelle relazioni internazionali l'affidabilità è tutto".

E intanto Benedetto Elio Letizia, padre di Noemi, annuncia, in un comunicato dettato all'agenzia Ansa dal suo legale, l'avvocato Giulio Costanzo, la decisione di querelare Repubblica e Gino Flaminio. Secondo Letizia, "il racconto reso dal signor Flaminio, apparso oggi sul quotidiano la Repubblica e relativo a mia figlia Noemi, è gravemente diffamatorio, perché le attribuisce cose mai fatte nè dette nè pensate. Ciò che si legge è un nuovo momento di mera notorietà che il quotidiano la Repubblica, strumentalizzando, ha voluto concedere al signor Flaminio, a danno nuovamente dell'immagine di mia figlia Noemi".

"Ovvio - conclude Letizia - che il signor Flaminio, nonché il quotidiano la Repubblica, dovranno rispondere di tutto in tribunale. Abbiamo già chiesto, infatti, ai nostri legali di redigere e sporgere querela. Naturalmente saranno chiamati a rispondere anche tutti coloro che dovessero riprendere in tutto o in parte questa incredibile narrazione".

(24 maggio 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #5 inserito:: Maggio 28, 2009, 09:48:49 am »

28/5/2009 (7:19) - CASO NOEMI - IL COSTUME

L'amore ai tempi della destra
 
Il ministro Franco Frattini con Chantal Sciuto
 
Da Frattini a Carfagna: nel nuovo governo Berlusconi una nuova stagione di passioni


MATTIA FELTRI
ROMA


Tutti giovani e belli, tutti innamorati, tutti coetanei di Noemi. Hanno tutti la faccia di Renato Brunetta, gongolante e stupefatto di sé a fianco della bella bionda, e hanno tutti l’improvvisa e incontenibile vigoria adolescenziale di Gianfranco Fini, accarezzato sulla barca e senza pudori da Elisabetta Tulliani. E’ un vero peccato che il quarto governo Berlusconi non passerà alla storia per queste primaverili tempeste del cuore - offuscate da cupe crisi economiche e devastanti cataclismi naturali - perché la straordinarietà dell’esecutivo risiede nel consenso e soprattutto nell’esplosione di giovanili sensi. E se lo sdoganamento dell’eterna giovinezza, specialmente dal punto di vista estetico e lessicale, appartiene a Silvio Berlusconi, la messa in pratica appartiene alla sua squadra con l’intero armamentario di mani nelle mani, di mani dappertutto, di scollature, di esibizione gioiosa, di fluidi incontenibili.

C’è per esempio Franco Frattini, titolare degli Esteri, che si piglia e si molla con Chantal Sciuto (la visagista delle dive) seguendo le modalità in uso, pare l’sms, e pure il comunicato stampa che dopo soli nove mesi di fidanzamento l’abbandonata diffonde, carico di dolore e rancore, come facevano le ragazze di liceo per salvare l’onore con le amiche. Ma lui, incurante del lutto provocato, già passa a miglior compagnia e sulla sua pagina di Facebook appaiono la foto e l’indole di una fanciulla rigogliosa, la ventottenne Manuela, che innalza ai cieli la voglia di vivere: «Ogni anno, quando l’estate inizia a farsi sentire, si risveglia in me, fuoco... passione... solarità... con quella sabbia che accarezza la pelle e risveglia i sensi». Sono slanci precari e senza fiato, tutta roba seria e ginnasiale. C’è Sandro Bondi che su Vanity Fair dedica le poesie alle genti genuine di Novi Ligure, che non è propriamente l’ombelico del mondo ma la patria di Manuela Repetti, la bionda quarantenne che nel coordinatore del partito - già sposato e già padre - ha risvegliato trasporti sopiti nella dedizione alla causa. Girano ovunque, mano nella mano, e lui pieno di linfa la presenta a chiunque per quella che è, la vita nova.

Sono i piccoli gesti universali. Questioni seppellite dai coetanei o nascoste nelle stanze d’albergo. Renato Brunetta confessa in tv che, giunto zitello a cinquantotto anni, ha finalmente trovato la donna perfetta, condividono l’interesse per le case, per l’arredamento d’interni, e lui nelle notti libere si mette alla scrivania e disegna seggiole, poltrone, tavolini, e li presenta al salone del mobile sotto la sigla TT, che starebbe per Titti, la bella signora dell’ennesimo riscatto di un ex ragazzo che vendeva gondolette a Lista di Spagna, Venezia. E c’è tempo. Il governo ha poco più di un anno e una sola estate alle spalle. Quanti ardori si consumeranno nei burocrati petti nei molti mesi a venire? Quante foto come quella di Mariastella Gelmini, seduta ai tavolini del bar e improvvisamente protesa verso il geologo bergamasco Giorgio Patelli per un bacio voluto più di un ministero?

Quante foto come quella di Mara Carfagna al ristorante con Marco Mezzaroma, e i famigerati occhioni spalancati solo per lui? A loro il destino ha ridato indietro - come sognava Roberto Vecchioni - una 600 e i vent’anni, li vedi dentro la macchina avvinghiati come ai tempi in cui l’amore non aveva (e non pretendeva) altra sede. Ha un bel dire Emma Bonino. Lei, che a «Diva e Donna» confessò un falso filarino per consegnare alla stampa l’indegnità moderna: «Vedete? Non avevo altro modo di far parlare di me». I giornali saranno colmi di peccati ma, intanto che a sinistra ci si occupa di pubblica morale, a destra si spogliano, si stendono al sole e sulle barche, mostrano corpi esultanti. Giorgia Meloni al largo di Ponza sorride a un misterioso giovanotto. Ed è un tripudio irruento in Gianfranco Fini: chi se le è perse le istantanee di Porto Ercole? Lei a carezzare i suoi turgori, lui le sue morbidezze. Ora arriva la seconda figlia, la prima ha diciotto mesi e, per causa di Elisabetta, Fini litigò con Berlusconi («con la Cdl ho chiuso») perché Striscia la notizia insisteva sui precedenti della ragazza con Luciano Gaucci.

Insomma, fanno cose così, bisticciano, sospirano, squadernano il manuale di Peynet: c’è Roberto Calderoli che dissemina il giardino di rossetti per convincere la nuova fidanzata a ripopolarlo con un’orsa. E lei cede perché Roberto, dice, è tanto diverso da come viene dipinto. E anche se adesso è candidata per la Lega alla Provincia di Cuneo, è la dimostrazione che la politica è un accidente, quello che conta è amarsi da imberbi, totalmente e fragilmente. Ben prima di Noemi, ben oltre Noemi.

da lastampa.it
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« Risposta #6 inserito:: Maggio 31, 2009, 09:10:06 am »

Comizio a Reggio Emilia

Bossi: «Tornano i vecchi Dc. Bisogna prenderli a legnate»

Il leader della Lega attacca «l’Udc e le nuove sigle mascherate»


REGGIO EMILIA - In Italia i "vecchi Dc" stanno cercando di tornare e per questo, secondo Umberto Bossi, "meritano legnate". Il leader della Lega si accanisce contro l’Udc dal palco allestito nella piazza principale di Reggio Emilia durante un comizio elettorale. Casini dice che Berlusconi chiacchiera e la Lega comanda e che questo è un danno per il Paese. «Casini è un pirla» si è limitato a commentare il ministro e leader della Lega, Umberto Bossi, a margine di una manifestazione elettorale a Reggio Emilia.

«IL PASSATO CHE RITORNA» - Parlando delle quote latte e del lavoro fatto in questi mesi in difesa degli allevatori, il leader della Lega si scaglia contro il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: «Quando Casini e i suoi parlavano in Aula dei contadini li trattavano come se fossero dei ladri. Ma i ladri delinquenti, semmai - precisa - sono i vecchi democristiani che hanno creato le quote latte in cambio di un po’ di finanziamenti per il Sud». Questo «è il passato che cerca di tornare. Non date un solo voto a quella gente lì che merita solo legnate. L’Udc e le nuove sigle mascherate sono il passato che cerca di tornare».


30 maggio 2009

da corriere.it
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