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Autore Discussione: Roberto RIZZO. Giù il ponte, paura e accuse «Il disastro era annunciato»  (Letto 2305 volte)
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« inserito:: Maggio 01, 2009, 02:42:08 pm »

Piena del Po Il crollo

Giù il ponte, paura e accuse «Il disastro era annunciato»

La Provincia apre un’inchiesta. Auto nel Po, quattro feriti



IL GRAFICO PIACENZA — «Se in quel mo­mento sul ponte ci fossero sta­te più macchine poteva essere una strage». Antonio Monaco, direttore regionale dei Vigili del fuoco della Lombardia, ha il volto sudato e la faccia di chi ha immaginato un disastro. Inve­ce, per fortuna, ieri intorno alle 12.30, quando il ponte della via Emilia che collega Lombardia ed Emilia-Romagna sul fiume Po unendo le province di Pia­cenza e Lodi è crollato, erano solo 4 le auto in transito. E il bi­lancio finale è di quattro feriti, di cui uno grave, Marco Grandi­ni, 27 anni (ricoverato all’ospe­dale di Piacenza, è in coma far­macologico con fratture alle co­stole), l’unico a finire in acqua con la sua Punto bianca. Gli al­tri feriti sono Antonio Rinali (49), Pasquale Mazzocchi (68) e Aldo Aramini (68). «Non c’è stato alcun boato, niente polve­re o rumori strani. All’improvvi­so ho visto la strada andare in salita e ho sentito la macchina perdere aderenza. Ho fatto in tempo a tirare il freno a mano e uscire dall’auto», racconta Aldo Aramini che da Piacenza anda­va verso Lodi a bordo di un Alfa 159. Il ponte sul Po, 101 anni d’età, lungo circa un chilo­metro, si è spezzato così, improvvisamente e in si­lenzio, a una settantina di metri dalla riva lom­barda. A cedere è stata una campata che sovra­sta la golena.

Dunque non uno dei piloni posti nel let­to del fiume, che ieri ha toc­cato i 7,51 metri. Per l’Anas, che da tempo stava effettuando dei lavori di consolidamento, «il crollo è stato provocato dal­l’eccezionale ondata di piena» dopo «le piogge di questi gior­ni ». Non tutti ne sono convinti. A iniziare dalla Procura di Lodi che ha messo sotto sequestro il ponte e aperto un’inchiesta per disastro colposo. «Impossibile che il crollo sia stato causato so­lo dalla piena», afferma Guido De Rossi, comandante dei Vigili del fuoco di Piacenza. Della stes­sa opinione il presidente della Provincia di Lodi Lino Felissari: «Il crollo nell’area golenale fa pensare che non sia colpa della piena». Mentre per il prefetto di Piacenza Luigi Viana «è pre­sto fare delle ipotesi». Per il Wwf «si continua ad artificializ­zare il Po aumentando i rischi», con la riproposizione di proget­ti «con più di 40 anni» che avrebbero «conseguenze disa­strose ». Ieri, intanto, i sommozzatori hanno scandagliato i fondali fi­no alle 19: «Per puro scrupolo, non riteniamo che ci sia qual­che corpo». Stime della Provin­cia dicono che sul ponte «transi­tano 20 mila veicoli al giorno». Che ora avranno come unica via di transito l’A1 con conse­guenti ripercussioni sul traffi­co. Su sollecitazione delle Pro­vince di Lodi e Piacenza il mini­stro dei trasporti Matteoli ha chiesto alla Società Autostrade l’apertura dei caselli di Piacen­za Nord e Piacenza Sud. Ma ieri pomeriggio si pagava ancora il pedaggio. I tecnici stimano che il ponte non sarà agibile per al­meno 3 mesi ed è al vaglio l’ipo­tesi di posare un «ponte Bai­ley », struttura metallica utilizza­ta durante la seconda guerra mondiale. «Idea plausibile» se­condo la Protezione civile.

Roberto Rizzo
01 maggio 2009
da corriere.it
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