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Autore Discussione: HILLARY CLINTON. A che punto è l'altra metà della terra  (Letto 2209 volte)
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« inserito:: Marzo 08, 2009, 12:34:14 pm »

IL COMMENTO

A che punto è l'altra metà della terra

di HILLARY CLINTON


Durante un mio viaggio in Cina, undici anni fa, ebbi la possibilità di incontrare un gruppo di donne che mi parlarono del loro impegno per migliorare la condizione della donna nel loro Paese. Il loro racconto fu una vivida illustrazione delle sfide affrontate dalle donne. Discriminazione nel lavoro, inadeguatezza della sanità, violenza domestica, leggi antiquate che ostacolano il progresso delle donne. Ho rincontrato alcune di queste donne qualche settimana fa, durante la mia prima visita in Asia come Segretario di Stato. In questa occasione, mi hanno parlato dei progressi compiuti negli ultimi 10 anni. Eppure, nonostante qualche importante passo avanti, dal loro racconto emerge indubbio il fatto che gli ostacoli e le disuguaglianze permangono, come in molte altre parti del mondo.

Ho sentito storie simili alle loro in ogni continente, e in ogni continente le donne sono alla ricerca di opportunità per partecipare pienamente alla vita politica, economica e culturale del loro paese. L'8 marzo, celebrando la Giornata internazionale della donna, abbiamo l'opportunità di valutare sia i progressi compiuti sia le sfide posteci davanti e di riflettere sul ruolo vitale che le donne devono svolgere per contribuire a risolvere le complesse sfide globali del secolo XXI.

I problemi che oggi ci troviamo ad affrontare sono troppo grandi e troppo complessi per poter essere risolti senza la piena partecipazione delle donne. Rafforzare i diritti delle donne non è solo un obbligo morale continuo, bensì anche una necessità, ora che dobbiamo fare fronte a una crisi globale, alla diffusione del terrorismo e delle armi nucleari, ai conflitti regionali che minacciano la vita delle famiglie e delle comunità, al cambiamento climatico e ai pericoli che esso rappresenta per la salute e per la sicurezza degli abitanti del mondo.

Queste sfide ci costringono a mettere in gioco tutto ciò che abbiamo. Non le supereremo con le mezze misure. Ma ancora troppo spesso, su queste questioni e su tante altre, metà della popolazione del mondo è lasciata indietro.

Oggi le donne alla guida di governi, imprese e organizzazioni non governative sono più numerose che nelle generazioni precedenti. Tuttavia, questo dato positivo ha un'altra faccia. Le donne costituiscono ancora nel mondo la maggioranza della popolazione povera, malnutrita e senza istruzione. Sono ancora soggette agli stupri usati come arma tattica nelle guerre e ad essere vittime dei trafficanti di esseri umani in una impresa criminale globale da un miliardo di dollari.

Gli omicidi di onore, le mutilazioni, la mutilazione genitale femminile e altre pratiche violente e degradanti perpetrate contro le donne sono ancora tollerate in troppi luoghi del mondo. Solo pochi mesi fa, in Afghanistan, una giovane donna è stata aggredita mentre andava a scuola da uomini contrari al fatto che ricevesse una istruzione. L'acido gettatole sul volto le ha danneggiato la vista in maniera permanente, ma il tentativo di terrorizzare questa ragazza e la sua famiglia è fallito. La ragazza ha detto: "I miei genitori mi sostengono nella mia volontà di continuare a frequentare la scuola, anche se dovessi morire".

Il coraggio e la risolutezza di questa giovane donna dovrebbero ispirarci a tutti noi - donne e uomini - per dare il massimo dei nostri sforzi per garantire che alle ragazze e alle donne siano riconosciuti i diritti e le opportunità che meritano.

In particolare, posto che ci troviamo nel mezzo di una crisi finanziaria, è importante ricordare un dato che ricerche sempre più abbondanti dimostrano: il sostegno alle donne è un investimento ad alto rendimento, che produce come risultato economie più forti, società civili più vivaci, comunità più sane e una pace e una stabilità maggiori. Investire nelle donne è, inoltre, un modo di aiutare le generazioni future, perché le donne tendono a usare la maggior parte del loro reddito per cibo, medicine e istruzione per i loro figli.

Anche nei paesi avanzati, il potere economico delle donne è ancora lontano da una sua piena realizzazione. In molti paesi le donne continuano a guadagnare molto meno degli uomini pur svolgendo le stesse mansioni - un divario per colmare il quale, il presidente Obama ha fatto un passo avanti firmando la legge Lilly Ledbetter Fair Pay Act che rafforza le donne nella loro capacità di lottare contro la discriminazione nella retribuzione.

Alle donne deve essere data l'opportunità di lavorare in cambio di salari equi, di avere accesso al credito e di intraprendere attività. Le donne meritano l'uguaglianza nell'ambito politico, con pari opportunità sia nell'accedere alle urne elettorali sia nel rivolgersi ai propri governanti o presentarsi come candidato. E hanno il diritto di mandare i figli a scuola - i maschi e le femmine. Le donne hanno inoltre un ruolo vitale da svolgere nella conquista della pace e della stabilità in tutto il mondo. Nelle regioni lacerate dalla guerra, sono spesso le donne a trovare il modo di superare le differenze e di scoprire il terreno dove c'è comunità di interessi.

Nei miei viaggi nelle varie regioni del mondo in questo mio nuovo ruolo, terrò sempre presenti le donne che ho incontrato in ogni continente: donne che hanno lottato contro ostacoli straordinari per cambiare le leggi per poter possedere della proprietà, per avere diritto a sposarsi o a frequentare la scuola, per sostenere le loro famiglie e, persino, per adoperarsi per mantenere la pace.

Il mio impegno sarà quello di dare voce e di diffondere la lotta per questi diritti, lavorando con le mie controparti nelle altre nazioni, nonché con le organizzazioni non governative, con le imprese e con le singole persone per continuare a esercitare una pressione attorno a questi temi. Realizzare il pieno potenziale e la promessa delle donne e delle ragazze non è soltanto una questione di giustizia, ma è utile anche per rafforzare la pace, il progresso e la prosperità per le generazioni future in tutto il mondo.
Traduzione di Guiomar Parada

(8 marzo 2009)
da repubblica.it
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