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Autore Discussione: Patto Franceschini-Bossi/ Il Pd si astiene sul federalismo fiscale  (Letto 2370 volte)
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« inserito:: Marzo 19, 2009, 11:09:37 pm »

Patto Franceschini-Bossi/ Il Pd si astiene sul federalismo fiscale

Venerdí 13.03.2009 16:52


Il lavoro certosino di Roberto Calderoli su input di Umberto Bossi ha funzionato. Alla Camera, in Commissione, sono stati apportate diverse modifiche al provvedimento sul federalismo fiscale ritenute "soddisfacenti" dal Partito Democratico. Ed è così che a Montecitorio, come è già avvenuto al Senato - secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare -, la principale forza di opposizione si asterrà. Un risultato ritenuto fondamentale per la Lega Nord e il Senatùr, che fin dall'avvio della legislatura ha puntato tutto sul dialogo con il Pd. L'esperienza della devolution è ancora dolorosa per il Carroccio. Via libera a maggioranza in Parlamento e poi bocciatura sonora da parte del popolo al referendum confermativo. Ed è proprio per questo che il ministro delle Riforme ha insistito per ottenere l'astensione dei Democratici.

L'obiettivo è quello di portare a casa una svolta federale (almeno dal punto di vista fiscale) inattaccabile, ovvero sulla quale non ci sarà alcun referendum abrogativo e nessun rischio di cancellazione prima ancora che i decreti attuativi entrino in vigore (18 mesi). I segnali lanciati dal Senatùr a Franceschini sono stati diversi, l'ultimo in ordine di tempo l'apertura sulla proposta di tassare i "ricchi" per dare un contributo di solidarietà alle fasce maggiormente colpite dalla crisi economica. Una strategia chiara, che ha portato il Carroccio a essere l'anima più morbida del Centrodestra, a differenza del premier e del Popolo della Libertà, impegnati in uno scambio continuo di accuse con l'opposizione.

Il testo del federalismo fiscale sarà quindi approvato dall'aula di Montecitorio entro la fine del mese di marzo, ma dovrà tornare a Palazzo Madama viste le modifiche apportate per "accontentare" i Democratici. A questo punto il via libera definitivo ci sarà probabilmente a maggio. Tutto calcolato in Via Bellerio, per potersi giocare il risultato ottenuto, l'ok al federalismo, in piena campagna elettorale per le Europee e le Amministrative.


FEDERALISMO/ PD: ORA LA MAGGIORANZA ACCOLGA LE NOSTRE PROPOSTE

"Il confronto nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera ha permesso di migliorare in punti non secondari il testo sul federalismo fiscale. Il ddl approvato dal governo il 3 ottobre 2008 è ormai uno sbiadito ricordo". Lo affermano i capigruppo delle commissioni Finanze e Bilancio della Camera, Alberto Fluvi e Pier Paolo Baretta. "L'iniziativa del Pd, prima al Senato, poi nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, e dalla prossima settimana in Aula, sta permettendo - proseguono Fluvi e Baretta - di evidenziare come il federalismo fiscale, lungi dal rappresentare un confronto muscolare fra i territori sull'uso delle risorse, rappresenti un'opportunità per garantire a tutti i cittadini livelli adeguati di servizi. Continueremo ad incalzare nel merito governo e maggioranza per evitare che il federalismo fiscale si esaurisca in uno spot elettorale. Ora bisogna scongiurare il rischio che gli enti locali arrivino sfiniti all'appuntamento del federalismo a causa della mancanza di risorse dovute a tagli e politiche sbagliate del governo".

Secondo i due esponenti del Pd "l'approvazione della mozione del Pd sugli Enti locali, che propone fra l'altro, di garantire l'integrale copertura del minor gettito derivante dall'abolizione dell'Ici sulle abitazioni principali; iniziative per escludere dai saldi utili del patto di stabilità le spese per investimenti; incentivare l'utilizzo del patrimonio immobiliare per sostenere la spesa in conto capitale ed abbattere il debito, rappresenta - concludono Fluvi e Baretta - un primo banco di prova per misurare la reale volontà della maggioranza".


da affaritaliani.it
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