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Autore Discussione: ERNESTO FERRERO Fiera scaccia crisi  (Letto 3009 volte)
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« inserito:: Maggio 13, 2009, 10:43:29 am »

13/5/2009
 
Fiera scaccia crisi
 
 
ERNESTO FERRERO
 
Forse è presto per annunciare la fine del flagello biblico della crisi mondiale, fenomeno non naturale ma rigorosamente umano di cecità e ingordigia irresponsabile, ma dalla Fiera del libro che si apre domani a Torino arriveranno di sicuro segnali positivi.

Non riguardano solo uno specifico settore produttivo, ma l’intera società italiana, il suo know-how, la sua voglia di farcela, la sua reattività. Sarà un caso che i padiglioni del Lingotto sono contigui agli uffici di Sergio Marchionne, eroe dei due mondi?

Mai come quest’anno gli editori sono stati propositivi. Tutti vogliono esserci, portare gli autori più rappresentativi, partecipare a una festa in cui ritrovarsi come in una grande casa di famiglia. Il programma è lievitato sino ad assumere le dimensioni di un libro, perché non ci sono solo gli ospiti più attesi, i Nobel, gli autori di culto, ma un coro di tante voci non meno significative.

Il comparto dell’editoria libraria tiene come pochi altri, in campo industriale. Non solo non arretra, ma si comporta assai meglio di quello di nazioni solitamente portate a esempio di virtù, Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, dove la crisi ha colpito duro. Forse perché da noi l’editoria libraria sulla linea del Piave c’è stata sempre, abituata com’è a navigare mari difficili senza lagne vittimiste, rivendicazioni esagitate, ricatti clamorosi. Attende con una pazienza persino eccessiva una legge-quadro che con il cambiare dei governi continua a restare sepolta nei cassetti parlamentari. Si ritrova a scontare colpe non sue: famiglie che non sanno più educare i figli, una scuola che arranca e non riesce a trasmettere il piacere della lettura, ricerca e biblioteche penalizzate da risorse irrisorie.

Eppure. Eppure ogni buona offerta culturale (festival, mostre, concerti) ottiene risposte formidabili, l’ultima delle quali alla recente Biennale della Democrazia. Eppure la Fiera del libro 2009 promette affluenze record, oltre quei 300 mila visitatori che sono già un primato europeo. Arriva al Lingotto un pubblico competente, motivato, selettivo, che compera bene dai cataloghi, e partecipa a incontri e dibattiti con forte, composta passione intellettuale. È l’avamposto dell’Italia migliore, aperta, civile, desiderosa di capire, approfondire, dialogare. Ancora capace di pensare e progettare in termini di «noi». Di accogliere senza diffidenze quel libro elettronico che sembra stia per sbarcare in massa: non un nemico del vecchio, glorioso supporto cartaceo, ma uno strumento nuovo da usare bene. Non renderà obsoleta la biblioteca di Alessandria. Così garantisce Umberto Eco.

L’Egitto, Paese ospite d'onore, ci lascia due memento. La progettualità illuminata dei Tolomei, che nell’Alessandria ellenistica crearono un centro di studi avanzati per scienziati d'ogni disciplina, chiamati a fare ricerca. Il cosmopolitismo dei primi decenni del ‘900, modello di felice convivenza di culture e fedi diverse, cantato con accenti d’amoroso rimpianto dal greco Kavafis, dall’inglese Durrell e ora all’americano Aciman. Ricerca, dialogo: il Lingotto non è un’isola felice, ma un ponte gettato verso gli altri, soprattutto quelli che conosciamo meno. Perché il nostro destino è e sarà sempre di più intimamente legato al loro.

 
 da lastampa.it
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