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Autore Discussione: Nyt attacca il presidente, quattro opinionisti lo criticano  (Letto 2162 volte)
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« inserito:: Marzo 23, 2009, 11:31:18 am »

2009-03-23 07:35

Nyt attacca il presidente, quattro opinionisti lo criticano

 di Marco Bardazzi


WASHINGTON - L'America lungo il confine con il Messico assomiglia sempre piu' a quella di 'Non e' un paese per vecchi', il libro di Cormac McCarthy trasformato nel film da Oscar che ha svelato la realta' della violenza del narcotraffico locale. E la Casa Bianca, preoccupata dai massacri messicani che si estendono anche sul lato americano della frontiera, lancia la controffensiva: il presidente Barack Obama ha pronto un vasto piano d'attacco ai cartelli della droga, che coinvolgera' un gran numero di agenzie federali statunitensi.

L'intelligence Usa ha definito di recente la violenza per il narcotraffico in Messico la seconda minaccia alla sicurezza piu' grande per gli Usa, dopo il terrorismo islamico. E dopo settimane di studi e di scambi d'informazioni con le autorita' di Citta' del Messico, rivela il Washington Post, Obama ha deciso di varare quella che si presenta come la prima vasta iniziativa della nuova amministrazione sul tema della sicurezza interna. I dettagli saranno annunciati nei prossimi giorni, ma secondo le anticipazioni Obama si appresta a mobilitare un esercito di agenti federali, nuove tecnologie e anche dispositivi militari sviluppati per la guerra al terrorismo.

Bloccare i traffici di armi, munizioni, granate e denaro che alimentano i cartelli messicani sara' la priorita' e gli Usa la metteranno in atto anche schierando ai posti di frontiera apparecchiature in grado di compiere sofisticate analisi sui veicoli che passano il confine. I servizi segreti lavoreranno di piu' con i colleghi messicani, mentre il capo degli Stati Maggiori, ammiraglio Mike Mullen, ha discusso di recente a Citta' del Messico anche il possibile ruolo del Pentagono. Obama nei prossimi giorni mandera' un terzetto di pezzi grossi dell'amministrazione a Citta' del Messico, a incontrare gli esponenti del governo del presidente Felipe Calderon: si comincia mercoledi' con il segretario di Stato Hillary Clinton, seguita nei giorni successivi dal ministro della Giustizia Eric Holder e dal ministro della Sicurezza interna Janet Napolitano.

 A meta' aprile sara' infine la volta dello stesso Obama recarsi in visita da Calderon, per discutere la situazione. L'America e' sempre piu' inquieta per le notizie che arrivano da oltreconfine, dove dall'inizio del 2008 le vittime legate a guerre di droga risultano 7.200, tra cui circa 200 decapitate lo scorso anno. La violenza ha ormai da tempo invaso anche le regioni meridionali degli Stati americani lungo il confine. California, Arizona, New Mexico e Texas hanno tutti registrato impennate di criminalita' legate al narcotraffico messicano, in particolare sequestri di persona eseguiti nell'ambito della guerra tra bande. Ma crescono anche regolamenti di conti e omicidi legati ai soldi della droga, come quelli crudamente documentati da McCarthy nel proprio romanzo, ambientato al confine con il Messico nella contea di Terrell, in Texas.

 Il narcotraffico messicano non era tra le maggiori priorita' di Obama durante la campagna elettorale e finora sembrava destinato a un posto secondario, rispetto alla crisi economica e le guerre in Iraq e Afghanistan. Ma pressioni da parte del Congresso e analisi d'intelligence hanno spinto la Casa Bianca a riconsiderare il fenomeno. Uno studio del Pentagono sui rischi per l'America nei prossimi 25 anni alla fine del 2008 ha inserito tra gli scenari d'emergenza la possibilita' che Messico o Pakistan finiscano nelle mani di narcotrafficanti o di terroristi.

L'allarme e' stato giudicato eccessivo per il Messico dalla stragrande maggioranza degli esperti, ma insieme a una serie di reportage giornalistici ha creato una nuova attenzione per i massacri legati al controllo del gigantesco mercato del narcotraffico. In Nord America, stando alle stime, il giro d'affari sarebbe di 65 miliardi di dollari l'anno.

marco.bardazzi@ansa.it 
da ansa.it
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