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Autore Discussione: Realacci boccia la 'new town'  (Letto 2756 volte)
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« inserito:: Aprile 07, 2009, 10:37:56 pm »

Realacci boccia la 'new town'


Non è il momento di utilizzare strumentalmente quanto successo in Abruzzo per lanciare proclami di una new town». Così il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, replica alle proposte del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ieri «ha promesso un'Aquila 2», piuttosto occorre «interrogarsi sulla prevenzione che andrebbe fatta in tutta Italia e sul rispetto delle
regole». Intervistato a margine della presentazione delle proposte di Legambiente sulla gestione dei rifiuti, Cogliati Dezza ha denunciato il fatto che a L'Aquila «pur essendo territorio sismico delle strutture si sono accartocciate su se stesse: bisogna sapere se non ci sono stati controlli adeguati, oppure disonestà professionale o malaffare».

Per quanto riguarda i centri storici distrutti, secondo il presidente di Legambiente, occorre attuare un nuovo piano di interventi per
salvaguardare il patrimonio edilizio: «Con il presidente dell'Ance elaboreremo una proposta, una risposta non strumentale al terremoto ma tenendo conto di quanto il sisma ha messo in luce». Costruire un'altra città accanto a quella danneggiata dal terremoto è «un'idea sbagliata». Ne è convinto Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Pd, secondo cui c'è un «problema di identità, di anima dei luoghi delle comunità colpite: bisogna ricostruire L'Aquila lì dove era da secoli». Secondo Realacci ora va profuso il massimo sforzo per salvare ancora delle vite umane, poi bisogna pensare a ricostruire, ma obbligatoriamente con criteri avanzati. Servono forti investimenti per la messa in sicurezza degli edifici, in particolare di scuole e ospedali. La proposta del deputato del Pd - intervistato a margine del convegno «Rifiuti mady in Italy» promosso da Legambiente - è di applicare il credito d'imposta del 55%, come prevedono le norme sul risparmio energetico, anche ai cittadini che mettono in sicurezza la propria abitazione o che decidono di demolire e ricostruire la propria casa.

D'accordo con Realacci e Legambiente anche Pierluigi Mantini dell'Udc:  «Ora è il momento di continuare a scavarecon speranza, di provvedere all'emergenza, del dolore e della commozione. ma per il futuro non vogliamo new town, vogliamo recuperare e ricostruire L'Aquila e i centri storici, come in Umbria, più belli e più sicuri di prima». E aggiunge: «Una scelta che va impostata
già nei prossimi giorni perchè c'è un equilibrio tra storia e territorio che non può essere distrutto. ed è assai meglio utilizzare l'accoglienza offerta, anche sulla costa adriatica, che costruire gigantesche tendopoli destinate a restare».

E a bocciare la proposta del premier anche il leghista Angelo Alessandri, presidente della Commissione Ambiente della Camera: «Io ritengo che non bisogna costruire niente di nuovo, perchè il nostro territorio è già troppo deturpato».

07 aprile 2009

da unita.it
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