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« Risposta #1 inserito:: Agosto 07, 2007, 04:36:36 pm » |
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La Salute è un diritto Livia Turco
Garantire più diritti ai cittadini a tutela della loro salute in tutte le fasi della vita ritengo sia una delle missioni più importanti per un Governo di centrosinistra. Oggi questi diritti sono meglio definiti, grazie a una serie di misure adottate in questi quattordici mesi che hanno come filo conduttore l’obiettivo di un sistema sanitario più moderno ed efficiente. E questo a partire dalla garanzia della «sostenibilità» del servizio sanitario pubblico quale fattore essenziale per la sua stessa sopravvivenza.
Non è infatti casuale che è proprio sul terreno della sostenibilità che l’azione di Governo ha ottenuto il suo primo importante risultato. La spesa sanitaria pubblica è oggi sotto controllo e non lo era da anni. Le previsioni contenute nel nuovo Dpef indicano un consolidamento della sua incidenza sul Pil attorno al 6,7% per tutto il triennio 2007/2009 dopo anni di oscillazioni incontrollate.
Un risultato che stiamo conseguendo insieme alle Regioni, senza tagli indiscriminati e senza abbassare la qualità del servizio che, al contrario, puntiamo a migliorare. Selezionando i motivi e le cause di una spesa così diversa tra una regione e l’altra. Abbracciando la sfida dell’appropriatezza e della qualità. Individuando l’unitarietà come obiettivo di tutti e come condizione imprescindibile per un servizio sanitario nazionale equo, efficiente, solidale e universalistico.
Su queste basi si è quindi avviato il processo di ammodernamento del sistema che si è arricchito di un altro tassello significativo con la riforma dell’attività sanitaria libero professionale. Questa legge non interessa solo i 100 mila medici dirigenti del Ssn. Essa incide direttamente su uno degli aspetti più controversi della sanità pubblica. Quello che vede un’inaccettabile difformità di trattamento tra il cittadino in lista d’attesa per una prestazione in regime di assistenza ordinaria, con tempi spesso troppo lunghi, e il cittadino in lista per la stessa prestazione ma in regime di attività libero professionale a pagamento, con tempi quasi sempre molto più brevi.
La nuova legge sull’intramoenia ha lo scopo di cancellare queste discriminazioni e lo fa fissando dei paletti chiari e non ideologici all’esercizio della libera professione intramuraria e introducendo precise garanzie per il rispetto dei tempi di attesa per le prestazioni più urgenti. Insomma, siamo davanti a una vera e propria legge di sanità pubblica che interviene a correggere e razionalizzare un pezzo di sanità che non funziona, soprattutto da Roma in giù, per migliorare l’assistenza e ristabilire certezze nel diritto alla salute in tutta Italia, anche in quelle realtà dove il «doppio binario» per l’accesso alle prestazioni sanitarie è quasi una prassi.
Un altro tassello nella costruzione dei nuovi diritti alla salute è senza dubbio il nuovo Testo unico sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, frutto di un grande impegno congiunto dei Ministeri della Salute e del Lavoro. Con questa legge si compie infatti quella svolta, attesa da anni, per dare vita a un vero sistema integrato di promozione della salute dei lavoratori, dove la salute diventa elemento primario dello stesso diritto al lavoro.
E di diritti in più possiamo parlare anche per altri due importanti provvedimenti, adottati sempre in questi giorni, a favore di situazioni di fragilità sociale e sanitaria.
Il primo, attuato con un decreto dell’Economia e della Salute, esonera finalmente i cittadini portatori di menomazioni o patologie stabilizzate o destinate ad aggravarsi nel tempo, e per le quali era già stato riconosciuto il diritto all’indennità di accompagnamento o di comunicazione, da ogni ulteriore visita medica per la verifica della permanenza della minorazione civile o dell’handicap.
Il secondo, approvato con intesa Stato-Regioni il 1 agosto, con il quale, nell’ambito dei nuovi obiettivi del Piano sanitario nazionale, abbiamo destinato 10 milioni di euro per l’acquisto dei comunicatori vocali per i pazienti affetti da Sla o da altre patologie che comportano la perdita dell’uso della parola, per il riconoscimento del "diritto a comunicare" quale fattore essenziale per la dignità del malato.
Nella stessa seduta abbiamo messo finalmente a regime il sistema della formazione post laurea degli operatori sanitari, la cosiddetta Ecm, e stabilito il fabbisogno per il Ssn di medici specialisti, per i quali è stato finalmente varato anche il contratto di lavoro.
E, infine, abbiamo definito le linee della nuova politica farmaceutica in vista della prossima legge finanziaria. Per offrire un’assistenza sempre più appropriata in termini di qualità e di costi ma anche per promuovere il rilancio della ricerca e per attrarre nuovi investimenti per l’innovazione scientifica nel nostro Paese.
Come vedete siamo davanti a un lavoro molto complesso, del quale ho voluto sottolineare solo le cose fatte in questi ultimi giorni, riguardanti ambiti e aspetti diversi ma segnati da una visione unitaria di «riformismo sanitario». Un’azione di riforma che completeremo in autunno con la nuova legge per la qualità e la sicurezza del Ssn. Cure primarie, verifica dei risultati, trasparenza nella scelta dei dirigenti, governo clinico e partecipazione attiva dei cittadini nella valutazione dei servizi, sono le finalità principali che questa legge si pone. Per offrire ai cittadini una sanità moderna, dinamica nel recepire i nuovi bisogni e soprattutto in grado di mettere realmente al centro il cittadino e le sue esigenze.
Pubblicato il: 06.08.07 Modificato il: 06.08.07 alle ore 8.50 © l'Unità.
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