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Autore Discussione: IL PAESE GOVERNATO DA UN CORRUTTORE (neppure originale ndr)  (Letto 2669 volte)
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« inserito:: Maggio 20, 2009, 10:19:45 am »

2009-05-19 22:24

I GIUDICI: MILLS AGI' PER L'IMPUNITA' DI BERLUSCONI


 L'AQUILA - Jose' Manuel Durao Barroso se ne riparte dopo aver promesso l'aiuto dell'Europa all'Abruzzo devastato dal terremoto e Silvio Berlusconi avrebbe di che essere contento. Invece, la sua dodicesima visita all'Aquila si trasforma all'improvviso in un difficile intreccio di pubblico e privato, amaro sfogo sulla ''scandalosa'' sentenza Mills e su Noemi Letizia, livido attacco ai giudici, stampa, opposizione.

I riflettori della conferenza stampa, appena il presidente della Commissione Ue se ne va, si accendono di nuovo sul volto furente del presidente del Consiglio. Ci sono panni da lavare in famiglia. E lui affonda sul fatto del giorno: le motivazioni della condanna per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills, che lo chiamano in causa. ''E' una sentenza semplicemente scandalosa, contraria alla realta' - tuona - come sono sicuro sara' accertato in appello per quanto riguarda il signor Mills. Ho annunciato stamattina la mia intenzione di fare un intervento in Parlamento sulla sentenza Mills e, appena avro' tempo, lo faro'. In quella sede diro' finalmente quanto da tempo penso a proposito di certa magistratura'''. Il tiro del premier si sposta subito dopo sulla stampa. Berlusconi e' furibondo verso la cronista dell'Unita' Claudia Fusani che gli chiede se, dopo le motivazioni della sentenza Mills, non sia il caso di farsi processare e quindi di congelare il lodo Alfano. ''Con questi giudici non si puo' fare - esplode - Il processo c'e' ed e' a Mills. Ci sara' un appello, ci sara' un altro giudice ed io sono sereno. Quando il processo riprendera' ci sara' una assoluzione assoluta''. Lo scontro si fa duro, la giornalista insiste: si faccia processare. Berlusconi alza moltissimo la voce: ''Su questa cosa mi infurio. Lo posso giurare sui miei figli. Non perdo tempo a risponderle. Me ne vado o senno' se ne va lei. Questa cosa mi fa infuriare, e' come se mi dicessero che non mi chiamo Silvio Berlusconi''.

E ancora, senza mai citare il giudice Nicoletta Gandus: ''Avevamo ricusato questo giudice che in tutte le situazioni e' andato in piazza per criticare l'operato del governo. E' scandaloso, vedrete cosa diro' in Parlamento'. ''Se c'e' un fatto indiscutibile e' che non c'e' stato alcun versamento di nessuno al signor Mills - si agita sulla sedia il premier - E' stato spiegato chi aveva dato i soldi, ne e' stato individuato il tragitto, sono state individuate le azioni fatte da Mills su questi soldi e il fisco inglese lo ha costretto a pagare imposte, considerando questa entrata un suo compenso professionale. Se fosse stata una donazione, il signor Mills non avrebbe dovuto pagare alcuna imposta. Se questo non vi basta... Non perdo altro tempo. Ci sono gia' stati 102 processi, ho gia' speso 200 milioni in avvocati e consulenze''. Ce n'e' ancora per l'opposizione (''Di Pietro mi fa orrore, e' pericoloso per la democrazia'') e per la stampa, con i cronisti stranieri strabiliati. Sulla sentenza Mills ''puntualmente programmata'' a due settimane dal voto europeo, il premier dice di aver visto ''commenti dell'opposizione divisa al proprio interno e annullata nei consensi''. Stesso copione montato ''in modo vergognoso con le veline, mai esistite, completamente inventate dall'opposizione e dai giornali asserviti all'opposizione''. Le luci si spostano adesso ancora su Noemi Letizia, per Berlusconi ''bersagliata in modo incredibile dai giornali, che si sono interessati perfino ai beni intestati a lei dalla famiglia''. ''Tutto cio' e' veramente vergognoso - quasi grida - mi vergogno per questi giornali nel leggere queste cose, oltretutto interamente inventate, come le dichiarazioni trasmesse da 'Annozero' e non riconosciute dalla interessata''. Altro che rispondere al decalogo di 'Repubblica' in Parlamento, come gli chiede di fare il giornalista Gianluca Luzi. ''Sono cose private. Ma le pare che possa rispondere a queste cose in Parlamento? Che c'entrano i fatti privati, con quale diritto vi occupate dei fatti familiari? Sono andato a chissa' quanti matrimoni, festeggiamenti e anniversari, non ho nulla da nascondere. Con che diritto state perseguitando una famiglia per bene? Vergognatevi''. ''Gli italiani sono con me, con me'', grida ancora il premier, citando l'ultimo dei sondaggi che lo vede al 75% di popolarita'. E ancora: ''Non rispondo a La Repubblica. Ho gia' risposto quando hanno detto che ero malato. Ho risposto che eravate voi malati di invidia personale e odio politico. Lo confermo in pieno. E questo non e' un attentato alla liberta' di stampa. Cadete nel ridicolo quando dite che in Italia non c'e' liberta' e che il primo ministro ha capacita' di interferire sulla libera stampa. Scherziamo vero? Volete Scherzare? Peccato che all'esterno certe affermazioni vengono prese per vere. E questo fa male al paese, e a tutti gli italiani'.

I GIUDICI: MILLS AGI' PER L'IMPUNITA' DI BERLUSCONI
MILANO  - L'avvocato inglese David Mills condannato a Milano a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari agì "da falso testimone" - si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna -"per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati".

Mills era accusato di aver preso 600mila dollari per fornire dichiarazioni false o reticenti in due datati processi milanesi: All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza. La posizione di Silvio Berlusconi, coimputato di Mills, era stata stralciata in quanto i giudici della decima sezione del Tribunale di Milano avevano trasmesso gli atti del processo alla Consulta perche' verificasse la corrispondenza alla Costituzione del cosiddetto Lodo Alfano, riguardante le quattro piu' alte cariche dello Stato. Il dibattimento nei confronti di Berlusconi e' quindi stato sospeso.

I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduti da Nicoletta Gandus (ricusata senza esito dal premier) nello spiegare "il movente sotteso alle condotte di Mills", condannato per corruzione in atti giudiziari, scrivono: "egli ha certamente agito da falso testimone, da un lato, per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute fino a quella data; dall'altro, ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico". Nel determinare la pena inflitta a Mills i giudici rilevano "l'oggettiva gravità della condotta, di assoluta rilevanza nei procedimenti in cui è stata posta in essere, anche in ragione della qualità e del numero dei reati ivi giudicati; va poi considerato il ruolo istituzionale di alcuni dei soggetti imputati nei procedimenti penali in cui David Mills rendeva falsa testimonianza".

Tra le contestazioni all'avvocato inglese David Mills, per le quali e' stato condannato dal Tribunale di Milano, vi e' anche quella di aver dichiarato il falso su un milione e mezzo di sterline nel 1996 ''a seguito di accordi con Silvio Berlusconi'' che il legale aveva qualificato come ''dividendi'' di una plusvalenza di una societa' off-shore (la Horizon ltd.) che i suoi clienti non avevano ritirato. ''Emerge in termini di certezza dagli elementi di prova - scrivono invece i giudici -... che l'attribuzione della somma a Mills rientrava nel complessivo disegno tendente a non far emergere, appunto, chi fosse il reale proprietario delle societa' offshore del Gruppo Fininvest e difendersi dalle accuse di falso in bilancio e altro, cosi' aggirando anche il fisco italiano e la normativa in tema di concentrazione di mezzi di comunicazione di massa''. ''Per distanziare il Gruppo Fininvest, o meglio la/le persone fisiche proprietarie, dai patrimoni delle societa' offshore - proseguono i giudici - gli utili di una societa', di cui a Mills era stata attribuita la proprieta' solo per tenere celata l'identita' degli effettivi beneficiari, erano stati trasformati in utili di Mills, e come tali egli li aveva sottoposti a tassazione, quale suo introito professionale, nel Regno Unito''.

L'OPPOSIZIONE: PREMIER SUBITO IN SENATO
Il vicecapogruppo del Pd Luigi Zanda ha chiesto al presidente del Senato di attivarsi perché il presidente del Consiglio si presenti subito in Parlamento e rinunci all'immunità del Lodo Alfano.
"Abbiamo letto dalle agenzie le motivazioni della condanna dell'avvocato Mills. Devo manifestare grande disagio istituzionale e anche politico - ha detto Zanda, rivolto al presidente del Senato - nel chiedere la parola su questo argomento ed esprimo due domande a nome del Pd: Le chiediamo di farsi interprete della nostra richiesta al presidente del Consiglio perché rinunci al Lodo Alfano". "La sentenza del Tribunale di Milano - ha aggiunto Zanda - fa sospettare che a questo servisse il Lodo Alfano. Se rinunciasse all'immunità Berlusconi farebbe del bene al Paese e al prestigio del Paese". "Penso che la disponibilità del presidente a venire in Parlamento a dare spiegazioni - ha concluso - avrà un significato se fatta subito. Da questo momento siamo disponibili".

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha replicato brevemente al termine di un rapido dibattito sulla sentenza del Tribunale di Milano, per assicurare al senatore del Pd Luigi Zanda che inoltrera' la richiesta del gruppo del Pd al premier per un suo intervento in Parlamento. ''La presidenza si fara' carico di inoltrare alla presidenza del Consiglio una sintesi di questa seduta, anche se - ha aggiunto Schifani - il presidente del Consiglio ha gia' fatto sapere che intende riferire in Parlamento''.

da ansa.it
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