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Autore Discussione: Stefano Vastano. Karl-Theodor zu Guttenberg garantisce: non falliremo  (Letto 2502 volte)
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« inserito:: Marzo 21, 2009, 12:12:47 pm »

Tornerà la grande Germania

di Stefano Vastano


Nazionalizzazione a termine delle banche in difficoltà. Aiuti all’auto. E oltre 60 miliardi per infrastrutture. È la ricetta del neoministro dell’Economia. Che garantisce: non falliremo 

Torna la Germania dell'Est, vent'anni dopo la caduta del muro di Berlino? La battuta circola nella capitale tedesca, viste le centinaia di miliardi di euro stanziati dal governo federale per evitare il fallimento dei colossi dell'industria nazionale. Ma Karl-Theodor zu Guttenberg, il trentasettenne aristocratico bavarese che dal 10 febbraio scorso è ministro dell'Economia nel governo di Angela Merkel, non ci sta.

La mano pubblica, dice in quest'intervista a 'L'espresso', interviene solo per "l'eccezionale importanza" delle esportazioni tedesche, le prime a soffrire quando crolla la domanda sui mercati mondiali. E rilancia: i tassi d'interesse sui titoli di Stato - più bassi in Germania che negli altri paesi dell'area euro - premiano chi ha praticato "una solida politica finanziaria e avviato valide riforme strutturali".

Per ora, tuttavia, la crisi economica sta sconvolgendo la Germania. Tra gennaio e febbraio le esportazioni di auto e macchinari sono crollate del 30 per cento. I disoccupati sono aumentati di mezzo milione in sei mesi, raggiungendo i tre milioni e mezzo. Alcune grandi banche rischiano il collasso: Berlino ha dovuto pompare d'urgenza 102 miliardi di euro nella Hypo Real Estate, travolta dalla crisi immobiliare. E per salvare la Commerzbank, il secondo istituto privato dopo Deutsche Bank, lo Stato è intervenuto con più di 18 miliardi, rilevandone il 25 per cento.

"Stiamo collaudando tutte le misure ordinarie, e alcune anche straordinarie, per fronteggiare la grave crisi", spiega il ministro. Si è partiti con un 'ombrello' da 480 miliardi per il salvataggio delle banche. "Poi", continua zu Guttenberg, "abbiamo varato un pacchetto congiuntura", ovvero altri 61 miliardi di euro da investire fino al 2010 in infrastrutture e sgravi fiscali. Fra questi fondi ci sono 1,5 miliardi regalati dal governo all'industria dell'automobile, con un premio-rottamazione di 2.500 euro per l'acquisto di ogni nuova vettura.

"C'è poi il nostro terzo intervento con il fondo per l'industria", ricorda il giovane ministro: un'altra colata di miliardi (il fondo ne raccoglie 100) per sorreggere imprese, come la casa automobilistica Opel o l'industria di macchinari Schaeffler, sull'orlo del fallimento.

Sia sincero ministro: ogni tanto non le prende il panico davanti a una crisi economica così mostruosa?
"Gli esperti sono d'accordo nel definire questa crisi come il più grave crollo economico degli ultimi trent'anni. Ma panico no, personalmente non ne ho".

I miliardi stanziati nel pacchetto-congiuntura basteranno a frenare la recessione?
"Non stiamo parlando di noccioline: solo il secondo pacchetto, varato a febbraio, ha un volume di 50 miliardi di euro. Una somma che corrisponde al 2 per cento circa del nostro Pil. Dallo scorso autunno il governo ha predisposto in tutto 80 miliardi per incentivare l'economia. Senza contare garanzie per 500 miliardi a sostegno del settore finanziario".

Le sembra un'operazione corretta, da parte dello Stato, quella di rilevare il 25 per cento di Commerzbank?
"Fino a non molto tempo fa la statalizzazione di una banca era inimmaginabile. Ma non dimentichiamoci il motivo che ci ha costretto a intervenire nel caso della Commerzbank: la necessità di garantire il funzionamento del settore finanziario. E questo è uno dei compiti precipui dello Stato. Le posso comunque assicurare che il fermo proposito del governo di Berlino è di uscire dalle banche con la stessa velocità con cui siamo dovuti entrare".

Ma non state facendo di tutto per entrare anche nella Hypo Real Estate?
"Il 18 febbraio scorso abbiamo varato una legge per la stabilità del mercato finanziario, e non solo per salvare la Hypo Real di Monaco. Con questa nuova norma, che entrerà in vigore ad aprile, lo Stato è in grado di salvare quegli istituti che, come Hypo Real, sono davvero rilevanti per il sistema finanziario tedesco".

A forza di statalizzare banche il suo Paese non corre il rischio di trasformarsi, a vent'anni dalla caduta del Muro, in una nuova Germania Est?

"Al contrario: proprio per le esperienze negative fatte con l'ex Ddr qui in Germania siamo particolarmente sensibili al tema delle acquisizioni statali. Quello che stiamo facendo nel settore bancario è solo intervenire, in fretta e al meglio, per salvare le banche rilevanti dalla crisi".

Non vi riporterà alla Ddr, ma non crede che questa crisi annienterà il famoso modello tedesco, l'economia sociale di mercato?
"No. Se la nostra economia è più colpita delle altre dalla recessione ciò non dipende dal nostro modello economico, ma dall'eccezionale importanza delle esportazioni per il made in Germany. Se la domanda sui mercati mondiali crolla, le prime a soffrirne di più sono le nostre imprese".

Per questo state aiutando le quattro ruote tedesche con sovvenzioni per 1,5 miliardi di euro. Non è protezionismo questo?
"No: il premio di rottamazione è neutrale, vale per l'acquisto di ogni auto che non abbia più di 12 mesi, indipendentemente dalla nazionalità o luogo di produzione".

Veniamo alla crisi Opel, che ha quattro impianti e 25 mila operai in Germania, ma appartiene all'americana Gm: la salverete o no?
"Ne ho parlato con Carl-Peter Forster (il presidente di Gm Europe, ndr) e ora il nostro governo sta esaminando tutte le opzioni del caso. È sicuro che la soluzione della crisi Opel non sarà decisione estemporanea, ma un lungo, complicato processo".

E se nei prossimi mesi un paese della Ue - tipo Grecia, Spagna o Italia - facesse bancarotta, voi in Germania che decisione prendereste: interverreste con aiuti finanziari o no?
"Il collasso finanziario di un paese dell'Unione è una lontana ipotesi. È vero che i premi di rischio sui titoli di Stato a lungo termine sono aumentati, ma ciò non equivale di per sé all'insolvenza di fatto di un paese. Rispetto poi ai tempi precedenti alla valuta comune gli spread sui titoli di Stato risultano oggi non solo più contenuti, ma hanno anzi una loro funzione specifica".

Quale, ministro Guttenberg?
"I diversi tassi sui titoli di Stato manifestano chiaramente a tutti i membri dell'Unione chi, all'interno della Ue, ha praticato una solida politica finanziaria e avviato valide riforme strutturali. Insomma, la disciplina paga in economia".

Sta dicendo che, nonostante l'attuale caos delle vostre banche, solo voi in Germania avete svolto una credibile politica finanziaria?
"Non ho assolutamente detto che noi tedeschi siamo stati gli unici disciplinati nella Ue. Ma che la Germania abbia alle spalle solide riforme finanziarie e quindi un incremento della sua competitività, è un fatto innegabile. Posso poi aggiungere la mia personalissima opinione sulla sua ipotesi di un crack finanziario in Europa?".

Prego.
"La vera solidarietà a livello europeo significa che ogni singolo paese dell'Unione provi a fare da solo tutto il possibile prima di arrivare a chiedere soccorsi finanziari alla comunità".

E se toccasse al suo Paese? Quant'è improbabile un crack finanziario della Germania?
"È molto improbabile. L'economia tedesca è estremamente produttiva e tale resterà anche in futuro. Il sistema finanziario ed economico è stabile, le nostre imprese hanno incrementato negli anni scorsi la produttività in modo enorme".

La Germania continuerà a essere la locomotiva d'Europa?
"È presto per rispondere a questa domanda. Riparliamone a fine aprile, quando il mio governo appronterà le previsioni fino al 2010. Per ora l'azienda-Germania si basa su tutta una gamma di grandi imprese e personale altamente specializzato: è questo il jolly su cui noi tedeschi possiamo sempre puntare non appena la carovana economica europea ripartirà".

Ci sono esperti più pessimisti: Norbert Walter, capoeconomista di Deutsche Bank, prevede per il 2009 un crollo del Pil di ben 5 punti...
"Il governo di cui faccio parte invece, in un rapporto dello scorso gennaio, ha previsto per l'anno in corso un calo del Pil di circa il 2,25 per cento".

A proposito di governo: non ha il sospetto che in politica economica la cancelliera Angela Merkel, da liberale qual è sempre stata, stia diventando una perfetta 'socialista'?
"Secondo me il governo di Berlino ha reagito in modo molto veloce e adeguato alla crisi attuale. Lascio volentieri ai suoi sospetti se le nostre misure siano più o meno liberali o socialiste".

(12 marzo 2009)
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