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Autore Discussione: «IL SISTEMA é MARCIO» (tutto il sistema Italia ndr).  (Letto 18145 volte)
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« Risposta #30 inserito:: Agosto 31, 2009, 10:24:45 pm »

L'INTERVISTA.

Parla Geoff Andrews, storico e fondatore del sito Open democracy

"Dal premier italiano un comportamento assai insolito, perlomeno in una democrazia"

Le denunce di Berlusconi? "Reazioni di un leader in difficoltà"


dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


LONDRA - "Sono le reazioni di un leader in ansia, che si sente sempre più isolato e in difficoltà". Geoff Andrews, docente di storia italiana, autore di un libro sul nostro paese e commentatore del sito Open Democracy, commenta così la decisione di Silvio Berlusconi di denunciare "Repubblica" e altri giornali per diffamazione.

Una parte della denuncia definisce diffamatorie le dieci domande presentate mesi fa dal nostro giornale al primo ministro: può una domanda essere considerata diffamante?
"E' certamente assai insolito, perlomeno in una democrazia. Tanto più che quelle domanda sono state pubblicate per la prima volta all'inizio dell'estate e il premier italiano ha risposto con un lungo silenzio, ovvero ha scelto di non rispondere. Fare causa contro le domande sembra un tentativo di intimidire non solo "Repubblica" ma qualunque giornale dal porgli domande scomode, che è poi il compito della stampa in un paese democratico".

L'altro aspetto della denuncia riguarda commenti e argomentazioni fatti da un giornale francese, citati in un articolo di "Repubblica". Come interpreta questo?
"Si vede chiaramente il contrasto tra l'informazione in Italia, su cui Berlusconi esercita un vasto e quasi assoluto controllo, e quella all'estero, su cui ovviamente non può porre divieti o restrizioni. Ed ecco allora il ricorso alla giustizia per impedire che i giornali stranieri possano essere citati in Italia. E' un fatto grave, ma è anche la prova che Berlusconi si rende conto della pericolosità, per lui, della stampa e dell'opinione pubblica internazionale".

"Incredibile. Con poche eccezioni, non se ne parla o se ne parla per minimizzare e difendere il premier.
Sarebbe come se la Bbc e le tivù private britanniche non avessero raccontato lo scandalo dei rimborsi spese dei deputati che ha fatto tremare nei mesi scorsi il parlamento di Westminster. Cosa che non dovrebbe accadere in una democrazia".

Ma se accade, come sta accadendo in Italia, che conseguenze potrebbero esserci?
"Io credo che presto o tardi gli alleati di Berlusconi, o almeno alcuni di essi all'interno della coalizione di centro-destra, cominceranno a chiedersi se è legittimo e augurabile per il paese che sia consentita una situazione del genere. E prima o poi potrebbero esserci reazioni anche da parte degli alleati dell'Italia, dei suoi partner nell'Unione Europea, nella Nato, nel G8. Quando una democrazia zoppica, rallenta e preoccupa tutto l'impianto a cui è collegata, come del resto vari leader stranieri e perfino la Chiesa cattolica iniziano cautamente a segnalare".

Allora Berlusconi potrebbe subire dei contraccolpi con questa azione legale?
"Io penso che si tratti di una mossa politica, un colpo di coda che lascia trapelare segnali di crescente ansietà nel premier, sempre più toccato dalle critiche internazionali e con una sensazione di crescente isolamento anche in Italia, dove appare a molti dei suoi stessi alleati come una figura problematica".

(31 agosto 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #31 inserito:: Settembre 01, 2009, 10:25:32 pm »

E sull'opposizione italiana: «Nessuna considerazione per i miei avversari»

Berlusconi attacca i commissari Ue: «Tacciano, parli solo il presidente»

Nel mirino i portavoce di Bruxelles: «Stiano zitti o blocco il Consiglio europeo».

La replica: siamo davvero sorpresi

   
DANZICA - Alta tensione tra Silvio Berlusconi e l'Unione europea sul ruolo dei portavoce della Commissione. Il presidente del Consiglio ha attaccato l'esecutivo europeo sul modo di comunicare, chiedendo che a parlare sia solo il presidente della Commissione e minacciando altrimenti veti a livello Ue e la richiesta di dimissioni di tutti i commissari.

L'ATTACCO - Da Danzica, dove ha partecipato alle commemorazioni per il 70esimo anniversario dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale, il premier se l'è presa con i portavoce dei commissari europei e con gli stessi membri della Commissione che, secondo Berlusconi, non devono intervenire pubblicamente su «alcun tema». L'idea del capo del governo italiano è che la voce dell’Europa deve essere portata esclusivamente dal presidente dell’esecutivo o dal suo portavoce, se così non fosse l’Italia «bloccherà di fatto il funzionamento del Consiglio europeo». Un nuovo fronte di polemica, quello aperto dal leader del Pdl, legato ai chiarimenti chiesti da Bruxelles sui respingimenti degli immigrati.

LA POLEMICA - All'affondo del premier la Commissione europea ha risposto con sorpresa, sottolineando che la richiesta di informazioni sui respingimenti non è allo stato una critica alla condotta dell'Italia. Palazzo Chigi ha mostrato di apprezzare la reazione di Bruxelles ma la questione ha scatenato le polemiche politiche, con l'opposizione che accusa Berlusconi di voler «imbavagliare» anche l'Europa e la maggioranza che fa quadrato intorno al capo del governo.

«PAROLE STRUMENTALIZZATE» - Al centro delle osservazioni del premier, il dibattito sui respingimenti: secondo Berlusconi «non è vero» che l'Europa punta il dito contro l'Italia per la politica in tema di accoglienza, bensì «si strumentalizzano espressioni di portavoce, è un problema che porterò sul tavolo del prossimo vertice dei capi di Stato e di governo», ha avvertito il Cavaliere. Proprio da qui arriva la minaccia di ostruzionismo nei confronti del Consiglio europeo «ove non si determini che nessun commissario europeo e nessun portavoce di Commissione possa intervenire più pubblicamente su alcun tema». Non solo: «Chiederò che commissari e portavoce che continuino nell’andazzo di tutti questi anni vengano dimissionati in maniera definitiva» perché le loro dichiarazioni «creano una situazione che non si può accettare: si danno alle opposizioni di ogni Paese armi che invece non esistono».

BRUXELLES «SORPRESA» - «Sono davvero sorpreso, sono giorni che stiamo dicendo che la Commissione non sta criticando nessuno Stato Ue», ha subito replicato Dennis Abbott, uno dei portavoce della Commissione Ue. «Se mi viene rivolta una domanda, io rispondo sulla base di chiare istruzioni che ricevo dall'ufficio del vice presidente della Commissione Ue Jacques Barrot», ha osservato Abbott, sottolineando che proprio nel briefing con la stampa di martedì ha sottolineato come la richiesta di informazioni, in questo caso a Italia e Malta, sia una procedura normale. «La commissione Ue non sta in nessun modo criticando l'Italia», ma anzi cerca di sostenere l'Italia e tutti gli Stati Ue sottoposti alle pressioni migratorie, ha sottolineato Abbott. Johannes Laitenberger, portavoce del presidente della Commissione Josè Manuel Durao Barroso, ha poi ribadito che la richiesta di informazioni «non rappresenta una critica all'Italia». Palazzo Chigi in una nota ha a questo punto spiegato di ritenere soddisfacenti le parole di Laitenberger: «Qualsiasi altra interpretazione è da considerarsi frutto di strumentalizzazioni politiche a fini interni», è la conclusione della nota.

«BAVAGLIO» - La questione però ha sollevato un polverone politico. «Berlusconi non può pensare di imporre alle istituzioni europee regole che vogliono imbavagliare chiunque non la pensi come lui», ha detto David Sassoli, capo delegazione del Partito democratico al Parlamento europeo. «Il presidente del Consiglio forse crede di potersi avvalere in Europa degli stessi metodi con cui governa il nostro Paese. Le sue minacce ai portavoce Ue sono un'altra conferma della debolezza del governo italiano».

SCHULZ - «Un attacco inaudito» alle istituzioni comunitarie, al quale la presidenza di turno svedese dell'Ue e il presidente della Commissione José Manuel Barroso devono reagire «immediatamente. Berlusconi, ancora una volta, rende palese il suo profondo sentimento antieuropeista» è la posizione di Martin Schulz, presidente dei socialisti e dei democratici all'Europarlamento. Nel 2003 Berlusconi disse che Schultz, figlio di un ex deportato in un lager, era adatto per la parte di un «kapò» nazista in un film sui campi di concentramento.

LA RUSSA - Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, le parole di Berlusconi sono invece solo «uno stimolo perché l’Unione europea funzioni meglio».

«NESSUNA CONSIDERAZIONE DA PARTE MIA AI MIEI AVVERSARI» - Non solo il caso dei portavoce. Da Danzica infatti il premier ha anche attaccato l'opposizione. «I miei avversari non hanno nessuna considerazione da parte mia» ha detto Berlusconi, senza citare fatti particolari a cui legare il suo giudizio tranchant, ma limitandosi a rispondere così a chi gli chiedeva genericamente dei rapporti con la minoranza. Gli esponenti del centrosinistra «sono arrivati a un livello tale da farmi tacere ogni commento su di loro per amor di patria» ha detto il premier.


01 settembre 2009
da corriere.it
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